Gaetano Manfredi sindaco di Napoli: «Non siamo solo pizza e mandolino, ora una giunta di alto livello»

Gaetano Manfredi sindaco di Napoli: «Non siamo solo pizza e mandolino, ora una giunta di alto livello»
di Luigi Roano
Martedì 5 Ottobre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 21:14
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«Abbiamo avuto il risultato più alto di Italia è una grandissima responsabilità, ma anche una grande gioia, significa che l'idea di città che abbiamo messo in campo guarda alle cose concrete e al futuro con senso di responsabilità. Questo il messaggio recepito dai cittadini e per me è una grandissima gioia». Sono le prime parole da neo-sindaco di Napoli di Gaetano Manfredi, eletto con un risultato molto rotondo e ben superiore al 60% sostenuto dal centrosinistra e dal M5S. 

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Sindaco Manfredi, ora inizia una nuova sfida: quella di costruire il governo cittadino. A che punto sono i lavori?
«Metteremo in campo una giunta di alto livello con la consapevolezza che questa è la sfida decisiva per Napoli per prenderci in mano il nostro futuro.

Non siamo solo la città della pizza e del mandolino come qualcuno crede: qui ci sono grandi competenze, talenti e professionalità. Siamo all'altezza di qualsiasi sfida in Europa e nel mondo».

Il laboratorio Napoli con l'alleanza tra Pd e M5S e la sua vittoria quale segnale rappresentano?
«Questa coalizione ha interpretato bene la proposta che portiamo avanti di rinnovamento e dignità per il sud e Napoli: il successo è straordinario perché insieme ci sono forze che hanno un progetto comune e una visione europea. Credo molto nell'asse tra aree metropolitane e spero che a Roma vinca Gualtieri».

La vittoria di chi è più figlia: sua o della coalizione?
«È la vittoria dei napoletani. Hanno vinto loro e ci hanno detto che hanno grande voglia di cambiamento».

Un'alleanza così larga come sarà possibile gestirla?
«L'esperienza di Napoli non è verticistica, ma una operazione di popolo. Significa che i napoletani si sono riconosciuti in questa coalizione. Ognuno porta i suoi valori, ma in un progetto comune e questo è il metodo giusto, perchè bisogna partire dai territori».

Lei è il sindaco della metà dei napoletani: l'astensionismo è stato da record, ai seggi si è recato il 47 per cento dei cittadini. Quali sono le sue riflessioni al riguardo?
«La metà dei napoletani che non ha votato è la stessa di 5 anni fa: la sfida è avvicinare i cittadini al voto. Se tanta gente non vota è perché i comuni sono stati abbandonati. Le politiche dei governi degli ultimi anni hanno fortemente penalizzato gli enti locali con una ricaduta sui servizi. Bisogna ribaltare questo schema per far ritornare la gente alle urne».

I tempi a Napoli sono biblici su tutto: dalle opere pubbliche alla politica. I suoi tempi per mettere in campo la giunta quali saranno? Di tipo europeo?
«Appena sarò proclamato sindaco faremo la giunta. Abbiamo scadenze importanti come quella del Pnrr e dei fondi europei: ci dobbiamo muovere rapidamente perché Napoli ha bisogno di un governo che manca da troppo tempo».

Tredici liste un alleato come il governatore Vincenzo De Luca, insomma lei riuscirà a essere autonomo nelle sue scelte politiche e amministrative?
«Non solo sarò autonomo, ma chi mi conosce sa bene che lo sono sempre stato. Però non bisogna fare confusione essere autonomo non significa non dialogare e confrontarsi con gli altri i tempi dell'uomo solo al comando sono finiti. Non si governa mai da soli, essere autonomi non significa non dialogare e confrontarsi con gli altri. Io mi confronterò con tutti ma deciderò in autonomia».

Quale sarà il suo primo impegno da sindaco?
«La prima cosa che farò sarà aprire il Comune adesso è praticamente chiuso, molti cittadini mi hanno detto che non risponde nessuno nemmeno al telefono. Napoli ha bisogno di tre cose: buon governo, una visone e deve essere una città che non lascia nessuno indietro».

La sua coalizione così variegata avrà un punto di caduta? Nella sostanza come farà ragionare tutti con la sola testa, quella di fare il bene di Napoli?
«Io lo chiamerei pluralismo esistono posizioni in politica diverse ma queste forze si sono riconosciute in un programma e c'è una grande identità di vedute su questo. Non sono assolutamente preoccupato. La dialettica politica è normale non siamo in una dittatura lavoreremo bene insieme e scriveremo una pagina storica per Napoli che deve crescere e uscire dall'immobilismo, senza crescita economica non si può fare nulla non c'è futuro e con questa coalizione faremo partire un programma di modernizzazione della città».

I napoletani chiedono una migliore vivibilità
«Bisogna partire da una città più ordinata negli ultimi tempo è passato un messaggio anarchico dove ciascuno poteva fare quello che voleva. Bisogna essere ordinati per poter ripartire ma non possiamo fare tutto e subito interverrò sicuramente sul decoro urbano e i trasporti e sui tempi dei cantieri delle opere pubbliche».

Con Antonio Bassolino e Alessandra Clemente ci sarà la possibilità di aprire un dialogo o resteranno avversari politici?
«Quando si governa si dialoga con tutti ma c'è una differenza tra chi ha vinto e chi non ha vinto, c'è stata una coalizione che mi ha sostenuto e questa coalizione ha l'onere e l'onore di proporre un governo alla città. Poi, se nell'ambito di una dinamica consiliare ci possano essere convergenze non dobbiamo chiudere il dialogo mai, ma si parte dalla coalizione che ha vinto: se i cittadini ci hanno dato un voto così netto chiedono a noi di governare e si parte da questo». 

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