Morto Marco Valenzi, ​figlio di Maurizio: con la sorella Lucia ha diretto la Fondazione in memoria dei genitori

Sarà ricordato nel corso di una cerimonia laica nel Maschio Angioino

Marco Valenzi
Marco Valenzi
di Nadia Cozzolino
Lunedì 25 Settembre 2023, 23:01 - Ultimo agg. 27 Settembre, 07:04
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Una Fondazione nata in memoria dei propri genitori, ma soprattutto «dedicata a coltivare i valori che ci hanno insegnato e che hanno guidato la loro vita». Un progetto che Lucia Valenzi ha condiviso con suo fratello Marco, scomparso domenica, e che sarà ricordato domani nel corso di una cerimonia laica in programma alle 11 nel Maschio Angioino, sede dell’ente creato nel 2009 e impegnato sul piano culturale e sociale, nella memoria della Shoah, contro il razzismo e le discriminazioni.

La presidente della Fondazione lo ha annunciato in una lettera dedicata a Marco, un toccante messaggio nel quale ripercorre settant’anni di vita fianco a fianco. Un uomo «impegnato politicamente da giovane» che «pur non rivestendo cariche, seguiva con grande attenzione la politica». «Marco – scrive Lucia Valenzi in una lettera pubblicata sui social - è nato in piena guerra: il 1941. Così da bambino è stato privato della presenza di un genitore, poi di un altro, poi di entrambi che entravano nelle carceri fasciste».

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È proprio nel 1941 che Maurizio Valenzi, dopo aver sposato due anni prima Litza Cittanova, venne arrestato, resistendo agli interrogatori, condannato all’ergastolo e ai lavori forzati dal regime fascista di Vichy e internato per un anno a Lambèse, in Algeria, prima di essere liberato dagli Alleati nel marzo 1943.

Ma «dura è stata anche la vita nel primo dopoguerra a Napoli, quando sia Maurizio che Litza Valenzi – ricorda la presidente della fondazione - erano intensamente impegnati nel lavoro per il partito comunista, condividevano le ristrettezze economiche di tanti in quei tempi difficili». L’arrivo in città risale al 1944 quando, in via Broggia, venne organizzato un appartamento per i comunisti che arrivarono da varie località. Nel 1952, il futuro sindaco venne eletto consigliere provinciale e in quello stesso anno nacque la figlia Lucia. Marco, intanto, «per un periodo, da piccolo, ha frequentato la scuola ebraica, benché la famiglia non fosse credente, poi il liceo Vico al Vomero». Il primogenito dei Valenzi «ha sofferto di una sordità congenita che negli ultimi anni si è aggravata. Questo, da un lato ha accentuato un carattere riservato, che però non gli impediva di essere cordiale, simpatico e spiritoso e grande appassionato di calcio». E Marco «aveva un talento particolare per le materie scientifiche, la matematica e la fisica, un’attitudine che esprimeva anche in una grande passione per il gioco degli scacchi, di cui aveva il titolo di Candidato Maestro.

 

Ha lavorato per il Cnr, in particolare nel Laboratorio di cibernetica di Arco Felice, diretto all’epoca dal professor Caianiello, dove si sperimentavano i primi computer, poi in quello di Genetica e biofisica a Fuorigrotta». La lettera che Lucia Valenzi dedica a suo fratello parte da un sentito ringraziamento «per la partecipazione e l’affetto» a quanti hanno voluto esserle vicina in un momento di così grande dolore: «Si sono riaperte ferite mai sanate – scrive - e il vostro sostegno è stato per me fondamentale». Un dramma che si aggiunge alla tragedia vissuta nel marzo del 2018 con la scomparsa di sua figlia, Libara. Anche in quell’occasione la Fondazione Valenzi organizzò un incontro pubblico in sua memoria.

E a Marco Valenzi, vicepresidente dell’ente, sarà dedicata una «cerimonia laica nella quale gli amici potranno condividere il ricordo» che si terrà all’indomani dell’addio al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, sincero amico di Valenzi. Obiettivo di Lucia Valenzi è «ringraziare Marco pubblicamente per aver condiviso con me la scelta di donare tutto il patrimonio dei nostri genitori e tutta la collezione d’arte alla Fondazione. Anche Marco ha sempre creduto nell’importanza che la Fondazione possa vivere al di là e dopo di noi». Da qui la scelta di non sospendere le attività in programma, invitando tutti a partecipare a un’iniziativa «a cui Marco teneva tanto» di ricordo delle Quattro Giornate di Napoli, in calendario per la data di sabato 30 settembre.
 

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