Gaetano Manfredi sindaco di Napoli: «Così voglio rilanciare il Centro direzionale»

Gaetano Manfredi sindaco di Napoli: «Così voglio rilanciare il Centro direzionale»
di Luigi Roano
Domenica 24 Luglio 2022, 09:00 - Ultimo agg. 25 Luglio, 07:25
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«Il tema reale è che il Centro direzionale rappresenta una grande risorsa per la città: è un insediamento importante in un'area strategica vicino alla stazione dell'Alta velocità e all'aeroporto e chiaramente c'è la volontà del Comune di fare un investimento». Così il sindaco Gaetano Manfredi risponde alle preoccupazioni di chi al Centro direzionale ci vive e lavora alla luce della cittadella direzionale che la Regione guidata da Vincenzo De Luca intende costruire a 200 metri in linea d'aria del Centro direzionale. Dove dovrebbero andare parte degli uffici dell'ente di Santa Lucia. Un progetto dal valore di almeno un miliardo, di cui la metà soldi pubblici, che svuoterebbe di fatto lo stesso Centro direzionale. Il Comune è partner istituzionale - insieme alle Ferrovie dello Stato - della Regione per il progetto. In conferenza di servizi il Comune dovrebbe dire sì - questo quello che trapela - al progetto del governatore. Conferenza che dovrebbe chiudersi entro la prima settimana di agosto e di certo prima della pausa estiva. Un piccolo rallentamento perché le date accreditate per la chiusura erano tra il 26 e il 27 di questo mese cioè la prossima settimana. Atteso il pressing di De Luca sull'ex rettore che resta incessante. Qualche giorno in più di riflessione che evidentemente serve proprio al Comune per limare quello che sta andando a firmare perché dalla Regione non trapelano dubbi sul progetto. Manfredi - in questa cornice - non esprime giudizi sul progetto e nemmeno sulla Torre della Regione modello Pirellone, tuttavia interviene per tracciare il rilancio del Centro direzionale. In che modo intende muoversi Manfredi? «Vogliamo - racconta il sindaco - trasformare il Centro direzionale in uno dei luoghi di sviluppo dell'area est. E bisogna partire da una considerazione: che il modello è nato come un business district cioè sugli uffici, sul lavoro da ufficio ed è un modello superato da 20 anni. Anche in altri posti come Milano e Roma è andato in crisi e si è trasformato in una realtà multifunzionale in grado di differenziare gli utenti e fare in modo che possono essere vissuti tutti i giorni per 24 ore».

Insomma, Manfredi punta a una svolta sostanziale e concettuale e quindi servono risorse e idee, ma Palazzo San Giacomo al riguardo come sta messo? È lo stesso Manfredi a tracciare le linee di indirizzo: «Abbiamo la necessità - spiega l'ex rettore - di fare un piano di investimenti considerando che a breve si apre la stazione della linea 1 della metro e che c'è un sistema di parcheggi importante, fattore fondamentale dal punto di vista della mobilità.

Va definito un nuovo modello funzionale sia per la manutenzione che dal punto di visto dei contenuti. La nostra idea è che quel luogo debba mantenere la vocazione sui servizi tenendo conto però che c'è l'effetto dello smart working e spazi che tendono a ridursi». Il tema su cui sta lavorando Manfredi è «quello dell'intrattenimento come è successo a Milano con la piazza Gae Aulenti con ristoranti, bar, luoghi di intrattenimento e lavorare sul tema dell'accoglienza. Al Centro direzionale già c'è un albergo, ne servono altri e noi per attrarre questi investimenti metteremo in campo politiche di incentivazione che serviranno per aprire anche altre attività commerciali, agendo sulle tasse comunali. Va fatto un piano e posso annunciare che a settembre apriremo un tavolo di idee con investitori».

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Il Centro direzionale - nella sostanza - va aperto al resto della città anche fisicamente e bisogna abbattere le barriere che lo separano dai quartieri confinanti, questo è uno degli obiettivi del Comune. «È un filone - spiega Manfredi - sul quale stiamo lavorando con le Ferrovie dello Stato. Cioè aprire la stazione su corso Meridionale, questo significa stabilire delle relazioni più dirette tra i vari luoghi del quartiere con il Centro direzionale». L'area est è attrattiva perché in quel distretto ci sono già massicci investimenti di grandi realtà nazionali e internazionali. E Manfredi al riguardo ha le idee chiare: «Tutto questo lavoro che stiamo facendo - conclude - va nella direzione di un grande rilancio dell'area di Gianturco dove ci sono investimenti nel settore della ricerca che rappresenta un grande attrattore». 

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