Terrorismo islamico, a Napoli la fabbrica dei falsari: documenti fasulli ai complici di Amri

Terrorismo islamico, a Napoli la fabbrica dei falsari: documenti fasulli ai complici di Amri
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 24 Giugno 2022, 11:00
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Sgominata la rete di falsari che da Napoli rifornivano documenti d'identità contraffatti in tutta Italia e in mezza Europa. All'alba di ieri è scattato il blitz della Polizia di Stato che ha portato in carcere quattro africani e a una raffica di perquisizioni a carico di altri 70 soggetti nell'ambito di un'inchiesta sulla quale aleggia anche lo spettro del terrorismo di matrice islamica: l'indagine ha infatti preso le mosse all'indomani dell'attentato di Berlino ai mercatini di Natale del dicembre 2016 ad opera del terrorista Anis Amri.

E proprio svolgendo verifiche e approfondimenti sul circuito di conoscenze e relazioni del giovane tunisino arrestato dopo il sanguinoso attentato in Germania è emerso il filone napoletano sui presunti fiancheggiatori che avrebbero fatto affari producendo e vendendo passaporti e carte d'identità fasulle anche ai seguaci del Jihad islamico. 

L'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea ha portato all'esecuzione da parte degli agenti della Digos della Questura di Roma e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione (coadiuvati dalle Digos delle Questure di Napoli e Caserta) di quattro misure cautelari emesse dal gip di Napoli.

In manette un senegalese, un guineano ed un ghanese, mentre per un quarto indagato del centro Africa sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Secondo la Procura avrebbero tutti fatto parte di un'organizzazione criminale dedita al falso documentale attiva tra le province di Napoli e Caserta. Uno dei quattro destinatari della misura cautelare, con la collaborazione dell'autorità giudiziaria e della polizia olandese, è stato rintracciato nella notte a Rotterdam ed arrestato in virtù del Mandato di arresto europeo. Concorso in contraffazione, riciclaggio di documenti di identità italiani, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e ricettazione sono i reati contestati.

L'indagine, nata dagli sviluppi investigativi conseguenti all'attentato di Berlino ai mercatini di Natale del dicembre 2016, ha preso avvio dall'analisi del circuito relazionale del terrorista Anis Amri ed ha permesso di disarticolare un sodalizio criminoso che, negli ultimi anni, avrebbe prodotto e recapitato documenti italiani falsi a stranieri clandestini, di cui lo stesso Amri ne avrebbe beneficiato. Indagini in corso anche in capo ad altre 70 persone, in gran parte di nazionalità tunisina e centro africana, residenti in tutto il territorio nazionale, sottoposte a perquisizione, dalle Digos territorialmente competenti. Al centro delle investigazioni sono finite anche due tipografie di Napoli, individuate quali centri di produzione dei documenti contraffatti, e un money transfer utilizzato per operazioni finanziarie sospette. 

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In mattinata il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, è intervenuta per complimentarsi per i risultati dell'operazione: «Desidero congratularmi con la Polizia di Stato per l'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia ed antiterrorismo di Napoli, che, dopo una complessa indagine che ha preso avvio dall'analisi delle relazioni e delle conoscenze di Anis Amri, autore della strage nei mercatini di Natale a Berlino nel dicembre 2016, ha consentito di scoprire una rete criminale dedita alla produzione di falsi documenti per cittadini stranieri clandestini, di cui aveva beneficiato anche il terrorista».

«L'operazione - ha concluso il responsabile del Viminale - conferma ancora una volta l'eccellente capacità investigativa degli operatori di polizia impegnati nella delicata attività di prevenzione e di contrasto alle organizzazioni terroristiche internazionali». L'inchiesta culminata nel blitz di ieri conferma il ruolo centrale di Napoli nell'ambito della diffusione di documenti falsi destinati anche a pericolosi soggetti ricercati per terrorismo islamico. 

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