M5S, Conte e Fico blindano il Patto per Napoli: «Nessuna modifica»

M5S, Conte e Fico blindano il Patto per Napoli: «Nessuna modifica»
di Adolfo Pappalardo
Martedì 30 Agosto 2022, 08:00 - Ultimo agg. 31 Agosto, 08:02
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Un no secco all'autonomia differenziata e il rilancio del Patto per Napoli anche per gli altri comuni. Insistono su questi due punti i massimi vertici dell'M5s, Giuseppe Conte e Roberto Fico, ieri alla presentazione a Napoli dei candidati del Movimento. Sono gli auto-assist della campagna elettorale campana dell'M5s che sembra puntare meno, ora che è sotto attacco, sul reddito di cittadinanza, il loro storico cavallo di battaglia. Meglio, quindi, dedicarsi su un passaggio più politico, declinando tutto su Napoli dove «il Movimento farà un ottimo risultato», sottolinea fiducioso Roberto Fico.

«Quando sento parlare di autonomia come qualcuno la vuole fare, dico che io e tutti noi siamo fermamente contrari, non la accetteremo mai. È un'idea di autonomia arretrata che divide l'Italia e che non fa bene al Nord e al Sud, che dà di più a chi ha di più e meno a chi ha di meno. La prima cosa da combattere sono le diseguaglianze sociali e tra le generazioni. La prima cosa che abbiamo fatto come M5s è combattere diseguaglianze sociali.

Per questo non lo accetteremo mai», tuona Fico dal palco prima di riprendere un argomento caro al sindaco Manfredi: l'autonomia delle grandi città metropolitane più che delle regioni.

«Sono d'accordissimo con il sindaco di Napoli. Perché è nelle grandi Città metropolitane - ragiona Fico - che ci sono grandi problemi, è qui che si deve fare un'altra politica, un altro trasporto pubblico, un altro smaltimento dei rifiuti. È qui che i Comuni danno servizi ai più deboli. Se non investiamo sui Comuni, ragionando in questa forma, non porteremo il Paese da nessuna parte». Poi sul patto per Napoli, che il centrodestra vuole mettere in discussione, e che invece «non dev'essere rivisto come dice qualcuno ma va valorizzato». «Ho lavorato molto sul Patto per Napoli, che significava rimettere al centro la problematica dei Comuni. Se lo Stato non investe nei Comuni i servizi non arrivano ai cittadini. Dobbiamo rinforzare tutta la struttura dello Stato, a partire dai Comuni, dal Patto per Napoli», aggiunge. Subito dopo l'intervento, in streaming, del presidente Conte che non è da meno e vira sugli stessi punti.

«Siamo stati quelli che hanno voluto il Patto per Napoli: questa sfida è stata raccolta dalla popolazione e sta dando frutti significativi», premette l'ex premier che insiste sul lavoro fatto di concerto con il suo ex ministro ora sindaco. «Questa città in particolare è stata oggetto del nostro progetto di un patto per la città che ha portato a un risultato significativo, perché il sindaco attuale Gaetano Manfredi è il frutto di una precisa indicazione, determinazione e volontà di offrire una prospettiva di riscatto e di governo migliore alla città, tra l'altro in una situazione particolarmente critica dal punto di vista economico e finanziario. Questo non significa che i problemi sono stati risolti, anzi, ma è stato costruito un percorso che - conclude Conte - vedrà impegno, responsabilità e dedizione e che potrà dare senz'altro frutti importanti. Ora l'appuntamento con le elezioni politiche è in continuità con il lavoro già fatto e ci richiede evidentemente una nuova testimonianza della disponibilità ad assumere degli impegni per la città di Napoli, per tutto il territorio metropolitano e per tutta la Campania».

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Nel mezzo gli interventi dei candidati presso la fondazione Foqus ai Quartieri Spagnoli. Dall'ex ministro Costa che rivendica il lavoro fatto al governo («non siamo degli scappati di casa», sottolinea) passando per le new entry come Dario Vassallo, il fratello di Angelo il sindaco di Acciaroli ucciso nel 2010 e l'ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho («Il Movimento corrisponde agli obiettivi che ho avuto nella mia vita. Proseguo in un campo diverso il mio lavoro», sottolinea l'ex magistrato). «Tutti ci danno per morti, ma siamo in crescita», sottolinea Fico che, per la prima volta, non è ricandidato per la regola del doppio mandato. Ma sottolinea di lavorare ventre a terra per l'M5s per queste politiche. E poi? «Fino al 12 ottobre sarò presidente della Camera, ci ho tenuto a questo percorso e a questa funzione, l'ho svolta credo nel massimo rispetto delle istituzioni, dei cittadini e della Repubblica che viene sempre prima di tutto, anche del Movimento. Ho lavorato per il bene delle istituzioni e del Paese. Lo farò fino al 12 ottobre e lo farò anche dopo», sottolinea senza far capire il suo futuro. Se poi quello dell'M5s si incrocerà di nuovo con il Pd è tutto da vedere. «Se le porte del Movimento sono definitivamente chiuse per il Pd? In questo momento, in questa campagna elettorale, chiaramente sì. Il Pd - sottolinea - ha fatto una scelta secondo me affrettata, sbagliando. Ma noi comunque andiamo avanti seguendo la nostra strada, quella del progressismo. Più avanti vedremo chi sarà progressista e decideremo». 

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