De Luca torna all'attacco, sindaco ancora nel mirino «Troppi disertori al Sud»

Resta alta la tensione Regione-Comune

Manfredi e De Luca
Manfredi e De Luca
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 8 Marzo 2024, 09:43 - Ultimo agg. 9 Marzo, 09:58
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I due, De Luca e Manfredi, non sono mai andati al di là del mero rapporto istituzionale. Uno sindaco, l'altro governatore più che amati si sono sempre e solo tollerati. Poi il solco si apre sullo scontro con il governo per il riparto dei fondi Fsc con i due diversi, e opposti, approcci: dialogante il primo cittadino, in guerra il presidente. Sino al 16 febbraio, è questa la data precisa, in cui ci sono i prodromi dello scontro: De Luca è in piazza a Roma con i sindaci. Ma non c'è Manfredi che si defila mandando alla manifestazione l'assessora al Turismo, la dem Teresa Armato. Ma per De Luca la defezione dell'ex ministro è qualcosa di intollerabile: non essere con lui equivale ad essere dall'altra parte della trincea. E ieri, dopo lo scontro a distanza tra Manfredi e Bonavitacola, è proprio De Luca a rincarare. Elencando chi sono per lui i nemici. «Tanti colleghi delle regioni meridionali hanno un atteggiamento che io ritengo vile. Cioè per loro le bandiere di partito contano di più», dice riferendosi agli altri governatori. Poi il passaggio riservato al sindaco Manfredi: «Abbiamo troppi disertori meridionali, troppi opportunisti che mantengono un atteggiamento nei confronti del potere che è di totale subalternità». È un attacco, quello di De Luca, sottile e aspro al tempo stesso, contro Manfredi che, tra l'altro, proprio ieri era a Roma per incontrare il ministro per la Coesione Raffaele Fitto per i fondi su Bagnoli. E proprio a Roma, a una domanda dei cronisti su questo scontro con De Luca, il sindaco replica gelido: «Devo rispondere solo ai miei cittadini e ho il dovere di portare a casa le cose migliori per la città».

Il governatore è stato per un paio di giorni silente, mandando in avanscoperta il suo vice Fulvio Bonavitacola contro il sindaco. Poi ieri mattina usa il suo intervento al convegno sull'Autonomia differenziata al Cardarelli per il nuovo attacco. E indicare i suoi nemici. Non solo i colleghi governatori e il sindaco ma soprattutto i membri dell'esecutivo. In mezzo, ovviamente, l'Autonomia differenziata: «È una legge truffa quella di Calderoli». Ma, aggiunge «ci sono elementi di truffa in un Paese in cui oggi tutti i fondi nazionali sono accentrati nell'unica stanza del ministro più inconcludente e incosciente della storia italiana, che si presenta bene come seminarista ma non ha mai concluso niente in tutta la sua vita», attacca riferendosi, senza mai nominarlo, a Raffaele Fitto. È guerra contro tutti, insomma. «Napoli, la Campania, De Luca non si fanno ricattare da nessuno, neanche con i carrarmati», attacca ancora De Luca prima di sgusciare poi via senza rispondere alle domande dei giornalisti.

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Non solo la manifestazione di Roma, ma anche un paio di eventi nei giorni successivi hanno alzato la pressione barometrica dei rapporti tra il governatore e il sindaco. Perché mentre De Luca guerreggia con il governo, Manfredi infittisce rapporti istituzionali con quello stesso governo e, peggio agli occhi del primo, costruisce un correntone nel centrosinistra (copyright corridoi di San Giacomo e del Nazareno) in chiave campo largo.

Con un convegno, il 24 febbraio, contro l'Autonomia differenziata all'Istituto degli studi Filosofici: al desco Sarracino, fedelissimo della Schlein, Manfredi appunto, l'ex presidente della Camera, il grillino Roberto Fico e i deputati di Avs Borrelli e De Cristofaro. Poi, venerdì scorso, altro scatto di campo largo in chiave correntone alla presentazione del libro dell'ex ministro Speranza: stavolta il sindaco è con Dario Franceschini e la grillina Mariolina Castellone, vice presidente del Senato, che non fa mistero di non volere De Luca in corsa per il terzo mandato.

Troppo per De Luca a cui non piace questo flirt Manfredi-M5s. Eppure ieri, nel silenzio tombale del Pd, unico a difendere Manfredi è proprio l'ex presidente Fico: «Gli attacchi che anche oggi provengono dalla Regione Campania e sono rivolti al sindaco di Napoli sono profondamente inopportuni. Schierarsi contro le politiche del governo che danneggiano il tessuto sociale e il Sud, e non tutelano le persone più fragili è necessario. Allo stesso modo però chi rappresenta le istituzioni locali ha il dovere di dialogare fino in fondo, anche con durezza, sui tavoli preposti. Perché se non si tiene un filo diretto, dopo il chiasso e le scene da teatro, - ragiona l'esponente grillino - gli unici che alla fine verranno davvero danneggiati sono gli stessi cittadini che si dice di voler rappresentare».

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