Terme di Agnano, la sferzata: «Il Comune paghi gli arretrati ai dipendenti senza stipendio»

Le parole sui progetti di rilancio e di rinascita dello stabilimento termale sono infrante

Le antiche terme in rovina
Le antiche terme in rovina
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Giovedì 28 Dicembre 2023, 10:57
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Anche i sorrisi sono velati di tristezza sotto il sole bollente di un dicembre che sembra maggio: i dipendenti delle Terme di Agnano, senza stipendio da dieci mesi, non hanno più voglia di credere a nulla, a nessuno. Le parole sui progetti di rilancio e di rinascita dello stabilimento termale che era un vanto della città, si infrangono quotidianamente sulle pareti scrostate di un luogo che sta diventando la vergogna delle città.

La questione affonda le radici nel passato. Sette anni fa la società che gestisce le Terme, partecipata del Comune, sepolta dai debiti venne messa in liquidazione volontaria. Da quel giorno è iniziato un declino inarrestabile, una parte dei lavoratori è stata spostata in altre partecipate, un gruppo di 19 dipendenti è rimasto in carico alla struttura, ma dal febbraio del 2023 gli stipendi non arrivano più.

 

C'era all'orizzonte la possibilità che l'hotel delle terme potesse essere acquistato e rivitalizzato dall'Inail, ma i lavoratori, nonostante le rassicurazioni del Comune, sono certi che quelle possibilità oggi siano ridotte a un imbarazzante lumicino. Ci sono state, nel corso degli anni, decine e decine di dichiarazioni d'intenti da parte dell'Amministrazione locale su progetti di rinascita del sito. I lavoratori hanno creduto a tutto, a tutti: però ieri si sono guardati in faccia e hanno deciso di smettere d'essere ingenui ad oltranza: in tanti hanno stracciato le tessere di sindacati che non hanno fatto nulla per tutelarli e hanno riposto le ultime speranze nella battagliera sigla Usb che ha garantito una lotta tenace in loro favore: «Chiederemo con immediatezza l'apertura di un tavolo a Palazzo San Giacomo - annuncia Adolfo Vallini dell'esecutivo provinciale Usb - e faremo partire celermente la richiesta ufficiale affinché il Comune, unico proprietario della società, provveda al pagamento delle spettanze arretrate surrogando le mancanze della partecipata.

Anche se la situazione sembra senza via d'uscita non smetteremo di lottare fino al momento in cui ai lavoratori delle Terme sarà garantito il rispetto che gli è dovuto».

Le Terme di Agnano sono la rappresentazione fisica del fallimento della gestione pubblica rispetto a quella privata. In fondo al parco ci sono le piscine, affidate in gestione a una società terza, dove viene garantita un'accoglienza a cinque stelle; il tragitto che conduce verso quel piccolo paradiso è un percorso dentro l'inferno del degrado: la struttura dell'albergo è malridotta, cadente e sporca. Sono state allestite nuove postazioni per l'aerosol, non utilizzate ancora da nessuno, ma le apparecchiature sono di seconda mano e l'ambiente è respingente. Alle spalle dell'hotel le antiche terme, che fino alla metà del secolo scorso accoglievano la Napoli elegante, sono ridotte a un cumulo di macerie. C'è un accenno di lavori in corso in quella che dovrebbe essere una "Spa", ma per adesso il cantiere è fermo e contribuisce a restituire un'immagine di triste abbandono.

L'assessore Armato qualche giorno prima di Natale ha rassicurato i dipendenti e ha annunciato che è in corso di realizzazione «un programma complesso che ci consentirà di avere le risorse finanziarie per poter onorare l'intera massa debitoria che abbiamo ereditato e andare a revocare lo stato di liquidazione, così da garantire una ripresa vera e definitiva del complesso termale, nell'interesse dell'intera città di Napoli e dei lavoratori delle Terme ai quali intendiamo garantire una reale, concreta e duratura tranquillità lavorativa».
Quelle parole, però, non hanno rasserenato i dipendenti che ieri mattina si sono confrontati, hanno capito che restare in attesa tanti anni non è servito a nulla e hanno tentato un'ultima, disperata, mossa, affidandosi a un nuovo sindacato.

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