Tribunale di Napoli, insulti con lo spray agli avvocati: «Delinquenti, li troveremo»

Le scritte ingiuriose scoperte venerdì mattina negli uffici della Camera Penale di Napoli

Le scritte ingiuriose nella Camera penale di Napoli
Le scritte ingiuriose nella Camera penale di Napoli
di Giuliana Covella
Domenica 13 Novembre 2022, 10:00 - Ultimo agg. 14 Novembre, 07:30
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«La deturpazione del Palazzo di Giustizia è stato un atto delinquenziale inaudito e intollerabile e sono certo che sarà rapidamente perseguito con l'individuazione del colpevole e la sua meritata punizione». È chiara la posizione di Antonio Tafuri, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Napoli, in merito alle scritte, impresse su due pareti con uno spray rosso, scoperte venerdì mattina negli uffici della Camera Penale di Napoli all'interno del Palazzo di Giustizia.

«Ieri, a nome del Consiglio dell'Ordine e a titolo personale - ha spiegato Tafuri - ho subito presentato denuncia querela, rilevando che questi fatti integrano reati in danno dell'Amministrazione, delle Istituzioni coinvolte e delle singole persone dei Consiglieri dell'Ordine». La frase accusatoria «1.100.000 euro. Fuori i ladroni» riguarda proprio un ammanco rilevato circa un mese fa, così come ha ricordato il numero uno dell'Ordine degli avvocati: «Il riferimento che si legge nelle scritte vandaliche al milione e centomila euro, che questo Consiglio ha scoperto non essere stati versati per tasse e contributi previdenziali da moltissimi anni a questa parte, deve rappresentare il segnale che la categoria deve stringersi e unirsi per affrontare insieme un momento di difficoltà che, con l'impegno del Consiglio e il sostegno dei colleghi, sarà certamente superato».

L'episodio rappresenta solo l'ultimo colpo alle tensioni già in corso, da tempo, all'interno del Consiglio che hanno visto prima la richiesta di commissariamento dell'ufficio di presidenza da parte di tre consiglieri Sabrina Sifo, Eugenio Pappa Monteforte e Ilaria Imparato e poi le loro dimissioni.

Sifo, Monteforte e Imparato già nel mese di ottobre, poco dopo la scoperta del buco nei conti, avevano immediatamente presentato un esposto sia alla Procura della Repubblica sia alla Corte dei Conti chiedendo di svolgere i dovuti rilievi a tutela dell'organismo stesso.

Una scelta quella delle dimissioni che i tre hanno maturato malgrado le procedure avviate dai dirigenti che si sono immediatamente attivati per attuare una risoluzione concordando con gli uffici dell'Agenzia delle Entrate un piano di rateizzazione volto, in tempi quanto più brevi possibile, a rimettere i conti in ordine e sanare la situazione debitoria che tanti problemi sta creando.

 

«Al momento - ha sottolineato Tafuri - siamo in attesa delle risultanze della due diligence, commissionata a due commercialisti di comprovata esperienza in materia di contabilità pubblica, per verificare quali dovranno essere le misure correttive dei bilanci 2022 da sottoporre all'assemblea». Oltre a lavorare d'accordo con l'Agenzia delle Entrate, Tafuri ha avviato le procedure per azzerare le morosità di numerosi avvocati, convocando d'urgenza i professionisti per regolarizzare il pagamento della quota annuale di iscrizione all'Ordine. «Nel frattempo, grazie all'operosità della maggior parte dei consiglieri che hanno anteposto gli interessi collettivi ai loro impegni professionali e familiari - ha ribadito Tafuri - il Consiglio ha subito ripreso la sua ordinaria funzionalità, sta onorando tutte le scadenze e i pagamenti dovuti, anche se omessi in passato, per cui sono molto fiducioso che alla scadenza del mandato saremo in grado di consegnare al prossimo Consiglio una situazione economica e finanziaria sanata e operativa». 

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