Cascetta si dimette: «Metro, errori di gestione; i nuovi treni non bastano»

Cascetta si dimette: «Metro, errori di gestione; i nuovi treni non bastano»
di Paolo Barbuto
Giovedì 12 Maggio 2022, 08:04 - Ultimo agg. 13 Maggio, 08:22
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Metropolitana Spa è stata la sua casa negli ultimi cinque anni, Ennio Cascetta ha deciso di lasciarla a pochi mesi dalla scadenza ufficiale del mandato da presidente. Dimissioni difficili da interpretare: il protagonista non usa toni polemici nell'abbandonare l'azienda che gestisce la costruzione dell'infrastruttura, eppure lascia prima del tempo. L'azienda con il consueto comunicato di maniera, ringrazia il vertice uscente e annuncia che a fine mese, dopo l'approvazione del progetto di bilancio, il CdA voterà un nuovo presidente.
Cascetta, comunque, spiega che continuerà a seguire ogni dettaglio di quella che considera una sua creatura, si dispera solo quando pensa alla gestione della metropolitana: un errore trascinarla dentro Anm che, secondo Cascetta, non riesce a gestirla; un errore da parte del Comune lasciare tutto com'è.

Presidente perché lascia Metropolitana Spa?
«Perché gli impegni crescono a dismisura. La presidenza di Tecne, del gruppo Autostrade per l'Italia, assorbe troppo tempo.

Era necessario rinunciare a qualcosa».

E rinuncia proprio a Metropolitana?
«Io considero questa azienda come un figlio. Non l'abbandonerò mai, non ci si dimette da genitore. Continuerò a seguirla e, soprattutto, mi dedicherò alla nascita del Museo aperto della Metropolitana, il Mam».

Lascerà il cuore dell'azienda per dedicarsi alle attività marginali.
«Non sono d'accordo. Il progetto di creazione di una struttura capace di acquisire, gestire e promuovere l'arte delle stazioni della Metropolitana di Napoli non è marginale. Ho già un accordo per presiedere la struttura che gestirà il museo».

Parla al futuro. Nel presente il Mam è ancora un'ipotesi.
«È più reale di quanto non si pensi. Il sindaco Manfredi segue con attenzione la vicenda, a breve credo che ci saranno sviluppi importanti».

Quali sono i reali motivi delle dimissioni?
«È inutile ripetere la domanda. I motivi ufficiali sono quelli che ho spiegato».

Però va via molto prima che l'opera sia completata.
«Chi verrà dopo di me saprà fare altrettanto bene. Anzi, farà meglio. E comunque il problema attuale non è la costruzione della Metropolitana ma la gestione».

Ce l'ha con Anm?
«Ce l'ho con chi, a suo tempo, decise di cancellare Metronapoli e far confluire il trasporto su ferro dentro Anm».

Qual è il problema?
«Che Anm gestisce la Metropolitana così come gestisce i bus, cioè male».

Ha deciso di abbandonare il fioretto per passare alla sciabola?
«Non è questione di delicatezza nella terminologia. Il funzionamento del trasporto pubblico a Napoli è sotto gli occhi di tutti. È imbarazzante».

Guardi che i vertici di Anm sono nominati, e oggi confermati, dall'amministrazione. Anche Palazzo San Giacomo ha colpe?
«Non è un'accusa all'attuale amministrazione. Sto ripetendo quel che dico da anni, quando la Giunta era un'altra. Se non si cambia, se non si separa il trasporto su ferro da quello su gomma, non si va da nessuna parte».

È un suggerimento? O è una anticipazione di quel che accadrà?
«Né l'una né l'altra cosa. È l'osservazione dello stato dei fatti».

A proposito di Palazzo San Giacomo, come si è evoluta la questione degli interessi sui pagamenti?
«Non si è evoluta. Mancano ancora le risorse economiche per pagare gli interessi maturati dalla società per i pagamenti ritardati da parte del Comune. Mi auguro che questa nuova Amministrazione lo affronti con la dovuta determinazione».

Intanto la costruzione della Metropolitana va a rilento.
«Nei miei cinque anni di presidenza mi sono impegnato soprattutto per la approvazione e il finanziamento dei progetti e nel completamento di alcune opere importanti. Nel 2017 il Comune non aveva ancora approvato, per l'intero importo, il progetto della tratta Dante Garibaldi, nonostante i lavori fossero molto avanzati. In questi anni il progetto è stato approvato, sono arrivati finanziamenti dello Stato importanti per completare le stazioni archeologiche oltre che per completare la linea 6. Comunque siamo ormai prossimi al completamento delle stazioni Municipio, Centro Direzionale, Tribunali e al completamento delle opere civili della linea 6»

C'è il nodo-cimitero. Il crollo ha bloccato i lavori verso Capodichino
«Noi siamo solo i gestori del progetto, i lavori vengono eseguiti da altri, le autorità arriveranno a fare chiarezza sulle responsabilità. Lo considero il momento più triste della mia presidenza».

E quello più felice?
«Senz'altro l'apertura della stazione Duomo. Era determinante per dare continuità all'opera».

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