Realtà aumentata e intelligenza artificiale, ecco il Museo in Bolle creato dagli studenti di Righi e Genovesi per l'Università Federico II

Contenuti digitali innovativi creati per il sito del museo di Antropologia

Progetto presentato al museo di Mineralogia
Progetto presentato al museo di Mineralogia
di Mariagiovanna Capone
Sabato 4 Marzo 2023, 16:39 - Ultimo agg. 18:14
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Università, scuola e aziende. Un trittico inusuale che è stato sperimentato grazie ai PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento), progetti obbligatori per tutti gli studenti dell'ultimo triennio delle scuole superiori che hanno l’opportunità di muovere i primi passi nel mondo del lavoro e acquisire competenze e conoscenze che gli torneranno utili in futuro. L’occasione per sperimentare questa sinergia è venuta dall’Università degli Studi di Napoli Federico II che, nell'ambito delle iniziative per gli 800 anni che si celebreranno nel 2024, ha pensato di far implementare con contenuti digitali innovativi creati dagli studenti dell’ITI Righi e liceo Genovesi il sito del Museo di Antropologia.

Il progetto è stato quindi portato avanti per un anno dalle classi selezionate dai dirigenti scolastici Giovanna Martano e Vittorio delle Donne, grazie alle docenti Monica Iacopino e Maria Teresa Conte che si sono interfacciate con i referenti del Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni (DEMI), del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione (DIETI), del Museo di Antropologia federiciano ma anche della società Micron Semiconductor Italia di Arzano che ha messo a disposizione dei ragazzi guide competenti e materiali necessari. È nato così Museo in Bolle, strutturato per il Museo federiciano di Antropologia ma che in futuro potrebbe essere declinato anche per le altre restanti quattro strutture espositive dell’ateneo.

I gruppi di lavoro sono stati due: uno più informatico, naturalmente costituito dai ragazzi dell’Istituto Tecnico Industriale di Fuorigrotta, e uno storico-umanistico, con quelli del classico di piazza del Gesù. 

La presentazione è avvenuta al Museo di Mineralogia del Centro Musei della Federico II, un luogo profuso di storia che ha accolto in questa occasione lo sguardo sul futuro attraverso Museo in Bolle. Ad accogliere gli studenti che hanno illustrato il loro progetto, il rettore Matteo Lorito, il direttore del Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche Piergiulio Cappelletti, la delegata di Unina 2024 Valentina Della Corte, il direttore del DEMI Adele Caldarelli, Massimo Iaculo, site leader di Micron, e Antonio Parlati, direttore del Centro di Produzione Rai di Napoli. Particolarmente soddisfatto per il progetto messo a punto dai ragazzi è stato il rettore Lorito perché «anche con un singolo progetto siete stati in grado di produrre un grande lavoro, con cui avete aumentato le vostre competenze», mentre è stato palese l’orgoglio dei dirigenti per il lavoro svolto «occasione unica per coniugare sapere tecnologico e umanistico. Dimostrazione che la scuola è anche far entrare in maniera fluida il mondo del lavoro» come sottolineato da Martano, «iniziativa per dare uno sguardo al possibile percorso professionale, in cui hanno potuto unire esperienza e ingegno» per Delle Donne. 

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Circa quaranta gli studenti coinvolti nei due gruppi. Quelli del Righi hanno utilizzato software open source per far “parlare” alcuni calchi presenti nella collezione etnografica, in particolare usando il deep fake ossia una tecnica basata sull'intelligenza artificiale, che solitamente viene usata per combinare e sovrapporre immagini e video esistenti con video o immagini originali. In questo caso gli studenti hanno sovrapposto solo le voci degli attori Cristina Donadio e Antonello Cossia ai calchi che hanno mosso le labbra come se stessero realmente parlando, anzi raccontando la loro storia, come spiegato da Sara De Marco, Simone Ciotola, Gaia Russo, Francesco Ratto della 5B Informatica, che hanno anche realizzato una ricostruzione tridimensionale delle sale per offrire una visita immersiva ai visitatori online attraverso la realtà aumentata. La storia narrata dai calchi e la sintesi delle raccolte è stata invece ricostruita dagli studenti del Genovesi come spiegato dalla studentessa Elisa Baiano della 5A. 

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