L’Unesco riparte dallo «Spirito di Napoli» per tutelare il patrimonio culturale nel mondo

Il documento approvato a termine della “Cultural Heritage in the 21st Century”

Audrey Azoulay
Audrey Azoulay
di Alessio Liberini
Mercoledì 29 Novembre 2023, 21:49
3 Minuti di Lettura

«Riconosciamo il ruolo ispiratore svolto dalla città di Napoli nelle nostre risoluzioni, dimostrando una straordinaria integrazione di patrimonio naturale, culturale, materiale e immateriale». È la premessa posta alla base dello “Spirito di Napoli”. Il documento approvato a termine della “Cultural Heritage in the 21st Century” conclusa questa sera alla presenza dei delegati Unesco di ben 194 paesi del mondo, il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e la Direttrice Generale dell’Unesco, Audrey Azoulay.

«Napoli è una Pompei che non è mai stata seppellita – ha ricordato Azoulay - Non è una città, è un mondo.

Oggi, in un contesto geopolitico segnato dalle guerre, dalle fratture, dalla conflittualità, in questa città mondo i professionisti del mondo intero più di 90 esperti, si trovano per parlare un linguaggio comune, universale, della cultura e della scienza. Questa differenza geografica e di punti di vista ci è particolarmente preziosa: è un tesoro che sfida lo spazio e il tempo. Questa universalità si incarna anche nell'istituzione che rappresento, l'Unesco, che è stata pensata durante la Seconda guerra mondiale, nata subito dopo, e che ha sostenuto la pace attraverso la conoscenza, i patrimoni, l'informazione. Questa universalità è anche la lezione di Napoli, dove niente si cancella, tutto si stratifica».

Per la numero uno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, lo spirito di Napoli “è lo spirito di una città sempre in movimento in cui la cultura non è fissa, è viva, è popolare, cambia, si gusta. Una città iscritta al patrimonio mondiale dell'Unesco dal 1995, che ha saputo conservare la sua memoria negli edifici, nelle tradizioni, negli archivi”.

Video

La “Call for Action” difatti si pone l’obbiettivo di preservare le identità locali attraverso una serie di azioni, lanciando un appello a tutti gli Stati membri dell'Unesco affinché si salvaguardi il patrimonio culturale, sia materiale che immateriale. Tra i punti del documento spiccano diverse priorità come la sensibilizzazione sull'importanza di sfruttare l'interconnessione tra natura e cultura, garantire il benessere e il sostentamento sostenibile delle comunità locali e delle popolazioni indigene, promuovere un'istruzione di qualità, garantire l'inclusione sociale ed economica attraverso strategie e iniziative di conservazione e salvaguardia del patrimonio, rafforzare i partenariati, sostenere l'integrazione sistema della cultura nell'azione umanitaria, sviluppare politiche turistiche sostenibili.

«Oggi – conclude la Direttrice Generale dell’Unesco - lanciamo questa call for action per ripensare il nostro approccio alla protezione di ogni tipo di patrimonio culturale, integrando la prospettiva della protezione ponendo le popolazioni, la società civile e le popolazioni indigene al cuore di tutte le nostre azioni. Iscrivere i siti nelle liste non è una operazione fine a se stessa. Molti di voi lo hanno sottolineato e sono assolutamente d'accordo. Perché queste iniziative abbiano davvero importanza devono essere ben preparate e devono essere radicate in un impegno locale, basate sulla competenza scientifica, altrimenti quanto fatto negli ultimi 50 anni potrebbe essere minato e potrebbe venir meno la credibilità delle nostre azioni. Questo spirito di Napoli, questo appello di Napoli, è quello che incarna questa città, popolare e grandiosa, che ha saputo conservare la memoria del tempo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA