Elezioni a Napoli, Maresca sotto accusa: nasce la fronda anti-pm nel partito della Meloni

Elezioni a Napoli, Maresca sotto accusa: nasce la fronda anti-pm nel partito della Meloni
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 10 Settembre 2021, 12:00 - Ultimo agg. 14:30
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Lo scontro e lo strappo fatale sulle liste, il giallo delle visite dei segretari di partito in città, la diffidenza verso il proprio stesso candidato e pure la tentazione di votare per qualcuno della concorrenza. Il centrodestra alla prova delle elezioni napoletane è diventato una polveriera pronta ad esplodere. «Non ci siamo fatti mancare niente - raccontano i big cittadini con un'amara battuta - persino alle mazzate si è arrivati», riferendosi al confronto fisico tra Marco Nonno e Pietro Diodato. Si proverà a gettare un po' di acqua sul fuoco negli ultimi giorni di campagna elettorale, ma la situazione è esplosiva, soprattutto per quanto avvenuto nei minuti che precedevano la presentazione delle liste. 

Tutti i tre principali partiti di centrodestra - Lega, Fi e Fdi - sono concordi che se si è arrivati a questo punto è perché non sono stati rispettati i patti, anche se ognuno racconta la sua versione di comodo. «L'accordo con Maresca - spiegano - era molto chiaro». Lo scontro è avvenuto sulla spartizione delle presidenze per le Municipalità. Lo schema era 4-3-2-1 proprio come un modulo di una squadra di calcio. Quattro presidenze spettavano a Forza Italia, tre a Fdi, due alla Lega e solo una ad una lista civica del candidato sindaco: numeri che cambiano a seconda della campana che si vuole ascoltare. Per Fi quattro presidenze spettavano al partito di Berlusconi, per i dirigenti del partito di Meloni quattro posti spettavano invece a Fdi. Quisqulie, pinzellacchere - avrebbe detto Totò - rispetto a ciò che poi è realmente successo. Catello Maresca, alla fine, avrebbe rispettato i patti solo con Forza Italia favorendo, per gli altri posti che spettavano a Lega e Fdi, dei candidati delle sue liste personali. È da qui che nasce il finimondo e la feroce arrabbiatura nei confronti dell'ex pm che ha fatto infuriare non solo i ras locali, ma soprattutto i leader nazionali Salvini e Meloni. Il segretario del Carroccio ha intimato al suo vice Giancarlo Giorgetti di non incontrare Maresca lo scorso martedì nella sua visita a Napoli, poi lo stesso Salvini potrebbe disertare l'appuntamento napoletano che già era in agenda per domani e puntare su altre tappe campane. «Tutte - viene spiegato da via Bellerio - tranne Napoli», almeno fino a quando non si sarà chiarita pure la vicenda della lista Prima Napoli presentata dal Carroccio e ricusata dagli uffici prefettizi per essere stata consegnata con qualche minuto di ritardo (ma, pare, anche perché mancavano alcuni documenti).

Si aspetta il ricorso. 

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Se c'è rabbia nella Lega, le acque sono agitate anche nel partito di Giorgia Meloni e già sono saltate le prime teste. Ieri ha presentato le sue dimissioni da coordinatore cittadino il consigliere comunale Andrea Santoro. Al suo posto arriverà Sergio Rastrelli, figlio dell'ex governatore missino Antonio, ma soprattutto l'uomo sul quale Fdi aveva puntato tutte le proprie fiches nel totonomi pre-elettorale prima che la spuntasse Maresca. Non solo, ma nel partito di Meloni c'è pure chi si lascia sfuggire che a questo punto - dopo i voltafaccia sulle liste - si possa optare per il voto disgiunto: una croce sul simbolo della fiamma tricolore e un altro, magari controvoglia, per il candidato sindaco Antonio Bassolino. C'è rabbia nei confronti di Maresca per come ha gestito la vicenda delle liste, ma i sentimenti non sono proprio ispirati al sereno nei riguardi dei dirigenti di Forza Italia. Nel mirino è finito il coordinatore forzista Fulvio Martusciello in quello che da Lega e Fdi è stato definito «il sacco delle liste» perché l'emissario di Berlusconi e Tajani a Napoli sarebbe riuscito nell'obiettivo di massimizzare i capilista anche a discapito degli alleati di coalizione. È un tutti contro tutti perché Fdi rimprovera ai partner del centrodestra anche l'appiattimento sulla candidatura di Maresca. «È inutile ora - spiegano - piangere sul latte versato. Salvini se l'è cercata insistendo sull'ex pm». 

Mentre tutti sono in fibrillazione sull'accettazione delle liste - tanto per quelle del consiglio comunale quanto nei parlamentini - e si attendono i ricorsi, c'è chi è all'opera per ricucire gli strappi. Ormai il candidato sindaco è e resta Maresca e sarebbe ancor peggio per la coalizione di centrodestra arrivare al voto disuniti e soffiando ancora sul fuoco delle polemiche. Già sono partite nelle ultime ore telefonate e sms per convincere Salvini a venire a Napoli domani. «Alla fine - è stato spiegato al segretario - sei tu che ci hai messo la faccia su Maresca, ora non puoi rinnegarlo». Ma intanto a Napoli la situazione è ancora troppo tesa per provare a rasserenare gli animi. I pontieri sono però all'opera.

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