Vaccino Covid a Napoli, medici di famiglia in ritardo e poche dosi: partenza nel caos

Vaccino Covid a Napoli, medici di famiglia in ritardo e poche dosi: partenza nel caos
di Melina Chiapparino
Sabato 27 Marzo 2021, 10:00 - Ultimo agg. 28 Marzo, 10:02
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Partono i vaccini dei medici di base napoletani che da oggi, potranno somministrare il farmaco anti Covid, ad anziani e persone fragili. L'inizio della campagna vaccinale tra le mura degli studi medici, servirà ad accelerare i tempi per l'immunità destinata alle platee più a rischio ma, per il momento, la fase di start up è cominciata solo per 20 camici bianchi. Ieri, le dosi del vaccino Moderna sono state recapitate ai primi venti medici sui 168 che hanno accettato la somministrazione del farmaco presso i loro studi afferenti all'Asl Napoli 1, o direttamente a domicilio, nei casi in cui i pazienti non abbiano la possibilità di spostarsi autonomamente. La prima spedizione ha comportato l'erogazione, nel complesso, di 2100 dosi distribuite in misura diversa ai dottori. L'esordio dei medici di base vaccinatori ha già innescato il pressing degli assistiti e messo in evidenza le prime criticità, segnalate dalle cooperative e dalle associazioni di categoria. Già ieri, c'è stato chi si aspettava una quantità maggiore di flaconi di Moderna ma l'Asl ha assicurato che le spedizioni proseguiranno nei prossimi giorni e coinvolgeranno, successivamente, anche una seconda quota di medici che vaccineranno nelle sedi organizzate dall'azienda sanitaria napoletana.

La prima infornata dei vaccini Moderna a Napoli, è partita direttamente dal Covid Vaccine Center della Mostra d'Oltremare, alle 11.30 del mattino, con il supporto delle forze dell'ordine e, in particolare, delle volanti della polizia municipale che hanno scortato i farmaci fino a destinazione. I flaconcini, custoditi nelle apposite borse frigo, sono stati consegnati ai dottori dalle equipe dell'Asl che hanno anche fornito le indicazioni pratiche sulle estrazioni della quantità di farmaco per le inoculazioni. Da ogni flacone, in media, vengono prelevate almeno 10 dosi da somministrare. Per la prima spedizione del farmaco, avvenuta ieri, l'Asl aveva annunciato la distribuzione di circa 100 dosi per ciascun medico di base ma «per alcuni destinatari la quantità è stata notevolmente ridotta», come ha spiegato Giuseppe Tortora, vicepresidente della cooperativa medica Kos. «Ho ricevuto 5 flaconi da cui potrò estrarre un massimo di 55 dosi per una platea di circa 300 anziani destinatari- racconta Tortora - siamo preoccupati sia per la tempistica».

In questo caso, il dito viene puntato anche «sulla mancata distribuzione di aghi e siringhe che avrebbero dovuto essere abbinate al ricevimento dei flaconi - precisa Tortora - e sulle difficoltà riscontrare nell'utilizzo della piattaforma». «Ci sono molti medici che non riescono a inserire le proprie credenziali per accedere all'area di registrazione dei vaccinati» conclude Tortora, vice responsabile nazionale del Sumai di medicina generale che si aspettava «una procedura più semplice e veloce». 

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La funzionalità della piattaforma che, in alcuni casi ha invalidato le credenziali dei medici che non riescono più a entrare nel sistema, è un aspetto burocratico da non sottovalutare per i medici. «Dobbiamo inserire i pazienti e dopo la compilazione da parte loro del consenso informato, dobbiamo scannerizzarlo e inserirlo nuovamente nel sistema informatico con una procedura che porta via molto tempo» afferma Nino Pagano, anche lui della cooperativa medica Kos. Se c'è chi sostiene che l'organizzazione sia ancora in fase embrionale, c'è anche chi oggi comincerà a vaccinare, convinto che dell'effettiva efficienza del sistema. «Questa mattina comincerò la somministrazione delle prime 140 dosi ad anziani e persone fragili con la convocazione di 11 pazienti e una persona jolly, in caso dovesse venir meno qualcuno» fa sapere Pina Tommasielli, medico di base e componente dell'Unità di Crisi. «Possiamo conservare i flaconi in frigorifero per 30 giorni - aggiunge Tommasielli - e organizzare le convocazioni in base alla distribuzione dei vaccini che arriverà una volta a settimana». Su aghi e siringhe Tommasielli non considera necessaria la distribuzione «dal momento che rivendicare l'autonomia da vaccinatori significa anche gestire strumentario e presidi». 

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