«Museo della pasta a Pontedassio, è scippo ma Gragnano non si ferma»

«Museo della pasta a Pontedassio, è scippo ma Gragnano non si ferma»
di Fiorangela d'Amora
Domenica 12 Dicembre 2021, 09:00
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Fondi del ministero della Cultura al comune ligure di Pontedassio e non a Gragnano per la realizzazione del Museo nazionale delle Paste Alimentari. Il caso fa sobbalzare dalla sedia la comunità gragnanese che proprio non ci sta. «Gragnano è capitale mondiale della pasta e avrà il suo museo perché i fondi già ci sono». Non ha dubbi il sindaco Nello D'Auria che ha tra le mani la determina che presto passerà in giunta. Il progetto è quello del 2008, quando arrivò Marisa Laurito per tagliare il nastro di un cantiere che sarebbe dovuto partire a breve. Allora il sindaco era Michele Serrapica e la volontà dei pastai gragnanesi avviò il sogno di un'intera comunità. «Faccio i miei migliori auguri al Comune di Pontedassio per il suo progetto - spiega D'Auria - Posso solo aggiungere che il Comune che mi onoro di guidare è in fase molto avanzata di progettazione del MuPaG, il Museo della Pasta di Gragnano, dopo lunghi anni di attesa. Una prima gara, per il restauro dell'immobile in cui avrà sede il museo, è stata appena aggiudicata». Il museo nascerà nell'ex monastero di San Michele Arcangelo grazie a un doppio finanziamento di oltre 310mila euro, elargiti da tre pastifici (Garofalo Spa, Di Martino Gaetano e Fratelli Spa e Liguori Spa) nell'ambito dell'Art Bonus mentre la restante parte, pari a quasi due milioni e mezzo, arrivano dalla Città Metropolitana di Napoli nell'ambito del proprio Piano Strategico. Il bando più recente invece, che riguarda il ministero della Cultura, ha visto partecipare tra gli altri Gragnano e il Comune di Pontedassio in Liguria: la somma concessa è pari a 466mila euro e consentirà di realizzare lo storico museo degli spaghetti creato dalla famiglia Agnesi.

«Non escludo di aver fatto richiesta di altri fondi durante il mio mandato - spiega l'ex sindaco Paolo Cimmino - si partecipa a tutte le opportunità che si presentano. Ma il museo della pasta è già definito, la gara assegnata e i fondi arrivati. Questo non è in discussione». Insomma Gragnano ha forse partecipato e perso: in ogni caso la notizia sembra aver messo in discussione il primato della città della pasta in provincia di Napoli. «Si tratta di due vicende del tutto diverse che non possono andare in competizione - spiega Giuseppe Di Martino, titolare dell'omonimo pastificio - Agnesi è certamente una famiglia storica di pastai che realizzerà il suo museo di famiglia, a Gragnano faremo invece un centro culturale che rappresenta un intero territorio, una tradizione che coinvolge un'intera popolazione».

Di Martino, che ha fatto della sua pasta un brand esportato in tutto il mondo come altre famiglie storiche gragnanesi, quasi sorride all'idea che Gragnano venga scippata della caratteristica di città della pasta. La richiesta di finanziamento accettata dal ministero a discapito di Gragnano sembra essere per la comunità dei Monti Lattari poca cosa, quello che sembra stare più a cuore a tutti è il primato che Gragnano non può e non deve perdere. 

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I lavori per la realizzazione del Museo sono già stati aggiudicati per un importo complessivo che safiora i due milioni e ottocentomila euro: prevedono la rifunzionalizzazione dell'ex monastero di San Michele Arcangelo dove al piano terra saranno ubicate le gallerie,  le sale espositive e quelle di degustazione nonchè tutti gli ambienti propri del Museo della Pasta (bookshop, archivio fotografico, sale proiezioni). «Il concept del nuovo museo è stato delineato - conclude il sindaco D'Auria - sarà un museo green, fortemente radicato sul territorio e con un forte contenuto esperenziale, anche grazie alle tecnologie innovative che saranno impiegate. La progettazione strategica del nuovo museo è stata affidata al professore Ludovico Solima, dell'Università Vanvitelli, uno dei massimi esperti di economia della cultura a livello nazionale. I locali siti al piano ammezzato saranno destinati in parte a laboratori di pasticceria e pasta ad uso didattico e in parte ad archivi, depositi e locali tecnici a servizio dell'area espositiva. Gli ambienti al primo piano saranno, infine, destinati in parte a scuola di formazione di cucina». 

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