«Feltrinelli di piazza dei Martiri riapre a giugno, nuovi spazi per i giovani»

Il direttore del punto vendita di Chiaia

«Feltrinelli di piazza dei Martiri riapre a giugno, nuovi spazi per i giovani»
di Gennaro Di Biase
Venerdì 27 Gennaio 2023, 09:19 - Ultimo agg. 28 Gennaio, 09:53
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«Di sicuro, nel mondo del commercio e anche in tanti aspetti della vita, arrivati a una certa età ci si deve rifare il look, e per noi era arrivato il momento, dato che Feltrinelli ha aperto in piazza dei Martiri 21 anni fa».

Inizia così la sua intervista Mario Macchione, direttore del punto vendita chiuso per restyling da metà gennaio «fino a maggio giugno continua . Ci tengo a sottolineare però che il presidio culturale della Feltrinelli sul territorio partenopeo non si fermerà in questi mesi: gli eventi proseguiranno nel nostro punto vendita della Stazione Centrale e in altri spazi esterni, come Foqus, il Goethe Institut e l'Istituto per gli Studi Filosofici. La nuova libreria di via Santa Caterina sarà più smart, costruita intorno ai giovani, alla tecnologia, alle sale esperienziali e alle «esigenze espresse dal territorio».

Cosa può anticiparci sul nuovo stile della libreria di piazza dei Martiri?
«Sarà una rivisitazione degli spazi pensata per venire incontro a un pubblico di fasce d'età che spingono, senza dimenticare naturalmente i lettori adulti.

A fine maggio-inizio giugno riapriremo i battenti. E rifaremo il catalogo. Ospiteremo dai 37mila fino ai 40mila titoli, dal momento che - ci tengo a sottolineare -, dopo i lavori, la superficie di vendita resterà del tutto invariata rispetto a prima».

Però ci sarà il sacrificio del piano meno due, che non sarà più di Feltrinelli. Dove si terranno le presentazioni e gli eventi?
«Lo spazio per gli eventi ci sarà, probabilmente al piano meno uno, ma i progetti sono al momento in fase di ultimazione. Il modello della ristrutturazione è stato pensato apposta per la città di Napoli: ospiterà il meglio che Feltrinelli ha sperimentato in altre città, e ammoderneremo la libreria in ascolto con le esigenze del territorio. Napoli è una delle piazze editoriali più importanti d'Italia. Sono a via Santa Caterina da tre anni, e posso garantirle che non si perderà il forte legame che ci lega da sempre con gli editori napoletani».

Le vendite come andavano prima del restyling?
«I trend erano particolari: abbiamo dovuto affrontare la pandemia, e i mercati sono ancora falsati dall'emergenza sanitaria. C'era un calo percentuale. Dall'altro lato sono poi arrivati Amazon e il mercato online, che hanno tolto fette di mercato ai negozi fisici. È stata un'ulteriore sfida, ma siamo ancora vivi. Non ci sarà più il bar, ma avremo più spazio per libri. E anche per i teen-ager, che sono i futuri lettori. Questo è uno dei nostri obiettivi fondamentali. Ci saranno zone esperienziali e aree per un pubblico transgenerazionale».

Cioè saranno allestite stanze per video-game, come nella Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano?
«Questo è ancora in fase di studio».

Cosa piace al pubblico di Chiaia?
«Il romanzo la fa sempre da padrone, con autori come Parrella, Ferrante e de Giovanni. Ma punteremo forte anche sui manga, per esempio, che sono entrati con vigore nelle librerie e portano tanti giovani tra gli scaffali, avvicinandoli non solo alla fumettistica ma anche alla lettura classica di romanzi. Tra i generi più venduti, negli ultimi due o tre anni, annoveriamo titoli per la fascia d'età tra i 15 e i 20 anni: la Kingsley è andata fortissimo tra i diciottenni, ma sono molto venduti anche Zerocalcare ed Erin Doom».

A Chiaia latitano i punti vendita. Come si rilancia il mercato del libro napoletano?
«Parliamo di un tema nazionale. Napoli resta una delle piazze più importanti del Paese. Per recuperare lettori è essenziale l'approccio al cliente: serve istituire un dialogo con i lettori. Anche i librai devono essere grandi lettori, in primis, solo così, con la passione, si invoglia all'acquisto. La passione fa la differenza».

C'è l'idea di lanciare un progetto Iocisto a Chiaia. Che ne pensa?
«La presenza di altre librerie non può che migliorare lo status di ogni zona di una metropoli. Culturalmente, Chiaia è di sicuro uno dei quartieri più importanti di Napoli. Economicamente è probabilmente difficile da sostenere. Gli affitti sono alti anche per chi cerca casa, glielo dico per esperienza».
 

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