Elezioni comunali a Napoli, Boccia sfida De Luca: «Nessun veto sui grillini»

Elezioni comunali a Napoli, Boccia sfida De Luca: «Nessun veto sui grillini»
di Luigi Roano
Martedì 11 Maggio 2021, 08:00 - Ultimo agg. 19:04
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Botta e risposta tra il governatore Vincenzo De Luca e il responsabile enti locali del Pd e deputato Francesco Boccia sulla scelta del candidato sindaco di Napoli e sulle alleanze. De Luca verso il suo partito è un déjà-vu destinato a ripetersi all'infinito ma Boccia questa volta avverte il governatore, la partita è più grande perché c'è in ballo il futuro del Pd stesso: «A Salerno il sindaco lo decidono i salernitani, a Napoli i napoletani, a Roma i romani e Gaetano Manfredi a Napoli ci piace molto». Sostanzialmente Boccia lancia il suo collega ed ex ministro dello stesso governo, il Conte 2, verso Palazzo San Giacomo. Non è la prima botta di Boccia, ce ne è una seconda di ben altra sostanza politica: «Pd e M5s saranno uniti dal primo turno a Napoli. De Luca non pone veti, come Fico e il M5S. Pd e M5S saranno uniti con il candidato più autorevole. Anche a Bologna andremo uniti, il M5S verrà con noi al secondo turno con chi vincerà, io sono sicuro sarà Lepore, ma con chiunque vincerà». Perché si arriva a questo livello di scontro? La scintilla scoppia sul documento «pro Gaetano Manfredi candidato a sindaco» proposto dall'ala deluchiana del centrosinistra, una mossa non riuscitissima e che fa scattare l'allarme in casa Pd. Poi in mezzo c'è stato un weekend tumultuoso dove lo stesso governatore ha rispolverato le consultazioni interne: «Le «primarie strumento che esiste e serve per fa avvicinare i cittadini al partito» il suo ragionamento da Lucia Annunziata. Dove domenica ha sottolineato ancora una volta anche che «Roberto Fico», il presidente della Camera in quota M5S, non è il suo candidato. Di qui l'intervento di Boccia particolarmente pesante che - tuttavia - non è dovuto solo alle parole di De Luca. Piuttosto sono il risultato del mancato accordo con il M5S a Roma che ha fatto sbandare il partito che sognava lo sgambetto a Virginia Raggi grazie «all'amicizia» con Giuseppe Conte capo in pectore dei grillini. Che invece la sindaca se la tiene stretta. Così come non c'è accordo a Torino, Bologna e Milano. Un trappolone l'alleanza per le amministrative con il M5S perché se queste dovevano essere le prove generali per le politiche ci sarà molto da riflettere in casa dem. Ora la cruda realtà è che il Pd in mano ha solo Napoli, unica città capoluogo e metropolitana dove - secondo Boccia - si andrà assieme con il M5S alle urne fin dal primo turno. Partenope ultima spiaggia del Pd non un buon biglietto da visita per i napoletani che non premiano i dem alle urne da oltre 10 anni. Toccherà a Manfredi mettere d'accordo tutti, fare da pontiere ammesso che l'ex rettore si convinca a scendere in campo. Boccia al riguardo spiega: «Manfredi? È un nome autorevolissimo e spero che possa essere disponibile con l'unità delle forze di centrosinistra e del M5S. È stato rettore, ministro, è uno dei napoletani più autorevoli. Non c'è timore che decidano i romani, decidono i napoletani, con l'autorevole segretario Marco Sarracino e l'autorevole Manfredi». Per la Regione parla il vice di De Luca Fulvio Bonavitacola: «Solo dopo l'esito dei recenti trionfi romani, l'ex ministro Boccia si ricorda che sulle candidature decidono i territori. Bene. Allora perché tanti sospiri, silenzi e rinvii? Comunque, finalmente. Sia lode a lui. Anche per una dichiarazione indicativa di un'immensa presunzione e supponenza, con apprezzabile faccia di bronzo». Usa l'arma dell'ironia Bonavitacola che tuttavia si dovesse chiudere su Manfredi come sembra possibile fa trapelare che «ci sarebbe la possibilità di una alleanza larghissima e la possibilità di unire Napoli». Di più «l'asse tra Regione e Comune per il bene della Campania e del capoluogo sarebbe garantito». Ma davvero sono tutti d'accordo?

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È il mondo grillino - in via di scomposizione per una nuova ripartenza che Conte - a non essere compatto, ad avere dubbi e in alcuni casi a dire no. Matteo Brambilla candidato a sindaco nel 2016, ora consigliere comunale e portavoce dei grillini, non le manda a dire e fa un documento con 90 firme tra attivisti ed eletti del popolo che non vogliono l'alleanza con il Pd. Una rivolta che parte da Napoli dove tutto è iniziato con Fico che faceva i primi meetup del Movimento un paio di lustri fa. A scrivere sono quelli che partecipano al meetup Amici di Beppe Grillo Napoli tra i quali appunto Brambilla. «Riteniamo - si legge nel documento - sia doveroso delineare un percorso verso le comunali che sia chiaro ed in linea con i principi del M5S: un solo simbolo, un solo programma, una sola lista di cittadini con il nostro candidato portavoce sindaco».

Sulle alleanze «con i partiti tradizionali noi abbiamo valutato bene e riteniamo che per Napoli non ci siano le condizioni, mentre siamo aperti ad un confronto su temi e programmi con liste civiche reali e non costituite ai soli fini elettorali». Per gli attivisti «il M5S è radicalmente alternativo agli altri partiti e movimenti, ed è a maggior ragione incompatibile con quelli che hanno amministrato Napoli negli ultimi trent'anni, lasciando una città in ginocchio». E lanciano un programma alternativo a quello della nascente coalizione: «La Napoli che vogliamo». Annunciando le comunarie. 

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