Buche, è caos risarcimenti a Napoli: il Comune senza polizza

Buche, è caos risarcimenti a Napoli: il Comune senza polizza
di Paolo Barbuto
Martedì 29 Gennaio 2019, 08:00
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Sul finire della settimana scorsa il capo dell'avvocatura ha scritto un report sulla questione delle buche stradali e dei risarcimenti. L'ha fatto su richiesta della Commissione Infrastrutture, ne ha inviato una copia anche all'assessore Mario Calabrese che si occupa anche della manutenzione delle strade e dei problemi che nascono quando la manutenzione fa fiasco e lungo strade e marciapiedi si aprono buche e voragini. Il report, del quale il Mattino è venuto a conoscenza diretta, contiene dettagli utili a comprendere la maniera con la quale il Comune affronta il tema del contenzioso per le buche stradali.
 
Quel documento, firmato dall'avvocato Ferrari, contiene molti dati sull'argomento, ma il capo dei legali di Palazzo San Giacomo si spinge anche a dare qualche suggerimento all'Amministrazione per la gestione della questione risarcimenti. «...fattore di criticità è l'assenza di polizze assicurative - scrive il legale -. L'ultima polizza risale al 2008: peraltro, gli assicuratori che si sono succeduti nel tempo hanno instaurato dei contenziosi con l'Ente in rapporto all'omesso rimborso degli indennizzi coperti da franchigia».

La questione viene ripresa anche nella fase conclusiva del report quando Ferrari insiste: «Sarebbe opportuno, ad avviso di chi scrive, rimeditare la possibilità di stipulare polizze assicurative a garanzia di tali rischi. Ciò anche a tutela dei giusti tempi di soddisfazione delle pretese risarcitorie da parte dei cittadini incolpevolmente danneggiati. Tuttavia, dovrebbe aversi cura di limitare le franchigie (vere proprie panacee per gli assicuratori) e di prevedere, per ridurre l'aggravio dell'Avvocatura, pattuizioni contrattuali di gestione delle liti da parte degli assicuratori».

La maggior parte dei Comuni d'Italia si è dotato di una polizza assicurativa per gestire questioni delicate e costose come quelle dei risarcimenti per danni causati dalle buche stradali. A Roma c'è una struttura assicurativa «in house» che si occupa di queste vicende; nel Paese sono decine le Amministrazioni che forniscono online i moduli per la richiesta di risarcimento e segnalano anche la compagnia assicurativa alla quale rivolgersi dopo aver seguito l'iter burocratico. Anche a Napoli funzionava così, almeno fino al 2009: si sono susseguiti più istituti assicurativi che si occupavano dei risarcimenti. Però la franchigia del Comune non era sufficiente a coprire i risarcimenti, così le compagnie che hanno soddisfatto le richieste di chi s'era fatto male o aveva distrutto l'auto su una buca sono state costrette a rivalersi su Palazzo San Giacomo che, lo scorso giugno, è stato condannato a versare 5 milioni e 200mila euro per spese non coperte, e sostenute dalle assicurazioni, tra il 2006 e il 2009.

Proprio questa vicenda suggerisce all'avvocatura di spiegare ai destinatari del report che nel caso in cui si decidesse di attivare nuovamente una polizza per coprire i danni da buche stradali, sarebbe opportuno fare grande attenzione alla questione delle franchigie.

Per evitare di scivolare nelle difficoltà della causa legale, di fronte ad una richiesta valida, è possibile anche cercare una transazione. Vorrebbero farlo pure gli avvocati del Comune che, però, attualmente non ne hanno la possibilità. Anche questo tema viene affrontato dal capo dell'avvocatura di Palazzo San Giacomo: «Più volte si è inteso sollecitare l'Amministrazione a voler valutare un canale transattivo per tali controversie (soprattutto quelle di minor valore), il che comporterebbe un discreto risparmio di energie professionali e di oneri finanziari. Ma la scarsezza di risorse di bilancio, ben nota, ad oggi non ha consentito di accogliere tali input».

Nelle due pagine fitte, a firma dell'avvocato Ferrari ci sono, ad onor del vero, molte segnalazioni di «buone pratiche» messe in atto dal Comune per limitare i danni derivati dai dissesti stradali, su tutti viene citato il Pis, il pronto intervento stradale, che consente di rimettere in sesto rapidamente l'asfalto.

Un ultimo dettaglio: l'avvocatura spiega di non avere un report storico dei contenziosi. I dati sono stati digitalizzati solo a partire dal primo gennaio del 2015 sicché tutto quel che riguarda gli anni precedenti andrebbe ricercato in maniera «manuale». Insomma le circa 3.800 domande risarcitorie sono quelle rintracciate nei computer, raccogliere le altre sarebbe estremamente complesso.
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