Guide turistiche, la svolta: stretta per l’esame di Stato, in Campania sono duemila

Santanchè: è la riforma attesa 10 anni. La Regione: argine all’esercito di abusivi

Turisti a Napoli
Turisti a Napoli
di Valerio Iuliano
Sabato 9 Dicembre 2023, 07:42 - Ultimo agg. 10 Dicembre, 08:17
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La riforma è stata approvata, dopo oltre dieci anni. Per svolgere l’attività di guida turistica occorrerà superare un esame di abilitazione - o essere in possesso di un titolo estero abilitante - che consentirà di accedere all’elenco nazionale. Per le guide turistiche attuali- circa duemila in Campania e 25mila in Italia - non ci saranno esami da sostenere. Saranno automaticamente iscritte all’elenco nazionale, dopo aver inoltrato una semplice domanda. Sono queste alcune delle principali novità contenute nel ddl approvato alla Camera, scaturito dall’abbinamento di un provvedimento del governo con tre disegni di legge di iniziativa parlamentare. Il provvedimento è in attuazione al Pnrr che prevede la regolamentazione della professione della guida turistica.

In Campania la riforma fa discutere ma si tratta di un provvedimento che tutti attendevano, considerata l’incidenza sempre più elevata del comparto all’interno dell’economia regionale. La regolamentazione di questa attività veniva auspicata da tutte le categorie, anche e soprattutto per combattere la piaga sempre più diffusa dell’abusivismo. 


L’esame sarà indetto almeno una volta l’anno dal ministero del Turismo e consisterà in una prova scritta, una orale ed una pratica.

Per accedere all’esame sarà necessario avere almeno una laurea triennale e la certificazione di almeno due lingue straniere, di cui una con un livello di competenza C1 e la seconda B2. Dopo aver superato l’esame di abilitazione ed essersi iscritta nell’Elenco nazionale, la guida turistica potrà esercitare la professione su tutto il territorio nazionale. Come le altre professioni regolamentate, le guide turistiche avranno l’obbligo dell’aggiornamento professionale, con cadenza triennale, seguendo corsi teorici e pratici organizzati dal ministero.

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«Dobbiamo essere orgogliosi - spiega la ministra del Turismo Daniela Santanchè - di aver raggiunto questo importante traguardo, reso possibile anche grazie alla fondamentale collaborazione che il ministero ha avviato con le associazioni delle guide turistiche, che ci ha portati a trovare una sintesi efficace sulla disciplina. Considerando l’attuale frammentazione regionale, era necessario definire un ordinamento professionale univoco e uno standard omogeneo dei livelli prestazionali, nonché uno strumento di contrasto all’abusivismo, per quella categoria di operatori che rappresentano la colonna portante e il biglietto da visita per chi viene in Italia. Sono consapevole che, come accade in occasione di ogni cambiamento, anche questa riforma attirerà delle polemiche su di sé, ma si trattava di un passaggio necessario per rivolgere la dovuta attenzione a una figura che non era mai stata valorizzata tanto quanto adesso. Parliamo di una legge attesa da oltre dieci anni».

«Anche noi abbiamo sostenuto, come Regione, la riforma ministeriale» sottolinea l’assessore al turismo Felice Casucci. «Auspichiamo che si facciano dei passi in avanti per mettere in campo persone competenti e che ci siano i concorsi - prosegue l’assessore regionale - perché c’è un’aspettativa molto elevata. C’è una grande quantità di beni culturali di rilievo che richiedono una notevole professionalizzazione. Con la disoccupazione giovanile che imperversa, è tanto più urgente questo upgrade nella formazione ed è fondamentale il tema del merito. Il fatto che si facciano degli esami è positivo per tutti». Casucci evidenzia che «c’è una battaglia da fare contro l’abusivismo molto frequente nei centri turistici accreditati. I Comuni dovrebbero vigilare di più per eliminare il fenomeno». Anche per per il presidente nazionale dell’Abbac - l’associazione dei bed and breakfast e affittacamere - Agostino Ingenito il nodo formazione è importante, ma avverte perché le istituzioni vigilino affinché «il costo delle certificazioni non diventi discriminante per chi ha meno disponibilità economiche». 

Il tema in Campania è certamente molto sentito. D’altronde i numeri dei flussi turistici in regione parlano da soli. Occhio alle recentissime elaborazioni Svimez sui dati Istat presentate agli inizi dello scorso mese. La Campania è la prima regione per flussi turistici nel Mezzogiorno nel 2022, con una differenza tra le province perché i turisti italiani prevalgono in media rispetto a quelli stranieri tranne che nel capoluogo. Principali motivi di attrazione la cultura (44%), natura (12%) ed enogastronomia (10%).

È naturale dunque che a fronte di questi grandi numeri nei flussi ci sia un esercito di lavoratori impegnati nel settore tra guide turistiche, semplici accompagnatori e guide vulcanologiche. Ed è altrettanto conseguente il proliferare di uno stuolo di abusivi che sprovvisti di titoli necessari, non riconosciuti dagli albi regionali che vengono periodicamente aggiornati, cercano di entrare nel mercato. Nella riforma Santanchè ecco gli strumenti per arginare il rischio.

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