Turisti a Napoli, la classifica del degrado: ecco i tre tesori belli e sporchi

Turisti a Napoli, la classifica del degrado: ecco i tre tesori belli e sporchi
di Gennaro Di Biase
Venerdì 5 Agosto 2022, 00:00 - Ultimo agg. 17:25
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Sotto gli occhi di tutti eppure ignorati. Visitati da chiunque e da ogni angolo del pianeta, in questa estate di boom turistico senza precedenti, eppure pericolanti e intrappolati da transenne o reti di contenimento antichissime. Parliamo dei luoghi simbolo di Partenope a rischio crollo e soffocati dal degrado nelle tre principali zone del turismo made in Naples: Plebiscito, Port’Alba, San Martino. I posti più centrali, i più decantati. I più abbandonati a se stessi (assieme alla sempre più visitata e purtroppo devastata piazza Garibaldi). La Napoli da panorama, la città di lontananza, è sempre bellissima, ma lo scenario di questo scatafascio quasi grottesco non sfugge affatto ai visitatori che la percorrono in massa: «4 turisti su 10 - spiega Agostino Ingenito, presidente di Abbac (associazione di categoria delle strutture ricettive extralberghiere) - lamentano situazioni di nastri arancioni e mancanza di decoro. Tanti segnalano questi tre luoghi della città. Ecco perché ieri abbiamo aperto una pagina Facebook dal titolo «Segnala il degrado», dedicata ai vacanzieri. Ci auguriamo di poter sottoporre nuovamente al Comune le principali criticità». 

Cartina (vintage) alla mano e zaino in spalla, due turisti alzano lo sguardo e sospirano davanti alle scritte che deturpano ogni cosa: il colonnato, i leoni egizi, le scale e le pareti che cadono a pezzi intorno alla Basilica di San Francesco di Paola. «Selfie?», si domandano, guardandosi, i vacanzieri. È qui che inizia la missione, quasi impossibile: scattare una foto evitando il degrado. Fanno 3 o 4 tentativi, spostandosi da un lato all’altro del Plebiscito. Poco più avanti, c’è il belvedere di via Console, in cui erano iniziati i lavori a ridosso del Giro, ma che è ancora inaccessibile. A circa 6 anni dai dissesti. Il prefetto Palomba nelle scorse settimane ha assicurato che, d’accordo col Fec, (proprietario dei 17 locali del portico, al momento tutti vuoti, se si escludono un bar e un artigiano), alla fine di agosto avrà luogo un vertice a partire dal quale si inizierà a lavorare a una procedura di assegnazione degli spazi dell’epicentro di Napoli. Speriamo bene. 

L’autenticità di Napoli, che non si trucca per nessuno - tantomeno per i vacanzieri - è apprezzata dai visitatori. Ma dall’autenticità alla trascuratezza il passo è breve, e l’arco di Port’Alba – impacchettato da anni per un rischio crollo – il passo lo ha compiuto, purtroppo.

Lo dimostrano i due crolli di calcinacci a luglio, uno dei quali ha sfiorato la testa di una turista. Non a caso, i commercianti – librai e non – della storica via della cultura hanno pronto un esposto, il cui primo firmatario sarà Alfredo Mazzei (la cui famiglia, titolare di Saletta Rossa srl, ha rilevato i locali ex Guida, in fase di un atteso restyling): «Sono cadute pietre per due volte di seguito nelle ultime due settimane - spiega lo stesso Mazzei - Ho dato mandato al mio legale di provvedere con un esposto alla procura della Repubblica, che sarò sottoscritto anche da altri commercianti e residenti. Sono oltre 10 anni che l’arco versa in queste condizioni: va capito chi abbia la competenza a ripristinarlo. Ci interessa fino a un certo punto chi sia responsabile, ma qualcuno si muova, o presto si farà male qualcuno». C’è un contenzioso in corso tra Comune e privati sulle responsabilità di gestione dell’arco storico in questione. Saranno i giudici a stabilire torti e ragioni, ma intanto i calcinacci piovono in una via affollatissima. 

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L’incubo e la bellezza convivono, a San Martino. Il Vomero diventa sempre più terra di turisti. Tanti i nuovi b&b in collina, ma la maggioranza rdei visitatori arriva per la Montmartre napoletana. La balaustra del belvedere e il muro di cinta di Sant’Elmo, però, gli offrono uno spettacolo indigeribile di pericoli di crollo. «Le transenne sulla balaustra risalgono a due anni fa - ricorda Gennaro Capodanno del Comitato Valori Collinari - Il belvedere, di competenza comunale, è a rischio crollo da due anni. Quando fu tolta la gru da San Martino arrivarono promesse sull’eliminazione del transennamento, ma non è accaduto nulla. I barbacani a ridosso degli ex locali dei corallai, invece, ci sono da circa 10 anni. Qui la competenza è del Ministero della Cultura e del Polo Museale. In questi 5 locali potrebbero rinascere negozi in grado di generare un ottimo indotto». Invece i turisti lasciano San Martino col naso storto e l’aria smarrita. 

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