Terremoti a Napoli, Giulierini: «Mann, danni dalle scosse ma molte aree già sicure»

Il direttore: nessun problema alla turista, chiusa la sala

Paolo Giulierini
Paolo Giulierini
Maria Chiara Aulisiodi Maria Chiara Aulisio
Domenica 1 Ottobre 2023, 10:03 - Ultimo agg. 16:26
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Non è una questione di manutenzione. Quando si parla di mettere in sicurezza dal punto di vista sismico pezzi di un enorme patrimonio monumentale purtroppo la manutenzione non basta, fermo restando - sia ben chiaro - che non si può assolutamente prescindere dal mettere in pratica tutte quelle opere, ordinarie e straordinarie, necessarie a garantire le migliori condizioni di un edificio. Ma la protezione da un eventuale sisma è un'altra cosa. Paolo Giulierini, direttore del Mann, spiega con grande precisione come si fa - o come si dovrebbe fare ammesso che fosse possibile - a rendere più resistente alle scosse di terremoto una struttura (ma non solo quella) come il museo Archeologico.

L'altro giorno una turista è rimasta ferita da un pezzo di intonaco che si è staccato dalla parte più alta di un soffitto a volta. Colpa del terremoto?
«Sospettiamo che quel distacco possa essere la conseguenza dello sciame sismico di questi giorni ma potrò essere più preciso solo domani dopo la riunione con il Dipartimento di Ingegneria che segue il progetto antisismico del Mann.

La turista per fortuna sta bene: non è successo niente di grave».

Avete un progetto antisismico?
«Tre anni fa abbiamo stipulato una convenzione con la Federico II per rendere sempre più sicuro il museo. In questo caso abbiamo già deciso che nella giornata di martedì si procederà ai carotaggi sulla volta che sovrasta il soffitto dal quale è caduto l'intonaco: bisogna capire se ci sono state lesioni oppure no. La sala ovviamente l'abbiamo chiusa subito. In via del tutto precauzionale abbiamo chiuso anche quelle superiori che ospitano i mosaici».

Partiamo dall'inizio. Come si fa a mettere in sicurezza il Mann?
«Rispondo per il museo Archeologico ma è chiaro che si tratta di un ragionamento che vale più in generale per i patrimoni monumentali. Parlo spesso con i colleghi del Giappone o con quelli di Los Angeles, zone evidentemente sismiche ma ben più attrezzate di noi a fronteggiare e resistere alle emergenze».

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Basterebbe seguire il loro esempio?
«Se fosse possibile»

Non lo è?
«Sia in Giappone che negli Stati Uniti non c'è la cultura della conservazione che abbiamo noi. Le costruzioni sono quasi tutte in legno e dopo un centinaio di anni si tende a buttarle giù e a ricostruirle in maniera più moderna utilizzando materiali e tecniche all'avanguardia»

Quindi il Mann andrebbe raso al suolo e rifatto?
«È ovvio che non sarebbe mai possibile ma per renderlo davvero antisismico - dico il Mann e tanti altri pezzi del patrimonio monumentale della città - si dovrebbe demolire e ricostruire».

Addirittura?
«Mi spiego meglio. Qualche anno fa, prima del mio arrivo, nell'ambito di un progetto nazionale, il museo Archeologico ha partecipato al censimento e al monitoraggio di tutti i monumenti. Qui a Napoli lo coordinava l'ingegnere Edoardo Cosenza. Lo studio si è concluso con l'elaborazione di una vera e propria mappa che metteva in evidenza le zone più a rischio e quelle meno».

Vale a dire le aree più "fragili" in caso di una eventuale scossa?
«Certo. Ora sappiamo qual è la parte che poggia sul tufo e quale invece insiste su fondamenta del 1500. È fin troppo evidente che la prima, sul tufo, sarà più sicura della seconda. Così come è chiaro che la presenza sotterranea della Metro non è un danno ma nemmeno un vantaggio: le continue micro scosse potrebbero creare qualche problema. Tutto ciò ovviamente non ci esime dal fare il possibile per rendere l'edificio sicuro ma interventi radicali, e dunque realmente risolutivi, come farebbero in Giappone o in America, qui non sono praticabili».

Che cosa intende per fare il possibile?
«Da tempo, grazie allo studio di cui parlavo, stiamo rafforzando le aree identificate come più a rischio. Siamo intervenuti sulle vetrine tanto per cominciare: nella sezione dedicata alla Magna Grecia sono già tutte antisismiche. Antisismica anche quella che custodisce la "tazza farnese" e a novembre ne arriverà un'altra per custodire il "vaso blu"».

Potreste sostituirle tutte.
«Sarebbe il nostro obiettivo ma ogni vetrina costa circa 100mila euro. Man mano che riceviamo i fondi andiamo avanti nella sostituzione. Nel frattempo non possiamo fare altro che controlli serrati. Oggi più che mai terremo alta la guardia».

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