Manfredi sindaco di Napoli, strigliata alle elite: «Basta autocelebrarsi»

Manfredi sindaco di Napoli, strigliata alle elite: «Basta autocelebrarsi»
di Luigi Roano
Lunedì 6 Dicembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 14:10
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La platea è di quelle austere - siamo alla Facoltà di Architettura della Federico II - in un sabato mattina prenatalizio. Qui, nella sua università, il sindaco Gaetano Manfredi, ex rettore, sferza il suo mondo perché in quella sede, all'inaugurazione dell'anno accademico nessuno può girarsi dall'altra parte: «Il tema dell'equità riguarda anche l'equità culturale cioè la capacità di avere processi culturali che non siano elitari ma siano capaci di essere inclusivi. L'elite culturale non è l'autocelebrazione di se stessi, ma è il processo di inclusione di chi è estraneo a questi circoli, quello il vero successo non l'autocelebrazione». È un estratto di quella che a tratti è sembrata una lectio magistralis sui limiti di Napoli che si annidano anche laddove invece dovrebbe arrivare lo spunto, lo scatto, la volontà per far decollare la città oltre i difetti tipici del cristallizzarsi sulla propria napoletanità. Manfredi allarga il ragionamento, le sue parole sono un invito a mettersi in gioco: «Creare valore è diventato quasi un disvalore, ma se non lo creiamo non possiamo ridistribuirlo, non possiamo dare opportunità diamo solo povertà». Manfredi affonda il colpo: «Fotografiamo una città povera per i problemi storici che ha sempre avuto, povera per effetto della pandemia laddove c'era un'economia informale che non è stata sostenuta dall'aiuto dello Stato perché c'erano una marea di invisibili che non sono stati intercettati. Ma poi anche una città povera perché non è stata capace di creare valore, di creare capacità di investimento, capacità di crescita che non è stata capace di creare nemmeno valore sociale». 

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Quindi il passaggio sui giovani: «Il tema della nostra diaspora dei ragazzi che sono costretti ad andare fuori, della nostra incapacità di attrarre persone che vengono da fuori in tutti i sensi - anche l'immigrazione rappresenta un valore se ben gestita - da noi diventa un disvalore.

Alla fine questa mancanza di capacità di creare valore determina le difficoltà di oggi». Manfredi già in campagna elettorale più volte aveva esortato le cosiddette elite - e anche la società civile nel suo complesso - a farsi avanti, ma e a giudicare dalle sue parole l'appello non è stato ancora raccolto. «Al centro dei nostro progetti - ribadisce Manfredi - ci deve essere un dato valoriale: economico e sociale e quindi equità e condizioni di vita migliore, ma dobbiamo creare anche valore culturale. E lo dico in questo luogo che è uno dei templi della cultura. Abbiamo davanti una sfida. Ci vuole una grande competenza e una grande capacità operativa. Viviamo un paradosso: Napoli è una delle città più studiate al mondo, ci sono studi di altissimo livello, però quando apriamo un cassetto e cerchiamo un progetto non c'è». Rispunta fuori quello che per Manfredi è un autentico assillo, il Pnrr: «La vera sfida è avere un progetto della città capace di poter centrare due obiettivi: intercettare le risorse e che siano operativi, concreti. Noi con il Pnrr non abbiamo le armi per poter competere e considerato il patrimonio di competenze che abbiamo a Napoli è una grande sconfitta collettiva». Manfredi è sempre più tagliente: «L'idea di fare progetti che hanno tempi di 20-30 anni significa che quando li abbiamo completati i bisogni per i quali li abbiamo immaginati sono scomparsi. È una incapacità che riguarda tutti: sindaco, imprenditori, università. Siamo contenti di quello che abbiamo, ma la sfida è quello che dobbiamo fare». L'ultima, ma non per importanza, è l'analisi sulla politica: «Il capitale fiduciario è l'elemento fondamentale perché la politica possa essere efficace. Se le persone non ci credono che qualcosa possa cambiare o realizzare non cambierà mai. E purtroppo quello che tocco con mano è una sfiducia diffusa. Il caso di Bagnoli è emblematico. Concludo con un invito: dobbiamo dimostrare tutti insieme di poter fare delle cose per la città di far cogliere le opportunità e per far questo il ruolo dell'Università è fondamentale». 

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