Gaetano Manfredi ha detto sì. Un sì che pesa, soprattutto nel perimetro del centrosinistra dove si stanno già muovendo tre candidati: l'ex sindaco Antonio Bassolino, l'ex assessore alle Politiche sociali e leader di Gesco Sergio D'Angelo e Alessandra Clemente, attuale assessore ai Giovani, candidata di bandiera del sindaco uscente. Adesso cosa faranno? Un passo di lato, cercheranno di trovare un'intesa, o andrà avanti ognuno per la propria strada? Per il momento sembra che l'opzione di ritirare la candidatura nessuno voglia prenderla in considerazione.
A partire da Antonio Bassolino, che preferisce non intervenire, anche se dal suo entourage confermano «che non cambierà nulla».
Sergio D'Angelo, che questa mattina inaugurerà il suo comitato elettorale, anche se preferisce chiamarli «hub, per aggregare e accelerare le incredibili potenzialità del territorio di Napoli», alle 12, a via Ponte di Tappia 21, va dritto come un treno: «La disponibilità data dal professor Manfredi - spiega D'Angelo - chiarisce il quadro dell'offerta politica per il governo cittadino ma noi continuiamo il nostro percorso, che si caratterizza per la sua solida base civica e per le idee chiare sul come imporre nelle agende dell'Unione Europea, del governo nazionale e della regione Campania, il tema della città di Napoli e dell'intera area metropolitana». «In un periodo di difficoltà come quello vissuto da Napoli - rimarca il leader di Gesco -, è necessario compiere un gesto di responsabile coraggio, al di là di ciò che i partiti sono riusciti a fare fino ad ora. Noi tutti siamo alle prese con una città che non funziona e con un Comune sull'orlo del baratro finanziario: adesso occorre avere coraggio, determinazione e capacità di mobilitare le energie migliori».
L'unica donna a essere candidata resta Alessandra Clemente che sottolinea: «Se Manfredi ha cambiato idea vuol dire che, finalmente, anche a Roma hanno capito che quello di Napoli è un debito ingiusto, non prodotto in questi anni, ma storico e odioso. Viene da stagioni politiche da rigenerare, che abbiamo combattuto e che dobbiamo puntare a non ripetere: debiti di commissari di governo, da quello dell'emergenza terremoto ai rifiuti. Bene. Questo non vale per un candidato, ma per le donne e gli uomini della città. Di sicuro Conte ribadisce Clemente - sarebbe stato più incisivo come presidente del Consiglio ad occuparsene e sul piano istituzionale l'avrei riconosciuto. Di sicuro le stesse persone che oggi chiedono un Patto per Napoli, con forza, avrebbero avuto tutta la possibilità di attuarlo con il governo di cui hanno fatto parte». L'assessore del Comune non sembra intenzionata a fare dietrofront: «Io sono in campo - dice - Orgogliosa della coerenza di tante battaglie come quella sul debito. Per di più orgogliosa di un'altra cosa, quella di essere l'unica candidata donna».