«La nostra è una società che vuole fare festa senza il festeggiato - ha tuonato - tra l'altro ipocrita, perché usufruisce dei vantaggi della festa, come le vacanze a scuola o al lavoro, ma non ne riconosce le origini cristiane. Ecco i natali »appezzottati«: quello negato dei regimi atei, svuotato dall'Occidente secolarizzato, o strumentalizzato». Monsignor Di Donna, poi, si è soffermato sulla politica nazionale, sottolineando come si stia assistendo «a un'opera di distrazione di massa, non saprei chiamare diversamente l'anestetizzazione di un intero popolo».
«Ci stanno facendo credere che i migranti siano il problema numero uno - ha sottolineato - mentre un'indifferenza generale regna su problemi molto più seri, che andrebbero al primo posto nell'agenda di Governo e delle altre istituzioni, come la mancanza cronica di lavoro, l'esodo massiccio dei giovani anche dalla nostra Acerra, che continuamente vanno via.
Ma soprattutto, una grande indifferenza regna mentre si consuma la secessione delle regioni ricche del Nord. Capisco un certo sano federalismo, ma non a condizione che le altre regioni, soprattutto del Sud, vengano penalizzate». Il presule non ha dimenticato di richiamare i problemi ambientali, affermando che la salvaguardia dell'ambiente «ormai è fuori programma nazionale e locale». «Quante promesse del Governo - ha concluso - tra l'altro con un ottimo ministro, il generale Costa, che ha fatto tanto per le nostre terre quando era comandante della Guardia Forestale, ma attendiamo ancora le bonifiche. Tutti quelli che contro gli inceneritori perché ritengono non siano la soluzione al problema dei rifiuti, non spendono una parola su Acerra: gli altri non li vogliamo ma quello si deve sacrificare. È una città martire, ma almeno ditecelo: vi dovete sacrificare per tutta la Campania, avremo una bella medaglia d'oro! E invece nessuno dice una parola».