Giovani lavoro futuro, Sos occupazione giovanile da Napoli: «Lavorano solo due su dieci»

Il convegno organizzato a Napoli dalla fondazione Merita in partnership con Cdp e in collaborazione con Intesa Sanpaolo

Il convegno organizzato a Napoli dalla fondazione Merita
Il convegno organizzato a Napoli dalla fondazione Merita
di Valerio Iuliano
Sabato 6 Maggio 2023, 09:00 - Ultimo agg. 7 Maggio, 09:03
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«È necessario costruire le condizioni per avviare finalmente uno sviluppo che riduca e poi chiuda il divario del Sud con il Centro-Nord. La svolta può arrivare nel 2030». È il monito dell'ex ministro Claudio De Vincenti, lanciato in apertura del convegno Giovani lavoro futuro, organizzato a Napoli dalla fondazione Merita - di cui lo stesso De Vincenti è presidente onorario -, in partnership con Cdp e in collaborazione con Intesa Sanpaolo. «Il futuro dei nostri giovani è il futuro del nostro Paese e dipende dalla nostra capacità di collocare il Paese su una prospettiva di sviluppo che consenta di chiudere il divario tra Sud e Nord», ha aggiunto De Vincenti. Mentre il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, in un videomessaggio, ha sottolineato che «il tasto dolente è l'occupazione giovanile, che presenta dinamiche molto preoccupanti.

In Italia, tre milioni di giovani non studiano, non lavorano e non cercano lavoro, mentre in Germania la metà dei giovani tra i 15 e i 24 anni è già occupata.

Un giovane su due, tra i 15 e i 24 anni e in Italia lavora meno del 20% nella stessa fascia di età. Il Governo è impegnato nel perseguire l'ambizioso obiettivo di invertire la rotta e avviare finalmente un percorso di riduzione dei divari territoriali, che parta proprio dalla valorizzazione dei giovani. In questa direzione - aggiunge Urso - va il disegno di legge sul lavoro, approvato il primo maggio, che, tra le altre misure, ne prevede una di contrasto al fenomeno dei Neet. In questa fase, possiamo contare su ingenti risorse finanziarie, che occorre mettere a sistema per aumentarne l'efficacia e per innestare un meccanismo di crescita che possa anche permetterci di pagare l'accresciuto debito che stiamo attivando e che non può essere scaricato sulle prossime generazioni. Tra Pnrr e altri finanziamenti europei, le regioni meridionali avranno a disposizione circa 230 miliardi di finanza aggiuntiva da utilizzare nei prossimi sei anni. Una cifra importante - prosegue - sicuramente sufficiente, se ben impiegata, a ridurre questo divario e a far ripartire la crescita e la speranza nei giovani del Sud. Il problema è spendere queste risorse, spenderle nei tempi ristretti che abbiamo e nei modi migliori, vista la cronica inefficienza della macchina amministrativa, che è forse il problema principale che abbiamo nel Paese». 

Nella prima sessione del convegno, a cui è intervenuto anche il direttore de Il Mattino Francesco de Core, l'ad di Cdp Dario Scannapieco ha evidenziato il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti nel dopo-pandemia. Scannapieco ha sottolineato le potenzialità del Mezzogiorno sul fronte dell'innovazione, confermate dalle 3629 start up operative nelle regioni del Sud. 

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