Teatro San Carlo di Napoli, l'orchestra suona in strada per protesta

Continua l'agitazione per il mancato rinnovo del contratto nazionale e ottenere l'assunzione di precari e idonei nelle graduatorie dei concorsi dopo i vincitori

La protesta davanti al teatro lirico di Napoli
La protesta davanti al teatro lirico di Napoli
Domenica 22 Ottobre 2023, 19:59 - Ultimo agg. 20:05
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Musica per protesta. Davanti al San Carlo l'orchestra del teatro suona il canone di Pachelbel, l'intermezzo della Cavalleria rusticana e 'O sole mio. Lo fa per due ragioni. L'agitazione nazionale è per il mancato rinnovo del contratto, atteso da vent’anni, che ha già portato i sindacati a proclamare lo sciopero per tutte le prime della stagione lirico-sinfonica in Italia. La vertenza partenopea si deve invece all’intenzione di non assumere i precari: una scelta comunicata alla rsu dalla fondazione lirica e argomentata ulteriormente, nei giorni scorsi, in una nota inviata alla stampa.

Nella ricostruzione, si parte dal concorso di giugno 2022 per individuare tre tenori, tre baritoni, un contralto, quattro bassi e un mezzosoprano, e da un altro bando pubblicato tre mesi dopo, datato settembre 2022, per reclutare un soprano, sempre nel coro. Tredici professionisti sono così entrati a tempo indeterminato. Restano, però, quattro posti disponibili, in aggiunta a quelli assegnati, che potrebbero essere ricoperti dagli idonei nelle stesse graduatorie, spesso artisti «storici» del San Carlo.

Ma le sezioni unite della Corte di Cassazione ha precisato che si può essere stabilizzati superando il concorso e non più dopo 36 mesi di attività: si tratta di regole «inderogabili e imperative», avvertono i vertici della fondazione che motivano così «l’obbligo di ricorrere a procedure selettive pubbliche» con «requisiti di trasparenza e imparzialità», escludendo alternative. «Ragionare diversamente», affermano nel documento, esporrebbe l’ente a violazioni. 

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I sindacati non sono d’accordo e, come risposta, si rivolgono direttamente al sindaco Gaetano Manfredi, che presiede la fondazione lirica, chiedendogli di intervenire «con urgenza». Sottolineano in una lettera: «La gestione del teatro è fonte di frizioni e di un clima lavorativo inaccettabile»; le decisioni prese «non solo contraddicono le promesse fatte, ma sono particolarmente gravi» in una città con «alti tassi di disoccupazione». Rimarcano: «È necessario che gli idonei al concorso vengano assunti immediatamente, che si metta fine ai licenziamenti ingiustificati e che sia rivista la direzione del teatro per instaurare un ambiente di lavoro sereno e produttivo». La battaglia, dunque, continua. Per ora scapito di «Maometto II» e del suo pubblico non fuori ma in teatro: l'opera di Gioachino Rossini in programma il prossimo mercoledì è cancellata proprio per lo sciopero di musicisti, artisti del coro e ballerini.

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