Elezioni comunali a Napoli, il Pd: «Il voto slitti». Ma Bassolino frena ed è prima lite a sinistra

Elezioni comunali a Napoli, il Pd: «Il voto slitti». Ma Bassolino frena ed è prima lite a sinistra
di Luigi Roano
Martedì 23 Febbraio 2021, 23:36 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 07:00
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Una decina di giorni e se ne saprà di più, anzi si saprà la data delle amministrative. E anche la Calabria dove corre per la presidenza della Regione il sindaco di Napoli Luigi de Magistris che sembrava immune allo slittamento - a oggi si vota l’11 aprile - potrebbe rientrare nell’accorpamento con l’apertura delle urne l’ultima settima di settembre o alla prima di ottobre come i lettori de Il Mattino ben sanno. Epoca in cui almeno la metà degli italiani dovrebbe essere stata vaccinata. Tant’è, la data del voto è oggetto di scontro politico. Un pezzo dei bassoliniani sostiene che sono i dem a spingere per questa soluzione perché non hanno ancora un candidato. Una tesi respinta dal Pd che ufficialmente non replica, ma fa trapelare che non abboccherà all’amo delle provocazioni, perché «tanto ci rivedremo tutti assieme al ballottaggio». 

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La verità - come spesso accade - sta nel mezzo: in Italia la sindrome di non andare al voto si sposa perfettamente con la condizione ambientale, ovvero con la pandemia che sta di nuovo in fase espansiva. Tuttavia è impossibile non tenere presente che c’è anche un aspetto politico molto importante dietro la storia della data. Andare al voto in primavera con un Governo dove dentro ci sono tutte le forze politiche tranne Fdi, significherebbe sottoporre a un duro stress la strana alleanza. Si vota in grandi città come Roma, Milano, Napoli e Torino giusto per fare un esempio e sarà inevitabile che le stesse forze che sostengono il Governo si troveranno su fronti contrapposti. In autunno lo scenario potrebbe essere completamente diverso.

In seconda battuta, mancano i candidati in tutti gli schieramenti. E questo a Napoli sta provocando lo scontro tra Pd e bassoliniani.

Con i sostenitori dell’ex sindaco che attaccano a testa bassa: «Non hanno un candidato alternativo e ci boicottano» la loro tesi. Ci può stare come ragionamento, ma immaginare che da Napoli si possa incidere sulla data delle elezioni per fare un dispetto a Bassolino è un po’ eccessivo. Il tema è molto più largo e nazionale. Votare nelle grandi città significa muovere decine di migliaia di candidati e con la pandemia in ascesa sarebbe difficile gestire una simile situazione. In uno scenario come questo Bassolino sarebbe - in linea teorica - danneggiato perché fare il candidato per sette-otto mesi potrebbe stancare il candidato e anche chi oggi lo voterebbe. Non è un caso che Catello Maresca - il pm in quota centrodestra - non abbia sciolto ancora la riserva. La sua cautela potrebbe essere dovuta alla semplice constatazione che non si sa quando si vota. Riccardo Marone, ex sindaco facente funzioni e fedelissimo di Bassolino, a radio Crc è furioso: «Ho un bel ricordo di una grandissima esperienza. Oggi non abbiamo un’amministrazione e con un possibile rinvio delle elezioni avremo una città senza governo, amministrata dal vicesindaco Carmine Piscopo se de Magistris dovesse vincere le elezioni in Calabria. È una follia rinviare le elezioni lasciando questo vuoto».

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I dem vanno avanti per la loro strada di costruzione dell’alleanza con il M5S e del programma. Venerdì Sarracino ha convocato tutti i segretari dei circoli ai quali verrà consegnata una bozza del programma messo in piedi da Paolo Mancuso e Berardo Impegno con contributi di Luciano Brancaccio, Francesca Mirante, Nino Daniele, Enrica Morlicchio e Roberto Calise. Mentre sabato i dem manifesteranno all’esterno della Galleria Vittoria «monumento all’immobilismo del Comune». 

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