Matteo Salvini a Napoli: sì al patto ma è scontro sull'autonomia

Matteo Salvini a Napoli: sì al patto ma è scontro sull'autonomia
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 16 Settembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 20:45
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«Il Patto per Napoli non si tocca» è l'impegno assunto ieri pomeriggio dal leader della Lega, Matteo Salvini, ieri a Napoli per parlare all'Unione Industriali partenopea guidata da Costanzo Jannotti Pecci nel ciclo di incontri con i leader candidati alle prossime elezioni. Nessuna modifica, quindi, all'intesa siglata dal sindaco Manfredi e dal premier uscente Draghi se il centrodestra riuscirà a prevalere alle urne. «Non devono essere i cittadini - ha rilevato il segretario del Carroccio - a pagare per gli errori degli amministratori. I soldi a Napoli li abbiamo stanziati tutti insieme come lo facemmo per Catania o per Alessandria. L'importante è che sindaci e governatori non li sprechino. Il problema della Campania è che fino a pochi mesi fa era una delle ultime per capacità di spesa dei fondi europei. Il problema non è che non ci sono i soldi ma che non si spendono o si spendono male». Un tema, quello del Patto per Napoli, agitato soprattutto dal centrosinistra e dal Terzo Polo. Salvini ha voluto così allontanare l'ipotesi di modifiche. Il patto che ha salvato le casse comunali non è l'unico tema trattato da Salvini che riguarda da vicino il futuro della città.

Agli industriali, più di ogni altra cosa, premeva sapere dal leader leghista quale era il suo approccio sul suo progetto di autonomia differenziata.

Un programma che poco piace agli industriali partenopei come ammesso con chiarezza dallo stesso presidente di Palazzo Partanna, Jannotti Pecci, nel corso dell'incontro. «L'autonomia - ha spiegato invece il capo del Carroccio - significa meno sprechi». Per dimostrare il proprio assunto Salvini ha fatto l'esempio della gestione dei rifiuti. «I cittadini campani - ha fatto notare - sono tra quelli che pagano la tassa dei rifiuti più cara d'Italia per essere in perenne emergenza perché non ci sono impianti per incapacità regionale. Se non ci sono gli impianti è colpa dei ritardi della Regione. Ogni anno dalla Campania partono 800 milioni di tonnellate di rifiuti che vanno in altre regioni e Paesi. Cosa significa autonomia? Che si premia la competenza degli amministratori, quindi se si gestisce a Napoli, a qualcosa che oggi lo Stato fa poco e male e si risparmia si trattengono a Napoli quattrini che si risparmiano. È folle che i napoletani per incapacità di De Luca e dei suoi collaboratori paghino multe da centinaia di milioni di euro per il mancato smaltimento dei rifiuti». L'altro esempio tirato in ballo è quello della gestione dei musei da parte dello Stato. «Se l'amministratore locale è capace - ha detto - anziché far gestire tutti beni culturali dallo Stato, i maggiori introiti restano sul territorio anziché andare a Roma». Pecci ha però ribattutto che il principio sarà pure giusto, ma a patto che vengano salvaguardati con un unico criterio su tutto il territorio nazionale i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni. «Prima cambiate i Lep - ha chiesto Jannotti Pecci a Salvini - poi procedete all'auotonomia». Incassando un «sì» dal leader del Carroccio. Gli industriali volevano però sapere da Salvini come destreggiarsi per il caro energia. «Sono le bollette - ha spiegato il leader leghista - il vero problema tanto per le famiglie quanto per le imprese. Noi oggi parleremo dei nostri programmi, ma la priorità oggi è solo questa. Chiedo a tutti i partiti di mettere da parte la campagna elettorale per risolvere questo problema. Quando il prossimo governo sarà operativo sarà troppo tardi, agiamo subito tutti insieme per contrastare il caro bollette».

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Parole di chiarezza Salvini ha voluto dirle sul reddito di cittadinanza. Fino a qualche mese fa il centrodestra (e non solo) voleva abolirlo, ora tutti sono concordi di realizzare invece solo delle modifiche. «Chi non può lavorare - ha spiegato il leader del Carroccio - va aiutato e va assistito, minori, disabili, anziani, pensionati chi è in grado di lavorare e rifiuta anche una sola offerta di lavoro perde qualsiasi privilegio per quello che mi riguarda». E a ai cronisti che gli facevano notare quanto fosse difficile dire al Sud in campagna elettorale che lo si vorrebbe abolire, Salvini ha replicato deciso: «Ne parlo qui esattamente come a Catania domani o altrove». Infine una battuta sulla performance di Di Maio e sul ballo in pizzeria. «Da italiano sono profondamente imbarazzato. Fosse un candidato qualunque va bene, ma questo fa il ministro degli Esteri, ci sono tre guerre in corso e questo fa l'ape Maia». 

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