Vincenza uccisa dal marito geloso davanti ai figli nel Napoletano: si aggravano le condizioni del presunto amante

Vincenza uccisa dal marito geloso davanti ai figli nel Napoletano: si aggravano le condizioni del presunto amante
di Daniela Spadaro
Venerdì 16 Luglio 2021, 23:52 - Ultimo agg. 17 Luglio, 17:59
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Dalla gelosia alla follia omicida. Il dubbio, l’assillo che la moglie lo tradisse ha armato la mano di Francesco Nunziata, don Ciccio per tutti. Imprenditore, titolare del supermercato «Etè» in via Marigliano 26 a Somma Vesuviana, l’uomo che ieri mattina – poco dopo le 9.30 - ha inferto una coltellata mortale a sua moglie e ferito colui che considerava suo rivale, ha settant’anni, classe 1951. Sua moglie, Vincenza Tortora, volto familiare per chi frequentava ogni giorno il supermercato gestito dalla famiglia all’interno dell’area commerciale, ne aveva 63. La tragedia di ieri sarebbe stata il culmine di una lunga storia fatta di sospetti, di liti, di una relazione divenuta tossica. L’ennesimo femminicidio si è consumato dinanzi ai figli dei Nunziata che lavorano lì, nell’attività di famiglia ora serrata.


Sulla dinamica del delitto ci sono ancora ombre. Francesco Nunziata era geloso, sospettava che la moglie avesse una relazione e i sospetti devono essere divenuti, giorno per giorno, tormenti che hanno eroso il buonsenso e la stessa umanità. Ieri mattina ha atteso colui che considerava il suo rivale: lo aveva convocato lui stesso con una scusa, il presunto «innamorato» di sua moglie, un commerciante di latticini residente a Sant’Anastasia, fornitore del supermercato.

Tra i due è scoppiata una lite alla quale poi si è aggiunta la voce di Vincenza. Nella concitazione del momento, tra le mani di Nunziata è comparso un coltello. Le prime ricostruzioni confermano che il primo ad essere stato colpito sarebbe stato il fornitore 46enne, poi è toccato alla moglie, Vincenza. Una o più coltellate, questo lo stabilirà l’autopsia già disposta ma di sicuro una, quella al cuore, le è stata fatale. Ed è morta lì, nel parcheggio di Etè «Cuori e Sapori» la donna che al suo assassino aveva dedicato la vita, che gli aveva dato due figli. Ferito gravemente, l’altro uomo è stato soccorso da un’ambulanza del 118 e trasportato al vicino ospedale di Nola. Nel corso della giornata di ieri le sue condizioni sono divenute sempre più preoccupanti e la prognosi riservata farebbe presupporre un quadro clinico a rischio. 

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Mentre sua moglie giaceva in una pozza di sangue, sul selciato del parcheggio, Nunziata si è allontanato. I carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, intervenuti poco dopo i fatti sul luogo dell’omicidio – dove hanno compiuto i rilievi del caso e dove è poi arrivato anche il pm della Procura di Nola, Aurelia Caporale – erano sulle sue tracce quando lui ha deciso di consegnarsi spontaneamente. Si è recato alla stazione dell’Arma di Ottaviano, da solo, senza nemmeno rivolgersi a un legale, e lì ha confessato. Il settantenne dovrà rispondere di omicidio, di tentato omicidio e di porto abusivo d’arma bianca. Già, il coltello. Lo aveva con sé, pronto a impugnarlo, deve averci pensato, potrebbe avere avuto già bene in mente l’intenzione di farla finita oltre che quella di rovesciare addosso a colui che riteneva il «rivale» - e che adesso sta lottando per la vita – tutti i suoi sospetti. Ma ha distrutto, con quei fendenti, molte vite. Quella di sua moglie, quella dell’altro uomo, quelle dei figli che piangeranno la mamma uccisa dal papà. Su quant’altro Nunziata abbia rivelato agli inquirenti c’è ancora il massimo riserbo ma conferme potrebbero arrivare da eventuali testimoni o dalle riprese di telecamere di videosorveglianza.

La coppia non abitava a Somma Vesuviana. Lei era originaria di Saviano, lui di San Gennarello di Ottaviano, ma avevano scelto la cittadina sotto il monte Somma per aprire un’attività a conduzione familiare. E la comunità di Somma Vesuviana ieri ha pianto Vincenza, con una serpeggiante incredulità nell’apprendere che ad ammazzarla era stato il marito, descritto da tutti coloro che lo conoscevano come un uomo «calmo e perbene». L’amministrazione comunale ha fatto sapere che oggi alle 9.30, tutte le donne della giunta e del consiglio comunale, quelle impegnate nella scuola e nel volontariato, si incontreranno a Palazzo Torino per alzare la scritta «no alla violenza, sì alla vita», con due minuti di silenzio per le vittime di femminicidio.
 

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