Comunali a Napoli, Cuperlo spinge Bassolino: «Con lui il Pd ha sbagliato»

Comunali a Napoli, Cuperlo spinge Bassolino: «Con lui il Pd ha sbagliato»
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 27 Agosto 2021, 09:00
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«Per fortuna sono residente a Roma, perché a Napoli mi sarei trovato davanti a un bel dilemma...». Basterebbe questa battuta di Gianni Cuperlo, ex presidente nazionale del Pd e oggi membro della direzione, per capire il travaglio di militanti e dirigenti dem che nelle ultime ore stanno passando con Antonio Bassolino, l'ex sindaco che corre contro il suo ex partito. E per Cuperlo potrebbe essere anche motivo di imbarazzo (politico) con i suoi colleghi dem essere ieri a Napoli per presentare l'ultimo libro suo libro («Terra Nostra, Napoli la cultura e la politica», per i tipi della Marsilio) che diventa ovviamente una tappa di campagna elettorale di Bassolino candidato sindaco. 

«Non ho avuto la minima esitazione ad accettare quando mi ha invitato: per Antonio ho stima e riconoscenza», aggiunge l'ultimo segretario nazionale della Fgci. Anche se, proprio in queste ore, si registra l'ennesimo psicodramma nel partito che andrà in scena, sicuramente oggi, nella sua direzione provinciale. A spostarsi verso Bassolino, infatti, è tutto il gruppo attorno all'ex consigliere regionale Gianluca Daniele che proprio nei vertici dem esprime il 35 per cento dei delegati. Un delegato su 3 quindi è con l'ex sindaco che corre contro il candidato ufficiale democrat Gaetano Manfredi

Dal canto suo all'ex sindaco questi movimenti verso di lui non possono che fargli piacere. «È naturale che ci sia grandissima attenzione verso di me, che aumenta giorno per giorno, da parte di moltissimi militanti del Pd.

Io sono di sinistra ed è ovvio che guardino alla mia candidatura. D'altronde sono e rimango uno dei padri fondatori del partito», dice ieri pomeriggio a margine della presentazione del libro al teatro Sannazaro. Non aggiunge altro, questione di stile, per questi movimenti dal suo vecchio partito ma sa che nella sua vecchia casa politica in molti vivono un certo travaglio interiore. E se cinque anni fa alle comunali decise di non innescare una guerra fratricida, stavolta sa che può permettersi una corsa solitaria proprio contro i dem. E molti dei suoi, anzi, sono pronti a giurare che, comunque vada, l'ex sindaco rimarrà in consiglio comunale a fare opposizione. Chiunque vinca. D'altronde sa, e lo rimarca dopo pubblicamente Cuperlo, il Pd con lui ha «sbagliato» per le sue vicende giudiziarie tutte finite in una piena assoluzione. «In questa città la sinistra - dice il politico triestino - fa scelte diverse e non è un dramma. Il vero dramma è il centrodestra, non quello liberista conosciuto negli anni 90, che può portare il Paese su un sentiero diverso. E il dramma - aggiunge - è se la sinistra non rinuncia a costruire la sua unità. Quella stessa unità che doveva esserci nel chiedere scusa ad Antonio Bassolino per i processi da cui è stato completamente assolto. Perché noi dobbiamo ripartire assieme». 

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Parte un lungo applauso e l'ex sindaco ringrazia con un cenno del capo. Davanti a lui una platea che riassume una lunghissima stagione bassoliniana. Dal notaio Tino Santangelo a Dino Di Palma, passando per Guglielmo Allodi e Bernardino Tuccillo (che è stato anche ex assessore di de Magistris). Ma in questa partita di comunali tutto si mischia e spariscono anche vecchie divisioni interne che albergavano già nel Pci. E, quindi, c'è anche chi di quella stagione è stato un avversario interno: come l'ex capogruppo in Regione Peppe Russo, Alfredo Mazzei, di corrente migliorista che a Napoli è stata in guerra per più di quarant'anni contro gli ingraiani di Bassolino, che fa capolino in sala o l'ex presidente dell'Autorità portuale Tirreno, un tempo legato all'ex ministro Delrio.

Poi tocca a Bassolino che quasi si sforza per rimanere nel solco parlando solamente del suo ultimo libro. Ma l'assist di Cuperlo non può non raccoglierlo. «Sono stato 11 anni fuori dalle istituzioni e questo mi ha fatto bene perché sono ritornato tra la gente - premette - ma i 19 processi hanno rappresentato per me una vicenda lunga e dolorosa. Sono stati lunghi e pesanti anni di solitudine». «Eppure - rimarca - mi sarebbero bastate due semplici frasi dagli amici del mio partito: abbiamo fiducia nella giustizia e in Antonio che conosciamo da una vita. Ma niente».

Poi, ovviamente, non si può non far cenno delle comunali. «La città è messa male, per lungo tempo senza maggioranza, né opposizione. Ho visto - conclude - che non siamo stati capaci di avere una nuova generazione politica. Ho pensato a cosa fare anche se i miei familiari non erano d'accordo e alla fine il dovere civile e politico mi ha spinto a candidarmi per Napoli e i napoletani. Non potevo tirarmi indietro». 

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