Un legame profondo si sta instaurando tra Napoli e la Romania. A sancirlo è la figura del voivoda di Valacchia Vlad Tepes, personaggio di spicco del tardo medioevo, capace di respingere l'avanzata dei turchi ottomani e considerato in patria come un vero e proprio eroe nazionale.
Quasi dieci anni fa, un gruppo di studiosi dalla Basilicata, capitanati da Raffaello Glinni, individuò nel chiostro della chiesa di Santa Maria la Nova, cuore del centro storico di Napoli, la possibile tomba segreta di Vlad, morto in circostanze mai chiarite. La teoria è che il voivoda (che nell'800 ispirò a Bram Stoker la figura letteraria del vampiro Dracula) possa essere giunto - da vivo oppure da morto - nella città partenopea grazie a una sua figlia, Maria Balsa, la quale sposò un alto dignitario della Napoli Aragonese, Giacomo Alfonso Ferrillo.
Una storia alla quale hanno aperto in parte anche in Romania se si considera un progetto su Napoli avviato e finanziato dalla Società Culturale Storica “Mihai Viteazul” di Plojesti con il supporto del governo rumeno attraverso il Dipartimento per i Rumeni nel mondo, da “Palazzo Italia Bucarest”, dell’Asociatia Lucani nei Balcani e con il sostegno del Complesso Monumentale Santa Maria la Nova diretto da Giuseppe Reale. A suggello dei nuovi e intensi rapporti, su idea di Mircea Cosma, presidente della Societatea Cultural-Istorică Mihai Viteazul, un busto di Vlad Tepes è stato collocato davanti alla presunta tomba del voivoda nel chiostro della monumentale chiesa, divenuta una vera e propria attrazione turistica negli ultimi anni.
Il busto, alto 1,10 metri, è posto su un imponente basamento rivestito in pietra di Vrata ed è stato realizzato dallo scultore George Dumitru, in collaborazione con SC Marmodesign SRL di Ploiești.