Napoli, Santa Maria La Nova ritrova i suoi affreschi

Iniziato il restauro dei dipinti secenteschi di Simone Papa nel chiostro minore

Il restauro degli affreschi a Santa Maria La Nova
Il restauro degli affreschi a Santa Maria La Nova
di Cristiano Tarsia
Giovedì 11 Aprile 2024, 10:30 - Ultimo agg. 10:41
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Oltraggiati dal tempo e ancora di più dalla mano dell’uomo, gli affreschi che ornano il chiostro di Santa Maria La Nova torneranno a splendere tra quattro mesi. Sarà rimesso a nuovo il cortile di San Giacomo La Marca. Un tempo, neanche tanto lontano, negli anni ‘90, era usato come parcheggio. Abusivo ovviamente. Dovette intervenire la Procura per fermare lo scempio. Altri tempi, perché l’immenso complesso francescano ha invertito la rotta e ogni tanto recupera pezzi al degrado e all’abbandono. Tanto è stato fatto, ancora molto, vista proprio la grandezza del monumento eretto in epoca angioina, resta da fare. 

Da quattro anni la srl San Martino Alberghi (proprietaria del San Francesco al Monte) sta procedendo al restauro dell’edificio. Scommessa partita, come conferma Francesca Pagliari, in piena era Covid. «Abbiamo avviato, proprio con l’Art Hotel San Francesco, una tradizione nel campo dell’imprenditorialità turistico-ricettiva, per la capacità di tenere insieme l’arte dell’accoglienza con la cultura della valorizzazione di importanti beni storico-artistici della nostra Napoli».

Un’idea nata proprio dai rapporti con l’Ordine francescano.

Per la crisi delle vocazioni a Santa Maria la Nova, nato nel 1279, per concessione di Carlo I d’Angiò, non c’era ormai più nessuno dei frati minori a occuparsi di quella che era stata una delle loro principali case a Napoli.

Ora c’è un museo, che appunto strappa spazi all’incuria, alle scelleratezze e anche alle ruberie di anni. «Nel complesso ci sono opere importanti, quadri e statue», spiega il direttore Giuseppe Reale, «abbiamo audioguide in più lingue. I napoletani si lamentano che sia stato messo un costo al complesso. Gli stranieri, invece, ci dicono che il prezzo è basso per quello che offriamo». Santa Maria la Nova offre sempre nuove sorprese, proprio per la sua storia quasi millenaria e le tante ricostruzioni che ha subito negli anni per i motivi più disparati, tanto che dell’originario impianto gotico c’è poco o nulla. C’è poi la questione della tomba di Dracula, con il busto di Vlad Țepeș, figura leggendaria in Romania, morto tra l'ottobre e il dicembre 1476, alla quale si ispirò Bram Stoker. La statua è stata posta a ottobre dinanzi al sepolcro del suocero Matteo Ferrillo e potrebbe contenere le sue spoglie. 

 

E tra i tesori da mostrare entreranno pieno titolo gli affreschi di Simone Papa, pittore del Seicento napoletano. La «Deposizione di Cristo» è quello più importante. Ci lavorano quattro studentesse affiancate da quattro tutor del Suor Orsola Benincasa. «Il lavoro dei nostri studenti a Santa Maria La Nova», spiega il rettore Lucio D’Alessandro, anche vicepresidente del Cnr, «è una delle tante testimonianze concrete della vocazione pratica del nostro sistema didattico ed in particolare è uno dei tanti impegni al servizio del patrimonio culturale della nostra città che assumiamo con il nostro corso di laurea in Conservazione e restauro dei beni culturali». Per l’Unisob seguono il progetto Paola Villani, direttrice del dipartimento di Scienze umanistiche, e Pasquale Rossi, presidente del corso di laurea magistrale in Conservazione e restauro dei beni culturali, oltre a Chiara Scippa e Giorgio Trojsi.

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Sui dipinti del Papa c’è una grossa coltre di idrocarburi, retaggio appunto dell’uso distorto del chiostro, in più pezzi di intonaco caduti. Oltre a un restauro fatto nell’800 un po’ sui generis, secondo le competenze dell’epoca. Ma già ieri gli affreschi dopo le prime spolverate avevano assunto una nuova luce.

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