Coronavirus, Conte: misure forti a Napoli, controlli ovunque. E arriva un ospedale militare

Coronavirus, Conte: misure forti a Napoli, controlli ovunque. E arriva un ospedale militare
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 11 Novembre 2020, 23:34 - Ultimo agg. 12 Novembre, 13:17
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Alla fine il caso Napoli irrompe anche a palazzo Chigi. «Siamo lo Stato e se ci sono segnalazioni diffuse di criticità sulle strutture sanitarie della città di Napoli serve dare un segnale», dice il premier Conte ieri sera durante un incontro con i capi delegazione dei partiti di maggioranza. Non si tratta solo di un passaggio buttato lì perché nel pomeriggio il premier si è più volte sentito con il ministro della Difesa e con il numero uno della Protezione civile per dare un segnale di svolta all’ombra del Vesuvio. A cominciare dall’invio dell’esercito per far rispettare i divieti, mettere in campo la logistica per un ospedale da campo e creare dei Covid hotel. Basta, insomma, con le foto dei pronto soccorso intasati e del Lungomare strapieno di gente. 

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In attesa dei nuovi dati (domani) per decidere in quale zona collocare la Campania, si attivano i vertici del governo. Con Conte che ha chiesto la disponibilità al ministro della Difesa Guerini e al numero uno della Protezione civile Borrelli di inviare uomini e mezzi. Disponibilità ovviamente subito accordata per cercare di capovolgere lo scenario napoletano. Il ministro democrat, in particolare, ha confermato la disponibilità per mettere in piedi a breve un ospedale da campo con laboratorio mobile di biologia molecolare. Oggi un nucleo del Coi, il comando operativo interforze, sarà a Napoli per una ricognizione logistica non appena le autorità locali competenti comunicheranno la collocazione più adatta. Oltre alla struttura, la Difesa fornirà personale medico e paramedico militare e gli addetti che si occuperanno della logistica. Alla Protezione civile, invece, il compito di una ricognizione dei posti ancora disponibili nei Covid hotel a Napoli e di valutarne di nuovi pur di alleggerire le strutture ospedaliere. «Il governo - dicono da palazzo Chigi - non rimane con le mani in mano: se c’è stress sulle strutture sanitarie si interviene con l’esercito e con la possibilità di nuovi Covid hotel a Napoli».

Al momento l’unica struttura attiva di questo genere è quella dell’Ospedale del mare (84 stanze di cui 14 occupate). Nella Asl Napoli 2 Nord e quella Sud, invece, tutto è ancora in alto mare mentre nelle altre province al momento non ci sarebbe necessità. 

Ma rimane Napoli il centro dell’emergenza nonostante ieri il bollettino non abbia segnalato pericolose impennate (3.166 positivi su 18.446 tamponi effettuati). Ma è chiaro che serva dare un segnale su Napoli. Da un lato l’esercito per maggiori controlli, dall’altro l’ipotesi che se non sia il caso di ragionare su Rt non più in base regionale ma provinciale. E ipotizzare di chiudere in zone rosse aree più ampie. Come Napoli. Ma è un provvedimento che solo la Regione può varare e, dicono dal ministero della Salute, un minuto dopo avrebbe l’ok. Anche se tra venerdì sera e sabato si decide la nuova collocazione e ormai tutti, o quasi, attendono almeno la zona arancione e le relative restrizioni pur di allentare la morsa del Covid.  

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Intanto il governatore De Luca torna a chiedere più controlli. Lo fa con una lettera al Prefetto in cui sollecita «la rapida definizione di un piano generale di interventi articolati e di controlli efficaci delle forze di polizia nazionali e locali, e volto - scrive - a impedire assembramenti ed attività che incentivano una mobilità non legata alle esigenze essenziali». Anche se, per la prima volta dopo giorni, il sindaco de Magistris si dice pronto a varare domani, un provvedimento ampio che non prevede però la chiusura di singole strade o di zone. Molto probabile, invece, una norma che limiti in tutta la città la circolazione pedonale ma non delle auto. Per evitare assembramenti. Infine in una giornata già complicata, si aggiunge anche la morte di un paziente Covid nel bagno del pronto soccorso del Cardarelli: decesso immortalato in un video. «Immagini scioccanti: La vita e il diritto alla salute sono delle priorità che vanno tutelate sopra ogni cosa. Se - dice il ministro grillino Luigi Di Maio - non riescono a farlo gli enti territoriali, lo deve fare lo Stato». 

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