Musica per protesta. Davanti al San Carlo l'orchestra del teatro suona il canone di Pachelbel, l'intermezzo della Cavalleria rusticana e 'O sole mio. Lo fa per due ragioni. L'agitazione nazionale è per il mancato rinnovo del contratto, atteso da vent’anni, che ha già portato i sindacati a proclamare lo sciopero per tutte le prime della stagione lirico-sinfonica in Italia. La vertenza partenopea si deve invece all’intenzione di non assumere i precari: una scelta comunicata alla rsu dalla fondazione lirica e argomentata ulteriormente, nei giorni scorsi, in una nota inviata alla stampa.
Nella ricostruzione, si parte dal concorso di giugno 2022 per individuare tre tenori, tre baritoni, un contralto, quattro bassi e un mezzosoprano, e da un altro bando pubblicato tre mesi dopo, datato settembre 2022, per reclutare un soprano, sempre nel coro. Tredici professionisti sono così entrati a tempo indeterminato. Restano, però, quattro posti disponibili, in aggiunta a quelli assegnati, che potrebbero essere ricoperti dagli idonei nelle stesse graduatorie, spesso artisti «storici» del San Carlo.
I sindacati non sono d’accordo e, come risposta, si rivolgono direttamente al sindaco Gaetano Manfredi, che presiede la fondazione lirica, chiedendogli di intervenire «con urgenza». Sottolineano in una lettera: «La gestione del teatro è fonte di frizioni e di un clima lavorativo inaccettabile»; le decisioni prese «non solo contraddicono le promesse fatte, ma sono particolarmente gravi» in una città con «alti tassi di disoccupazione». Rimarcano: «È necessario che gli idonei al concorso vengano assunti immediatamente, che si metta fine ai licenziamenti ingiustificati e che sia rivista la direzione del teatro per instaurare un ambiente di lavoro sereno e produttivo». La battaglia, dunque, continua. Per ora scapito di «Maometto II» e del suo pubblico non fuori ma in teatro: l'opera di Gioachino Rossini in programma il prossimo mercoledì è cancellata proprio per lo sciopero di musicisti, artisti del coro e ballerini.