Uccise due poliziotti a Trieste:
«Schizofrenico, non imputabile»

Uccise due poliziotti a Trieste: «Schizofrenico, non imputabile»
di Gennaro Del Giudice
Martedì 8 Marzo 2022, 11:55
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«Non è possibile, non stanno tutelando le vittime ma difendono l'assassino. Perché tutto questo accanimento?». È incredulo e non si dà pace Pasquale Rotta dopo aver letto l'esito della perizia a cui è stato sottoposto il 31enne domenicano Alejandro Augusto Stephan Meran, l'uomo che il 4 ottobre del 2019 ammazzò il figlio Pierluigi e il collega Matteo Demenego negli uffici della Questura di Trieste. Secondo la nuova perizia che porta la firma del professor Stefano Ferracuti, ordinario di Psicopatologia Forense all'università

La Sapienza di Roma, su richiesta della Corte di Appello di Trieste che aveva disposto la rinnovazione di quella fatta in fase di incidente probatorio, l'assassino al momento del fatto «non era capace di volere».

Tradotto, sulla base dell'articolo 88 del codice penale, Meran potrebbe non essere imputabile, pertanto non processabile e dunque non condannabile. Per il duplice omicida pertanto non si prospettano ergastolo o carcere, bensì una misura di sicurezza in una struttura specifica.

«Stephan Meran era, all'epoca dei fatti e a tutt'oggi, affetto da schizofrenia severa, con episodi multipli, e all'epoca dei fatti la patologia non era trattata», si legge nelle conclusioni della valutazione psicodiagnostica secondo cui l'uomo soffre di «delirio persecutorio, di pregiudizio e di onnipotenza», condizione in cui si trovava quando, dopo aver aggredito e ammazzato Pierluigi Rotta con la pistola di ordinanza che gli aveva sottratto, sparò e uccise Demenego che era giunto in soccorso dopo aver sentito gli spari, per poi barricarsi negli uffici della Questura con le due pistole sottratte alle vittime e ingaggiando un conflitto a fuoco con altri agenti». «Se si attengono alla perizia non è imputabile e non si può procedere», è il commento dell'avvocato Cristina Birolla, che assiste la famiglia Rotta nel processo in corso a Trieste. La prossima udienza è fissata per il 14 marzo: dopo le osservazioni dei periti delle tre parti, toccherà al giudice pronunciarsi.

«Così ce li ammazzano per la seconda volta dice Pasquale Rotta, ex sovrintendente capo in servizio al commissariato di polizia di Pozzuoli dove per qualche mese ha lavorato anche Pierluigi prima del trasferimento a Trieste non si può non processare e non condannare all'ergastolo uno che ha ammazzato due poliziotti e ha tentato di ucciderne altri. Mi chiedo perché se per la prima perizia era parzialmente incapace ora è del tutto incapace di intendere e di volere. Mi appello al giudice, affinché vada avanti e dia una condanna esemplare a quell'assassino che ci ha tolto per sempre Pierluigi e Matteo trasformando la nostra vita un inferno».

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