Getta acqua sul fuoco delle polemiche, anche quelle della sinistra sinistra che vuole Antonio Bassolino nuovamente sindaco anche contro la casa madre Pd, ma è un po' spiazzato in queste ore da quel sottile filo rossonero che lo lega alla destra napoletana. «Ma quale patto con la destra - racconta Bassolino al telefono mentre rincorre la fascia tricolore infilandosi in ogni quartiere e vicolo della città - il mio voto è trasversale: nel 1997 quando fui eletto per la seconda volto sindaco presi il 73% dei consensi, da dove pensate che abbia preso io tutti quei voti se non anche dalla destra?». Bassolino è fatto così, guai a palesargli una strada politica senza uscita di sicurezza. Così, quell'incontro e quella foto che lo ritrae sul proscenio del centro studi Pietro Golia, cuore caldo della destra partenopea, diventa «una cosa normale». Basta volgere lo sguardo all'indietro che l'ex sindaco mette sul tavolo la sua storia. La sostanza però è che al di là di come lo si voglia definire, quell'incontro restituisce un sentimento chiaro: quelli della destra destra lo hanno scelto come il loro candidato sindaco, nonostante quella parte politica abbia un suo candidato che è il pm in aspettativa Catello Maresca. «Sono stato invitato a un incontro come gli altri candidati sindaci, io e sottolineo io, ci vado agli incontri e ai confronti» dice Bassolino. Il riferimento a Gaetano Manfredi - candidato del centrosinistra e del M5S - che invece strategicamente non ha partecipato a nessun confronto è palese. E l'ex rettore non ci sta: «Devo dire che mi ha sorpreso vedere Bassolino a quell'incontro. È stato sempre un esponente della sinistra e, per quanto questa sia una elezione locale, eleggiamo il sindaco di una grande città. Quindi l'appartenenza politica ha un valore».
Bassolino non sfugge al flirt con la destra, anzi rilancia: «Io non solo rispondo a tutti gli inviti, ma vado oltre. Il mio amico Paolo Isotta, che è scomparso da poco, era di idee molto di destra, ma eravamo lo stesso grandi amici e mi sono candidato quando stavo andando in chiesa al suo funerale. Paolo per mesi, prima di morire, mi ha incitato a candidarmi tempestandomi di telefonate e di messaggi perché eravamo uniti dall'amore per Napoli». Un legame, quello con Isotta - dunque - solido e maturato in tanti anni di reciproca conoscenza, tanto che Bassolino rivela ancora: «Paolo incitava me a candidarmi e anche i suoi amici a sostenermi. Al Sannazaro a maggio abbiamo ricordato Isotta io, il mio amico Amedeo Laboccetta e Pietrangelo Buttafuoco, un evento che abbiamo organizzato con la mia associazione Sudd e con quella di Laboccetta Polo sud».