Teatro San Carlo, non solo Lissner: ora in bilico tutti i direttori

Con il sovrintendente potrebbero lasciare anche Ilias Tzempetonidis e Dan Ettinger

Stephan Lissner
Stephan Lissner
di Giovanni Chianelli
Sabato 6 Maggio 2023, 08:00 - Ultimo agg. 15:58
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A Roma, nei piani alti del governo come in quello di Viale Mazzini, l'attenzione è tutta per la Rai che verrà, immaginando che il decreto che manda in pensione i sovrintendenti delle fondazioni liriche a 70 anni possa sbloccare il risiko delle nomine: Lissner decaduto/pensionato al San Carlo Napoli, Fuortes pronto a succedergli e al suo posto come amministratore delegato...

Ma a Napoli, come inevitabile e giusto che sia, gli occhi sono tutti puntati sul San Carlo, sul futuro del sovrintendente parigino che i 70 anni li ha compiuti il 23 gennaio scorso. Il suo mandato doveva scadere nel 2025, ma ormai sembra destinato a non andare oltre il 10 giugno. Una volta decaduto per limiti di età - lui non commenta e annuncia la volontà di far parlare i suoi avvocati con la stampa - il nome del suo successore sarà indicato dal cdi del teatro presieduto dal sindaco Manfredi e successivamente sottoposto al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per la nomina. Quel nome potrebbe/dovrebbe essere quello di Carlo Fuortes, romano, 63 anni, già alla guida dell'Opera di Roma.

Come sovrintendente. 

E qui iniziano i distinguo. Lissner al San Carlo è anche direttore artistico, sommando due incarichi e due stipendi (da 120.000 euro l'uno). Se Fuortes dovesse imitarlo potrebbe non sentire troppo il taglio da ruolo di ad della Rai, ma finora non ha mai ricoperto il ruolo di direttore artistico e a Roma aveva al suo fianco Alessio Vlad, che a Napoli sarebbe accolto a braccia aperte, ma ha da appena un mese accettato il ruolo omologo al teatro Regio di Parma.

Inoltre, al San Carlo si teme un effetto domino: dopo l'addio di Lissner, che fine faranno i due perni centrali della sua operazione di rilancio del teatro, ovvero il greco Ilias Tzempetonidis, direttore del casting, coordinatore area artistica e della scuola di belcanto, e il direttore d'orchestra Dan Ettinger? I loro contratti sono legati alla figura del sovrintendente, come quella del direttore del coro, Gabbiani, che non si era ancora insediato, e del balletto Bayer.

Grande è il disordine sotto il cielo, insomma, e la situazione non è detto che sia eccellente, anche se ci si aspetta che Fuortes possa ricucire la frattura con Riccardo Muti, riportandolo in teatro.

Intanto, per fortuna, un po' di tempo c'è perché a pagare lo spoil system, oltre a Lissner - ma dal ministero ricordano che la norma lo equipara ai sovrintendenti italiani, che già andavano in pensione a 70 anni - non sia soprattutto il San Carlo e il suo pubblico, e con loro tutta Napoli e la Campania che hanno bisogno di un teatro che non perda posizioni, anzi diventi persino più centrale nella scena artistica europea, in cui già primeggia. La stagione 2023-24 sarà di livello altissimo e l'ha già disegnata Lissner. Così Fuortes avrebbe tutto il tempo di immaginare il «suo» San Carlo, magari più attento ai registi di quanto lo fosse il sovrintendente francese, che ha puntato tutto sui cantanti. Damiano Michieletto e Davide Livermore, a quel punto, potrebbero essere, tanto per fare qualche esempio, i nomi del San Carlo prossimo venturo.

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La politica? Vincenzo De Luca, presidente della Campania, si lascia sfuggire la battuta: «Si scoprirà che su Lissner avevo ragione io» dice, ricordando le sue accuse su aumenti di stipendio e non solo. E se qualcuno nota una curiosa convergenza tra De Luca e l'esecutivo Meloni non sarà smentito dalle dichiarazioni di Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura che ricorda come Lissner fu nominato a Napoli «dopo un incredibile infortunio professionale all'Opera di Parigi che non lo volle più. Lo ricordo a chi pensa di farne un simbolo». Mazzi allude a una gaffe di Lissner che non riconobbe alcune arie al primo ascolto.

La solidarietà al sovrintendente è arrivata da Roberto Fico dei 5 stelle: «Mi sembra un'operazione assurda ma non per Fuortes che conosco e stimo». E da Stefania Brancaccio, presidente degli «Amici del San Carlo»: «Un giorno triste per la cultura, Lissner ha operato benissimo, anche in situazioni difficili». Per i sindacati è intervenuto Massimo Taglialatela, segretario generale Uilc: «Più che discutere la norma si può ragionare sull'opportunità di applicarla a contratti in essere. Così sembra fatta ad hoc per liberare posizioni apicali in luoghi strategici per l'esecutivo». 

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