Napoli zona gialla, riaprono i musei dal Palazzo Reale al Mann: «Pronti a ripartire ma non sarà facile»

Napoli zona gialla, riaprono i musei dal Palazzo Reale al Mann: «Pronti a ripartire ma non sarà facile»
di Giovanni Chianelli
Domenica 17 Gennaio 2021, 10:30
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Meno uno. Domani, con la regione in zona gialla, riaprono quasi tutti i musei di Napoli e della Campania, tranne gli scavi archeologici di Oplonti, il Mav di Ercolano, la cappella Sansevero, il museo del tesoro di San Gennaro; martedì riparte il circuito Ville vesuviane. Così dal lunedì al venerdì - il dpcm tiene chiusi gli spazi nel weekend - può tornare a riaffacciarsi su mostre, reperti e collezioni almeno il pubblico locale. È infatti il turismo di prossimità l'espressione che più ricorre nelle dichiarazioni dei direttori dei musei, oltre l'entusiasmo per la parziale ripresa. «Finalmente diamo spazio all'anima», dice Paolo Giulierini, direttore del Mann, «Siamo entusiasti di riaprire per i visitatori napoletani e campani. 200 persone al giorno la capienza, partiamo con cautela, poi si vedrà». Capodimonte riapre con l'inaugurazione della mostra «L'Ottocento e la pittura di storia: Francesco Jacovacci» e un biglietto omaggio a chi visita museo e bosco in compagnia per la prima settimana di ripresa. Riparte pure il Pio Monte della Misericordia.

A Palazzo Reale il nuovo direttore Mario Epifani aveva dovuto chiudere dopo quattro giorni dall'esordio, per via della chiusura di novembre: «Posso così fare il mio quinto giorno col Palazzo aperto», scherza oggi. È il vero debutto anche per la gestione autonoma del museo: oltre metà degli ambienti hanno un nuovo impianto di illuminazione e, dopo anni di lavori, «finalmente sono aperte tutte le 30 sale del percorso di visita», spiega Epifani. Ingressi: 15 persone ogni 15 minuti. Per le aree archeologiche riaprono Pompei e Stabiae - possono entrare gruppi di massimo 5 persone, 10 se accompagnati da guide - ed Ercolano, dove il direttore Francesco Sirano parla di «nostro contributo alla ripresa, pur in un una nuova normalità. Riapriamo soprattutto per le comunità territoriali, che così hanno la possibilità di godersi l'aria aperta e la storia». La chiusura forzata non è stata solo un danno: «Ci siamo sforzati di lavorare a contenuti che possano integrare reale e virtuale, in modo da poter approfondire la conoscenza del sito oltre la visita». Il pubblico ritrova l'esposizione «Splendori» con una statua in più, quella dell'Idra di Lerna recentemente restaurata. 50 ingressi ogni mezz'ora la capienza del sito. Anche Gabriel Zuchtriegel, che dirige i parchi archeologici di Paestum e Velia, punta sui visitatori della zona: «Il nostro è prima un bene destinato agli abitanti del territorio e poi ai turisti», conferma. 170 ingressi a Paestum, gruppi di 10 per turno a Velia. Il numero uno della Reggia di Caserta Tiziana Maffei ragiona invece sullo «spirito di servizio.

Serve qualcosa di simbolico per ridare slancio al Paese, tocca a noi dei beni culturali. Vogliamo quindi coccolare il nostro pubblico». 

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Nonostante la riapertura sia graduale (già martedì 19 è giorno di chiusura settimanale e il 20 gennaio è la festa patronale di Caserta) parla di grande fermento nella Reggia che dall'anno scorso è museo autonomo. «La mostra Terrae Motus adesso è distribuita nel percorso tradizionale, l'abbiamo spostata dall'ala dove era collocata prima. Così il pubblico trova nell'itinerario ordinario questa esposizione per riflettere sui parallelismi tra terremoto e pandemia». Poi sono state aperte sale segrete e scalinate ancora non viste: «Il ripristino di questi spazi dona agli appartamenti della Reggia una prospettiva inedita». Solo gli ingressi conoscono un'ulteriore restrizione, passando da 120 a 50 ogni quarto d'ora. Accenni polemici da parte di Paolo Iorio, direttore del museo del Tesoro di San Gennaro: «Penalizzato rispetto ai musei pubblici, per il mio museo riaprire è antieconomico». 

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