Tribunale di Napoli, spray rosso contro il Consiglio degli avvocati: «Categoria sfregiata»

1.100.000 euro, fuori i ladroni, è la calunnia che campeggia a lettere cubitali

L'attacco spray nella camera penale di Napoli
L'attacco spray nella camera penale di Napoli
di Leandro Del Gaudio
Sabato 12 Novembre 2022, 09:00 - Ultimo agg. 13 Novembre, 10:00
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Ha agito di mattina presto, usando una bomboletta spray che probabilmente era stata introdotta in Tribunale, nascosta sotto una giacca o un soprabito. Ha agito, oppure hanno agito: dal momento che non è chiaro quante manine siano entrate in azione. Venerdì mattina presto, dunque: Palazzo di giustizia semideserto, aule ancora vuote. Scritte rosse hanno imbrattato le pareti del Tribunale di Napoli. Non si tratta di pareti periferiche nella tentacolare cittadella giudiziaria, ma parliamo delle mura interne a uffici consacrati alla difesa dei valori della legalità: parole oltraggiose sono state scritte all'interno della stanza che ospita la sede della camera penale di Napoli, ma anche la sala intitolata a Francesco Landolfo, storico presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati. Stesse scritte comparse anche in altri punti del Palazzo, in particolare sulle scale che portano alla sede del Consiglio dell'ordine degli avvocati. Non punti a caso, dunque, anche alla luce del contenuto delle parole spruzzate di rosso sulle pareti: 1.100.000 euro, fuori i ladroni, è la calunnia che campeggia a lettere cubitali. Chiaro il riferimento a quanto emerso circa un mese fa, nel corso di una seduta del consiglio dell'ordine degli avvocati, quando è toccato allo stesso presidente Antonio Tafuri denunciare un ammanco di un milione e centomila euro rispetto ad Agenzia delle entrate. Inutile dire che questo sfregio cade in un periodo di forte tensione, dovuto all'ammanco registrato nelle casse del Consiglio, ma anche alla decisione del Consiglio di chiedere a tutti gli scritti il pagamento delle quote societarie arretrate. Ieri alle 13 era prevista una convocazione dei singoli iscritti morosi. Una vicenda, quella dei contributi non versati, su cui sono al lavoro alcuni commercialisti indicati come consulenti; ma anche la Procura di Napoli, che ha deciso di aprire un fascicolo sulla scorta di una denuncia inoltrata da consiglieri dell'ordine. Intanto, per dissenso verso il presidente Tafuri, ieri hanno annunciato le loro dimissioni tre consiglieri di opposizione (Pappamonteforte, Imparato e Sifo). Ma prima di tornare alla storia delle scritte rosse, conviene soffermarsi sulla questione dell'ammanco di un milione e centomila euro. Inchiesta condotta dal pool reati contro la pubblica amministrazione, l'accusa ipotizzata è quella di peculato. Sotto i riflettori il direttore amministrativo che, tramite i suoi legali Maurizio Rumolo e Luigi Sena, tiene a far sapere che «non vi è stata alcuna sottrazione di risorse; la sofferenza contabile, causa delle inadempienze tributarie, si è accumulata negli ultimi anni a causa di minori incassi (prima per il trasferimento di molti avvocati a Napoli Nord, poi per le mancate riscossioni in periodo covid). Anche a fronte di ciò, il Consiglio ha continuato ad erogare tutti i servizi, senza aumentare la tassa di iscrizione».

E torniamo alle scritte in spray rosso. Indagine per danneggiamento, si muove il pool del procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli. Allertati l'avvocato Marco Campora, presidente della Camera penale di Napoli, gli iscritti all'organo di piazza Cenni, ma anche i consiglieri dell'Ordine, tutti visibilmente scossi per uno sfregio che sa di profanazione.

Spiega il presidente Campora (che è ovviamente estraneo alla vicenda dell'ammanco, ndr): «Il dibattito democratico, anche se aspro, non si traduca in dileggio o gogna social, con il rischio di ledere l'intera istituzione». Inutile dire che ad alimentare non poco malessere in seno alla categoria, c'è stata l'operazione recupero delle quote associative non versate in questi anni. Ieri mattina, alle 13, era fissata la convocazione degli iscritti che avrebbero dovuto saldare le quote pregresse non versate nelle casse dell'Ordine. Uno snodo che deve aver scatenato un atto vandalico a colpi di spray rosso. 

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