Sud, il lavoro c'è ma non si trova: il convegno del Mattino alle 17.30 al Museo Diocesano

Sud, il lavoro c'è ma non si trova: il convegno del Mattino alle 17.30 al Museo Diocesano
di Nando Santonastaso
Martedì 25 Giugno 2019, 10:30 - Ultimo agg. 8 Agosto, 16:23
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Lo dicono, spesso sottovoce, gli imprenditori di un po' tutti i settori produttivi. Lo ribadiscono le statistiche ufficiali, anche se questa tipologia di dati finisce spesso per scivolare in secondo piano. Ci sono profili e competenze professionali al Sud che non si trovano anche se qui, nel Mezzogiorno, mancano ancora all'appello circa 300mila posti di lavoro rispetto alla prima crisi economica del 2008, il tasso di disoccupazione giovanile è nettamente più alto della media nazionale e la fuga dei cervelli o semplicemente di persone in cerca di un'occupazione stabile, e magari spendibile con il titolo di studio conseguito, continua senza sosta. Il paradosso è evidente perché l'offerta di lavoro inevasa, sebbene fondata su percentuali non clamorose, non riguarda solo gli skill del futuro, quelli cioè nati e cresciuti all'ombra della rivoluzione tecnologica e digitale.

La loro disponibilità sul mercato del lavoro locale è solo da pochi anni in crescita (e peraltro Napoli, grazie soprattutto all'investimento della Federico II nel polo di San Giovanni a Teduccio, è già adesso una delle capitali italiane di riferimento). Il fenomeno coinvolge anche mestieri e attività più tradizionali perché le imprese fanno sempre più fatica a trovare saldatori, elettricisti o manutentori affidabili. E persino gli armatori, o i produttori di mozzarella e i grandi chef si lamentano dell'ormai cronica difficoltà di reperire manodopera qualificata.



Che sta succedendo? C'è un problema di scarsa formazione o di scarsa attitudine a standard di lavoro sicuramente più impegnativi e di qualità del passato e dunque meno appetibili da giovani disoccupati? E la cosiddetta «terza via del Sud», ovvero l'imprenditoria fai da te rivolta soprattutto ai giovani, fino a che punto è praticabile? A queste e alle tante altre riflessioni che il tema suggerisce, Il Mattino ha deciso di dedicare un ampio approfondimento attraverso il convegno in programma oggi alle 17,30 presso il Museo diocesano di Napoli in via Duomo (ingresso libero). Ne parleranno, stimolati dalle domande del direttore Federico Monga e dei giornalisti, esponenti di primo piano del mondo bancario, come i presidenti di UniCredit Fabrizio Saccomanni e delle Fondazioni bancarie Giuseppe Profumo, manager pubblici come Domemico Arcuri, ad di Invitalia, imprenditori di primo piano nel panorama industriale, agroalimentare e dell'innovazione non solo del Mezzogiorno ma dell'intero Paese giacché, come emerso anche dalla precedente iniziativa dedicata dal Mattino alle storie di successo del Sud e della Campania, le risorse meridionali sicuramente non mancano. Sarà un confronto arricchito, come ormai è consuetudine per le iniziative del nostro quotidiano, dal video prodotto dal team del Giffoni Film Festival, e da un inserto di 40 pagine realizzato con il contributo degli ospiti della serata e di altre testimonianze che sarà accluso all'edizione odierna del giornale.

L'obiettivo non è solo di focalizzare l'attenzione sul tema ma anche di capire dove e perché si inceppa il sistema, cosa impedisce cioè il normale incontro tra domanda e offerta di lavoro anche quando ci sono i presupposti normativi e i fondi per riuscirci. E soprattutto alzare l'asticella sui rischi che questo scenario sta producendo ad una classe o addirittura ad una generazione di giovani (e non solo) che potrebbe non uscire più dalla marginalità occupazionale in cui si ritrova.

Perché se fino a pochi anni fa bastava in fondo poco per lavorare part time o da stagionale come cameriere o a bordo di una nave, oggi serve molto di più. È il cambio di passo imposto da economie sempre più globalizzate, nelle quali la sfida è sulle competenze e sulla conoscenza, anche senza scomodare i nuovi saperi. Il Mattino prova ad intercettare questa sfida ben consapevole che ci sarà bisogno di tutti per vincerla, dalle banche alla scuola, dall'impresa innovativa al grande cuoco stellato. E che la posta in palio va bene al di là di un evento.

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