Catello Maresca candidato sindaco di Napoli: «Corro per la mia Napoli ma resto un civico»

Catello Maresca candidato sindaco di Napoli: «Corro per la mia Napoli ma resto un civico»
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 27 Maggio 2021, 10:30 - Ultimo agg. 28 Maggio, 07:16
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Parla di un progetto «civico, totalmente e autenticamente civico», anche se non chiude definitivamente la porta ai partiti (del centrodestra e a quanti vorranno offrire un contributo nella realizzazione del suo progetto). Inizia così, con una rivendicazione di civismo puro, la corsa alla candidatura di sindaco di Napoli di Catello Maresca, ex pm anticamorra, dopo aver ottenuto l'aspettativa elettorale dal Csm (all'unanimità). Dopo mesi di silenzio e ascolto, Maresca accetta di rispondere alle domande del Mattino, a margine della presentazione del suo ultimo romanzo (Nco, le radici del male, Rogiosi), ieri sera alla libreria Mondadori Rione Alto. 

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Qual è stato il momento in cui ha deciso realmente di candidarsi?
«Quando la misura è diventata colma e mi sono stancato. Sono sincero. Io sono stanco di lamentazioni sterili. Sono stanco del solo racconto criminale di Napoli. Sono stanco di una rappresentazione farsesca, caricaturale di una grande metropoli e di un popolo, quello napoletano, storicamente operoso e ingegnoso in ogni campo. Ecco, molti di noi siamo stanchi, non ci sentiamo rappresentati, anche mediaticamente, dallo squallore quotidiano che siamo costretti a sorbirci. Da tempo nel volontariato facciamo qualcosa per Napoli e per chi con dignità e sacrificio si mette a disposizione di chi ha bisogno in una realtà difficile. Abbiamo deciso, non solo io, di fare qualcosa in più. Abbiamo deciso di metterci a disposizione di Napoli».

Cosa le ha dato più fastidio in questi mesi, gli attacchi politici o quelli provenienti dal suo mondo, quello della magistratura?
«Sono abituato ad essere attaccato da qualcuno o per qualcosa. Capita molto spesso da quando ho scelto di interpretare la mia funzione di magistrato in modo atipico, uscendo dalle aule di Tribunale, andando nelle scuole, tra la gente, raccontando anche in prima persona le vittorie dello Stato sulle mafie. Sono rispettoso, però, delle legittime posizioni altrui.

Mi dispiace solo quando leggo ipocrisia spicciola o bieche strumentalizzazioni per altri scopi, spesso non dichiarati».

Cosa risponde all'insinuazione, neanche tanto velata, di aver appannato l'immagine della magistratura con la sua discesa in campo?
«Mi fa sorridere. La magistratura sta vivendo il periodo più basso della sua storia in questo Paese. Sentendo la gente, mi sembra di aver capito che i problemi siano altri. Invece qualcuno crede che il problema sia la mia candidatura. Chiedetelo ai ragazzi dei Licei e delle Università che ogni giorno mi fanno sentire la loro vicinanza ed il loro affetto. Sono quelli che hanno scelto il loro modello di magistrato. E che soffrono per altro, non certo per la mia legittima aspirazione di offrire il mio contributo per la causa della nostra città. Io ho sempre rispettato le norme, ed ho sempre rispettato l'istituzione che rappresento e rappresenterò sempre con onore e decoro. Ai tanti, forse troppi Soloni, che hanno pontificato da giornali e televisioni, ricordo che solo dopo l'8 maggio, data di entrata in vigore della legge che ha rinviato le elezioni, io ho potuto procedere alla richiesta di aspettativa. L'alternativa sarebbe stata dimettermi, cosa che forse qualcuno sperava di costringermi a fare, o tirarmi indietro dalla competizione elettorale, cosa che non rientra nel mio modo di fare».

Qual è il rapporto che conta di instaurare con i partiti del centrodestra?
«Il nostro è un progetto totalmente ed autenticamente civico. Non sono in grado oggi di poter dire con certezza che ci potrà essere uno spazio per la collaborazione con i partiti. Sulla base dei contenuti, dei programmi, delle caratteristiche della squadra verificheremo con tutti i partiti disponibili se si potranno trovare punti di convergenza. Nella convinzione, unica cosa certa, che il nostro orizzonte temporale ed ideale si chiama Napoli. Il nostro unico interesse è soddisfare le esigenze dei cittadini, dei napoletani. Ho intenzione di interpretare e praticare la politica come un servizio, come ho fatto per 22 anni con la giustizia. Nel mio pantheon ideale ci sono Borsellino e Falcone ma anche politici come Mattarella, Moro».

Cosa risponde a chi - nel Centrodestra - chiede che lei corra con il sostegno dei simboli dei partiti?
«Che rispetto le posizioni e le esigenze di tutti. Per me conta prima di tutto la sostanza, poi la forma. Se si riuscisse ad abbinare forma e sostanza sarebbe il massimo. Non mi sono mai impiccato ai formalismi».

Nutre imbarazzo a stare nello stesso schieramento rappresentato anche da Luigi Cesaro?
«Non posso nutrire alcun imbarazzo per qualcosa che non esiste e non potrà mai esistere».

Quali sono le forze civiche che la sostengono? Si rivolga direttamente ai napoletani, provi a convincerli a votare per lei?
«Non mi appassiona questo approccio. I napoletani dovranno votare la persona e la squadra di cui avranno fiducia. Il nostro progetto è trasparente: sanno chi siamo, da dove veniamo, cosa abbiamo fatto e come lo abbiamo fatto. Sapranno che cosa vogliamo fare, come lo vogliamo fare e in quali tempi».

Che cosa risponde a chi dice di non voler votare un magistrato, dopo 10 anni di amministrazione dell'ex magistrato De Magistris?
«Senza offendere nessuno, ci sono magistrati e magistrati, come per tutte le categorie professionali. Non tutti i medici sono uguali, ci sono imprenditori e imprenditori. Ognuno ha una sua storia. Ripeto: chi ne avrà voglia potrà scoprire con un click su internet il mio percorso. Questo ovviamente non vuol dire che sarò automaticamente un buon sindaco. Ho avuto nella mia vita professionale la fortuna di coordinare tante squadre ed i risultati dimostrano che raramente ho sbagliato scelte».

Cosa pensa a proposito del debito in bilancio? Non teme - qualora venisse eletto - di finire a fare il commissario liquidatore?
«Assolutamente no. Napoli non è fallita e non può fallire. Purtroppo, sarà una eredità pesantissima, ma abbiamo spalle larghe e voglia di affrontare grandi sfide. Stiamo studiando con i nostri esperti la questione da tanto ed abbiamo intavolato da tempo solidi rapporti istituzionali. Mentre altri lo scrivevano noi ci stavamo già lavorando. Ma non tanto e non solo per i debiti pregressi, quanto per la capacità di spesa del Comune, per l'idoneità dei progetti già finanziati su cui perdiamo risorse, sulla imputabilità delle voci di spesa a capitoli della spesa corrente. Non voglio parlare politichese, cosa che non farò mai. La questione non è tanto il peso dei debiti, quanto il deficit che ogni anno si accumula sulla spesa corrente ( 270/300 milioni all'anno). A che serve ripianare debiti del passato spesso lontano, alcuni con istituti bancari, se non si riesce a mettere in equilibrio i conti per il futuro? Ecco: dobbiamo rimettere in equilibrio i conti, incassare il dovuto e spendere bene quello che abbiamo e che ci arriverà anche attraverso il Recovery Plan».

Dica almeno tre cose che sogna di realizzare nei cinque anni da sindaco.
«Non partiamo solo per fare tre cose. Altrimenti sarei rimasto a casa, glielo assicuro. Sicuramente riusciremo a recuperare il rispetto della gente, saremo una amministrazione seria e competente, capace di essere autorevole e rispettata su tutti i tavoli istituzionali. Poi faremo le cose come abbiamo sempre fatto, riapriremo gallerie, sistemeremo parchi e lungomare. Ridaremo il porto ed il mare a Napoli. Ci occuperemo delle periferie che mi stanno particolarmente a cuore perché ci sono nato e per il mio percorso professionale ed impegno civico al fianco dei miei fratelli meno fortunati. Ma poi tanto altro dalla visione di città metropolitana alla questione Bagnoli, dalla zona Est all'area di Scampia. Ci occuperemo della città e dei suoi problemi come facciamo per i nostri figli».

Chi vedrebbe sulla panchina del Napoli?
«Il mio cuore è sarrista. Spero che mister Sarri possa tornare ed inaugurare una nuova stagione di bel calcio e di vittorie, che sappia tenere il calcio Napoli all'altezza di come sarà la città Napoli. Bella e vincente».

Come immagina Napoli tra cinque anni?
«Bella come una principessa, meta di un turismo di qualità e raccontata per le sue bellezze e per il nuovo dinamismo che la sua classe politica e dirigente sono riusciti a darle. Una vera metropoli, capitale davvero del Mediterraneo, sede di organismi internazionali come il Tribunale internazionale delle controversie del mare, la stazione Anton Dohrn, e tante altre novità che ci racconteremo strada facendo».

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