Napoli, i parenti di un boss siciliano in pellegrinaggio al murale di Ugo Russo

Napoli, i parenti di un boss siciliano in pellegrinaggio al murale di Ugo Russo
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 21 Giugno 2021, 23:52 - Ultimo agg. 23 Giugno, 08:04
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Il murale di Ugo Russo, il 15enne ucciso mentre tentava di fare una rapina lo scorso anno, è diventato ormai meta di pellegrinaggio. Stavolta in una sorta di asse Vucciria-Quartieri Spagnoli, l’omaggio al baby-rapinatore è stato portato persino da Palermo, ma non da semplici siciliani arrivati soltanto con il desiderio di visitare la città. Nei vicoli di Napoli, a farsi fotografare ai piedi della gigantografia del 15enne, sono arrivati amici e familiari di Emanuele Burgio, figlio di un boss palermitano, ucciso in un agguato lo scorso maggio. Una vera e propria visita pubblica immortalata con tanto di video, foto e stories sui social dai parenti del 25enne palermitano e dai genitori di Ugo Russo che hanno ricevuto la delegazione arrivata dalla Sicilia. Eppure Ugo Russo, che pure quella notte fatale stava compiendo una rapina, non proviene da una famiglia immediatamente organica ai sodalizi criminali. Tra l’altro per Emanuele Burgio, a Palermo, il questore aveva vietato per ragioni di opportunità, vista la caratura criminale del padre, le pubbliche esequie. L’ultimo saluto per il giovane palermitano, in pratica, si è tenuto a Napoli.

Emanuele, 25 anni, era il figlio del boss Filippo Burgio che sta finendo di scontare una condanna a 9 anni per mafia. Emanuele non era inquadrato in contesti mafiosi e non era stato mai arrestato. Assolto l’anno scorso da un’accusa di rapina ed attualmente era sotto processo per droga, accusato di avere trasportato un carico di hashish da Vicenza a Palermo. Secondo le ricostruzioni il ragazzo è stato ucciso da tre persone dopo una lite per motivi di viabilità, in tre lo avrebbero raggiunto nella notte e gli avrebbero sparato almeno tre colpi di pistola. La manifestazione-connubio con Russo è avvenuta la scorsa settimana, proprio nelle ore precedenti al duplice tentato omicidio avvenuto ai Quartieri Spagnoli. Un evento-social costruito nei minimi particolari con tanto di sfilate in motorino inneggianti a Ugo ed Emanuele e poi pubblicate su Instagram e Tik Tok. Omaggio doppio perché, oltre a far visita al murale di Ugo Russo, la delegazione giunta da Palermo si è fatta immortalare anche nei pressi di un altarino con la foto di un altro baby-rapinatore, il 17enne Luigi Caiafa.

La differenza è che il murale a Forcella per Caiafa è stato rimosso, quello per Ugo Russo - pur se sarebbe già possibile rimuoverlo, come deciso dal Tar - c’è ancora indecisione da parte del Comune che attende dal Tribunale amministrativo un pronunciamento definitivo.

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A segnalare l’accaduto è stato il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, da tempo ormai in prima linea contro i simboli della malavita e della delinquenza. «Senza mascherine e rispetto delle norme anti contagio - ha detto Borrelli - hanno pure postato i video su Tik Tok». Secondo l’esponente dei Verdi «il murale di Russo è diventato simbolo e richiamo della criminalità di tutta Italia e le persone per bene sono costrette ad andare via dal quartiere ostaggio della camorra. Non averlo rimosso è una vergogna». Borrelli ricorda che proprio come Russo, anche Burgio è stato oggetto di celebrazioni ed omaggi vari, dalle canzoni neomelodiche, alle video-dediche sui social, ai manifesti ed altarini sparsi per i quartieri popolari di Palermo. «Questo asse Napoli-Palermo della criminalità preoccupano molti cittadini napoletani». Il momento del sodalizio Russo-Burgio è stato immortalato da vari video, in cui i parenti e gli amici del giovane palermitano ucciso - fa notare Borrelli - dopo aver scorrazzato per i Quartieri Spagnoli, dando vita da un corteo di scooter e moto senza autorizzazioni, con tutti i conducenti sprovvisti di casco, hanno scambiato baci e abbracci senza rispettare i protocolli anti covid con i familiari di Ugo Russo. 

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