Pd, tessere gonfiate in Campania: ​il voto degli iscritti rischia di saltare

Urne aperte solo nel feudo di De Luca, a Salerno il giallo del maxibonifico

Pd, in Campania esplode il caso tessere gonfiate
Pd, in Campania esplode il caso tessere gonfiate
di Adolfo Pappalardo
Sabato 4 Febbraio 2023, 23:51 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 12:47
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Mentre in tutta Italia nei circoli Pd si vota da due giorni, in Campania è già slittato tutto. Con una corsa contro il tempo perché la data ultima stabilita è quella di domenica prossima. Ma il voto potrebbe essere azzerato, così come le iscrizioni democrat, in molte cittadine dove il tesseramento è pieno di ombre.

Ad Avellino, a Caserta dove la mozione Schlein chiede di invalidare tutte le tessere e far intervenire gli organi nazionali mentre c’è un giallo a Salerno: dalla federazione Pd del capoluogo è partito un unico bonifico bancario monstre di 42.127,50 euro per pagare, è scritto nel verbale 1574 tessere. Procedura quanto meno anomala, visto l’importo che risulterebbe il pagamento unico più alto in Italia, che ha messo in allarme gli organi nazionali. Non solo perché a Salerno, si scopre ieri sera, è partito il voto nei circoli senza che ci fosse il via ufficiale dal regionale. E c’è il primo ricorso di questo congresso: è della mozione Schlein che chiede l’invalidamento. 

L’epicentro del caos, dell’ennesimo terremoto in salsa democrat stavolta ha il suo epicentro a Caserta. Qui dove le tessere si sono triplicate in tre giorni: circa 6mila rispetto alle appena 1968 dell’ultimo tesseramento del 2020 prima che il partito locale fosse commissariato. Con casi anomali in molti comuni del Casertano (vale per tutti Sessa Aurunca dove ci sono 1050 iscrizioni mentre a fine settembre i dem hanno ottenuto lì appena 1200 voti). «Siamo al lavoro sui controlli che ci hanno chiesto da Roma e abbiamo chiesto al Pd nazionale di avere tempo fino alla serata del 6 febbraio per poter far partire regolarmente i lavori congressuali locali», spiega Francesco Gatto, presidente della commissione di Terra di lavoro che accusa centrodestra e Azione: «Potrebbero aver lavorato per boicottare il nostro partito facendo essi stessi iscrizioni, in particolare nei comuni da noi governati». «In queste condizioni risulta compromesso il regolare svolgimento del congresso: è necessario che la commissione provinciale per il congresso respinga l’anagrafe demandando agli organi di garanzia nazionali ogni ulteriore decisione», attacca il coordinamento casertano della Schlein che chiede di fermare tutto e non validare il tesseramento.

Di parere opposto la mozione Cuperlo che per prima aveva lanciato l’allarme: «In Campania abbiamo il diritto di celebrare il congresso ovunque, come in tutta Italia, e di uscire finalmente dalle fasi di commissariamento che durano ormai da troppo tempo. Perseguiamo i casi opachi ma votiamo», ribatte la coordinatrice regionale del politico triestino, Camilla Sgambato. Nel mirino comunque c’è anche l’Irpinia dove un sindaco di un comune di Valle di Lauro, senza alcun ruolo nel Pd, ha pagato con unico bonifico decine e decine di tessere ubicate nei paesi della vallata. «L’altitudine e le rigide temperature di questi giorni hanno fatto sì che lievitassero le iscrizioni», ironizza un dirigente democrat di Napoli che, al momento, sembra l’unica città immune dai veleni. O meglio, quasi chiuse le formalità burocratiche, si è deciso di tagliare un migliaio di tessere perché non hanno rispettato il requisito di massimo tre iscrizioni per bonifico. E il voto potrebbe svolgersi già nelle prossime ore anche se la commissione regionale guidata da Franco Roberti non ha dato il via ad alcuna Federazione e non si riunirà di nuovo prima di domani. 

I riflettori, invece, ieri si puntano su Salerno. Da giorni, infatti, si vociferava di un maxi bonifico partito dalla Federazione locale con cui venivano pagate oltre un migliaio di tessere. «Non ci risultano al momento bonifici singoli per tante iscrizioni. Da regolamento si può fare dallo stesso conto corrente o con la stesa carta di credito il pagamento per tre tesseramenti e al momento non me ne risultano con più pagamenti», aveva detto, quasi sdegnato per le illazioni, il presidente della commissione salernitana, Giovanni Coscia.

Eppure nel verbale del 2 febbraio da lui firmato e spedito alla commissione regionale e nazionale viene messo agli atti come «la Federazione provinciale di Salerno ha provveduto ad eseguire un bonifico cumulativo di 42.127,50 la cui ricevuta si allega». In totale, è scritto sempre nello stesso verbale, «1574 tesserati cartacei». E ieri Coscia replica con una versione diversa: «Tutto lecito: i regolamenti congressuali permettevano un unico bonifico da parte del Pd provinciale».

Eppure, raccontano, a Roma sono saltati dalla sedia perché sarebbe l’unico caso in Italia di un pagamento di tale portata. Ma ieri in serata, sempre a Salerno la roccaforte del governatore De Luca (che appoggia Bonaccini), scoppia un altro caso: si è dato il via al voto in 11 circoli. «Ho inviato il calendario alla segreteria regionale campana», dice sempre il deluchiano Coscia. «Il regolamento è chiaro: occorrono almeno 48 ore di tempo per pubblicizzare il calendario dei congressi di circolo. Chiediamo l’annullamento del voto», controbattono dalla mozione Schlein annunciando ricorso. È il primo. Ma siamo solo all’inizio.
 

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