Catello Maresca candidato sindaco: «Salvini si rimangi gli insulti rivolti a Napoli»

Catello Maresca candidato sindaco: «Salvini si rimangi gli insulti rivolti a Napoli»
di Carlo Porcaro
Venerdì 28 Maggio 2021, 07:00 - Ultimo agg. 29 Maggio, 09:00
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«Autenticamente civico, moderato cattolico non di centrodestra, aperto al dialogo con tutti i partiti tranne che con i politici indagati». Nel primo giorno da candidato sindaco ufficiale, Catello Maresca ha affrontato tutti i nodi politici destinati a diventare le spine insidiose lungo il suo percorso verso Palazzo San Giacomo. Ha piantato a terra i paletti che reputa imprescindibili, a caratterizzare il suo brand, rigettando ogni etichetta.

Il primo nodo è il rapporto con le forze politiche di centrodestra, a partire dalla Lega il cui leader Matteo Salvini si è più volte prodotto in endorsement pubblici. «Salvini è stato contento per me? In tanti sono stati felici per la candidatura, ma non mi ha proposto lui: sarò il candidato della gente», ha messo in chiaro l'ex pm anticamorra. Poche ore prima aveva persino invocato un pentimento da parte del numero uno del Carroccio. «A me piacerebbe portare Salvini a Napoli a rimangiarsi tutto quello che ha detto sui napoletani e a dire che questa è una città straordinaria e che vorrebbe investire su questa città lui e il suo partito e tutto il governo». Non proprio parole d'amore, a cui ha replicato - sollecitato dal Mattino - il deputato napoletano Gianluca Cantalamessa, leghista della prima ora: «Salvini già si è scusato in più occasioni per quelle frasi, a differenza di De Luca che non ha mai chiesto scusa per aver definito i napoletani geneticamente ladri. Matteo da ministro dell'Interno è venuto tante volte a Napoli, ha fatto arrivare finanziamenti per la sicurezza, ha voluto qui la scuola di alta formazione del partito». Per confermare la natura legalitaria e per certi versi anti-casta del suo progetto, Maresca ha poi di nuovo preso le distanze dal dirigente berlusconiano Cesaro. «C'è il principio di non colpevolezza fino al passaggio in giudicato delle sentenze, ma è chiaro che chi sta risolvendo in questo momento le proprie situazioni con l'autorità giudiziaria dovrebbe avere il buon senso di fare da solo un passo a lato, nemmeno indietro, in attesa che queste pendenze si risolvano». Due colpi pesanti, insomma, assestati ai partiti che dovrebbero sostenerlo e che, al tavolo nazionale, presto ne formalizzeranno l'appoggio. Il terzo nodo è costituito dalla presenza dei simboli. Se Forza Italia e Lega sembrano possibilisti anche se sostengono che Maresca non abbia mai posto veti, Fratelli d'Italia non ha alcuna intenzione di rinunciarvi. «Sono candidato al Consiglio comunale con il nostro simbolo, certo non ne faremo a meno se Maresca non li vuole», ha fatto sapere per esempio il meloniano Luigi Rispoli. «Io sono un moderato cattolico, non di centrodestra, ho tanti amici in Pd e M5S: rispetto i partiti e il lavoro che da organismi costituzionali devono fare.

Parlerò con tutti i partiti che vorranno farlo, su delle basi però chiare e indiscutibili, assolutamente trasparenti», la sua road map. Secondo i dirigenti locali dei partiti, invece, un'intesa si troverà senza problemi. Sentono forte il rischio che Maresca possa depotenziarli sul piano dell'immagine più che della composizione delle liste, ma faranno lo screening alle sue civiche per impedirgli di imbarcare politici camuffati. Il braccio di ferro, per ora soft, potrebbe assumere toni più incisivi col passare delle settimane. «Il nostro è un progetto autenticamente civico, a me piace la sostanza», ha aggiunto però il sostituto procuratore.

 

Nel giorno in cui è stato ufficializzato il principale competitor, Maresca ha subito alzato il livello dello scontro. «Da un lato sono contento per la statura dell'avversario, dall'altro sono sorpreso dalle motivazioni, perché se l'ex rettore è riuscito a trovare 5 miliardi in 5 giorni siamo di fronte a Mandrake non a Manfredi», la battuta sarcastica. La sua civica doc, Essere Napoli - pronta ad organizzare il primo evento pubblico il 4 all'hotel Mediterraneo con Gennaro Sangiuliano e Paolo Itri dopo il forfait dell'ex ministro Edo Ronchi - ha attaccato Manfredi: «Ma quale civismo, è sempre appartenuto all'area di Nicolais ed ha il fratello consigliere regionale Pd». Sulla stessa scia il coordinatore cittadino di Fi, Fulvio Martusciello: «La candidatura a sindaco del fratello del consigliere regionale Massimiliano Manfredi è un accordo di vertice non di base. Non ci sono stati confronti, ma solo un incontro tra due persone: il centrodestra invece si muove diversamente».
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