Una Fondazione nata in memoria dei propri genitori, ma soprattutto «dedicata a coltivare i valori che ci hanno insegnato e che hanno guidato la loro vita». Un progetto che Lucia Valenzi ha condiviso con suo fratello Marco, scomparso domenica, e che sarà ricordato domani nel corso di una cerimonia laica in programma alle 11 nel Maschio Angioino, sede dell’ente creato nel 2009 e impegnato sul piano culturale e sociale, nella memoria della Shoah, contro il razzismo e le discriminazioni.
La presidente della Fondazione lo ha annunciato in una lettera dedicata a Marco, un toccante messaggio nel quale ripercorre settant’anni di vita fianco a fianco. Un uomo «impegnato politicamente da giovane» che «pur non rivestendo cariche, seguiva con grande attenzione la politica». «Marco – scrive Lucia Valenzi in una lettera pubblicata sui social - è nato in piena guerra: il 1941. Così da bambino è stato privato della presenza di un genitore, poi di un altro, poi di entrambi che entravano nelle carceri fasciste».
È proprio nel 1941 che Maurizio Valenzi, dopo aver sposato due anni prima Litza Cittanova, venne arrestato, resistendo agli interrogatori, condannato all’ergastolo e ai lavori forzati dal regime fascista di Vichy e internato per un anno a Lambèse, in Algeria, prima di essere liberato dagli Alleati nel marzo 1943.
Ha lavorato per il Cnr, in particolare nel Laboratorio di cibernetica di Arco Felice, diretto all’epoca dal professor Caianiello, dove si sperimentavano i primi computer, poi in quello di Genetica e biofisica a Fuorigrotta». La lettera che Lucia Valenzi dedica a suo fratello parte da un sentito ringraziamento «per la partecipazione e l’affetto» a quanti hanno voluto esserle vicina in un momento di così grande dolore: «Si sono riaperte ferite mai sanate – scrive - e il vostro sostegno è stato per me fondamentale». Un dramma che si aggiunge alla tragedia vissuta nel marzo del 2018 con la scomparsa di sua figlia, Libara. Anche in quell’occasione la Fondazione Valenzi organizzò un incontro pubblico in sua memoria.
E a Marco Valenzi, vicepresidente dell’ente, sarà dedicata una «cerimonia laica nella quale gli amici potranno condividere il ricordo» che si terrà all’indomani dell’addio al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, sincero amico di Valenzi. Obiettivo di Lucia Valenzi è «ringraziare Marco pubblicamente per aver condiviso con me la scelta di donare tutto il patrimonio dei nostri genitori e tutta la collezione d’arte alla Fondazione. Anche Marco ha sempre creduto nell’importanza che la Fondazione possa vivere al di là e dopo di noi». Da qui la scelta di non sospendere le attività in programma, invitando tutti a partecipare a un’iniziativa «a cui Marco teneva tanto» di ricordo delle Quattro Giornate di Napoli, in calendario per la data di sabato 30 settembre.