Eredità Agnelli, Margherita torna in corsa: «Perizia sulla Dicembre». L’accusa: cessione simulata delle quote per escludere la madre

La figlia dell’Avvocato chiederà di acquisire le carte dei pm nell’udienza civile ad aprile

Eredità Agnelli, Margherita torna in corsa: «Perizia sulla Dicembre». L’accusa: cessione simulata delle quote
Eredità Agnelli, Margherita torna in corsa: «Perizia sulla Dicembre». L’accusa: cessione simulata delle quote
di Valeria Di Corrado
Martedì 12 Marzo 2024, 00:15 - Ultimo agg. 18:06
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Da quello che emerge dalle indagini della Procura di Torino i fratelli Elkann avrebbero fatto di tutto - tra atti simulati, scritture private non autenticate e donazioni ad hoc - per togliere dall’asse ereditario la società Dicembre ed estromettere la madre dalla fetta più grossa del patrimonio: pari a circa 900 milioni di dollari e con una rendita annua di 30 milioni di dollari. Ma ora Margherita Agnelli, alla luce di ciò che hanno scoperto gli inquirenti e che conferma quanto da lei sostenuto nell’esposto presentato il 23 dicembre 2022 ai pm, ha il grimaldello che cercava per invalidare il testamento di Marella Caracciolo. Per questo nella prossima udienza, fissata ad aprile davanti al tribunale civile torinese, il suo legale chiederà di acquisire le carte dell’inchiesta penale in discovery, ossia i decreti di perquisizione con relative annotazioni della Guardia di Finanza depositate ai giudici del Riesame dal pool guidato dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio. E per rientrare nella partita dell’eredità materna, cercando di farsi riconoscere più dei 105 milioni con i quali è stata liquidata da Marella nel 2004 in cambio del suo 33,33% della Dicembre, potrebbe chiedere - da quanto trapela - una perizia per capire quale sia il valore reale della “cassaforte” di famiglia con cui Gianni Agnelli controllava il suo impero industriale e attraverso cui oggi John Elkann controlla Exor, la holding azionista di maggioranza di Juventus, Ferrari e Stellantis.

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Perché se è vero, come sostengono gli avvocati di John, che all’epoca dell’accordo transattivo firmato da Margherita la Fiat non aveva ancora beneficiato del piano di rilancio, è altrettanto vero che se dovesse essere dimostrata dalla Procura subalpina una qualche illegittimità “a monte” nella procedura con cui Marella ha donato le sue quote della Dicembre ai tre nipoti (con la finalità di togliere la “cassaforte” di famiglia dall’asse ereditario, in modo che la figlia non ne potesse beneficiare dopo la sua morte), potrebbe essere rimesso in discussione anche il risultato “a valle”.

IL PIANO PREORDINATO

L’Avvocato Agnelli aveva avuto l’intuizione di strutturare la Dicembre come una società semplice, ovvero una “scatola” ideata per il mondo agricolo e che aveva il vantaggio di rimanere segreta.

E così è stato, fino a quando le leggi non sono cambiate e nel 2021 si è dovuta regolarizzare davanti alla Camera di commercio di Torino la sua genesi. In quell’occasione è emerso, «sulla base di scritture non autenticate risalenti al 2004», che Marella aveva mantenuto l’usufrutto delle quote. Questo giustifica il perché la società possa essere stata tagliata fuori dall’asse ereditario. Ma se invece quella della nonna è stata una donazione ai nipoti a titolo non oneroso, come sembra, visto che «non è stata ad oggi acquisita prova del pagamento del prezzo» da parte di John, Lapo e Ginevra, tutto il quadro potrebbe essere rimesso in discussione. E per i pm questo potrebbe tradursi in un’ulteriore contestazione sul mancato pagamento della tassa di successione relativa alla quote della Dicembre. Finora, infatti, i tre fratelli sono indagati per truffa ai danni dello Stato per aver omesso il versamento dell’imposta di successione su un patrimonio di 734 milioni di euro, ereditato dopo la morte della nonna, il 23 febbraio 2019. Si tratta di cespiti saltati fuori dalle dichiarazioni integrative presentate dagli Elkann ad ottobre scorso, solo dopo che era stato avviato a luglio un controllo antiriciclaggio della Finanza sulla Pi Fiduciaria.

 

Gli obiettivi di quello che i pm hanno definito «un accordo risalente nel tempo, dettagliato e preordinato» erano, da un lato «non sovraccaricare» la posizione fiscale della Caracciolo, affinché reggesse l’alibi della residenza in Svizzera; dall’altro lato «far transitare l’eredità di Giovanni Agnelli direttamente in capo a John Elkann, escludendo la figlia Margherita». Per assolvere al primo obiettivo, secondo gli inquirenti, doveva figurare che Marella possedesse le quote della Dicembre soltanto a titolo di nuda proprietà. Per questo “lady Fiat” dichiarò all’Agenzia delle entrate nel 2010, al termine di una verifica fiscale, che «il centro dei suoi interessi economici non fosse in Italia, in quanto il principale asset del suo patrimonio personale situato in Italia - cioè la partecipazione nella Dicembre - era posseduto soltanto a titolo di nuda proprietà».

IL PATTO SUCCESSORIO

Per assolvere al secondo obiettivo, ossia estromettere Margherita dalla fetta più grossa dell’eredità dei genitori, era necessario - come si legge nel vademecum della truffa trovato nella cantina del commercialista di famiglia Gianluca Ferrero - «nel caso di decesso della signora X (Marella, ndr) dimostrare che il suo ultimo domicilio era in Svizzera». Oltre «alla questione dell’imposta sulla tassa di successione», il fine è preservare «la validità del patto successorio» con cui Margherita si è spogliata di tutto. «Sarà cruciale che gli eredi della signora X (ossia i fratelli Elkann, ndr) intentino causa in Svizzera prima che la signora Y (Margherita, ndr) lo faccia in Italia». Ed è quello che è successo realmente. Il giorno stesso della morte di Marella, John, Lapo e Ginevra hanno fatto causa alla madre davanti al tribunale di Ginevra.

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