Napoli, è guerra di deleghe al Comune: la grana Patrimonio passa alla Clemente

Napoli, è guerra di deleghe al Comune: la grana Patrimonio passa alla Clemente
di Valerio Esca
Giovedì 25 Ottobre 2018, 13:30
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C'è fermento a Palazzo San Giacomo in vista della presentazione dei due nuovi assessori comunali e del rimpasto di deleghe, che verrà ufficializzato domani. Mentre nella maggioranza arancione, sempre più in bilico, continuano a registrarsi fibrillazioni. Una delle novità all'orizzonte riguarda il Patrimonio, che viene riunificato dopo il tentativo, fallimentare, di spacchettarlo in tre (suddiviso fino ad oggi tra Ciro Borriello, che oltre allo Sport gestirà i Cimiteri, Enrico Panini e Carmine Piscopo). Il sindaco de Magistris dopo aver incassato il no di Piscopo, attuale assessore all'Urbanistica, avrebbe deciso di affidare la delega ad Alessandra Clemente. Una sfida delicatissima da affrontare per l'assessore ai Giovani e alla Polizia municipale, che si troverà a gestire quello che è considerato da sempre il tallone d'Achille dell'amministrazione comunale. Nonché leva fondamentale del piano di riequilibrio. Se il Comune continuerà a non vendere immobili avrà poche chance di cavarsela davanti alla Corte dei Conti.

I due nuovi assessori - come ormai annunciato più volte - saranno Laura Marmorale, che lascia il posto di assessore alla Terza Municipalità, e Monica Buonanno, dipendente di Italia Lavoro. Alla Marmorale andrà un pezzo delle deleghe dell'assessorato al Welfare e Politiche sociali, ovvero Integrazione e Nuove povertà. Mentre alla Buonanno quelle legate al Lavoro, oggi in capo a Panini. Quest'ultimo andrà a sfilare il posto di vicesindaco a Raffaele Del Giudice (che resterà all'Ambiente). Panini continuerà a mantenere Bilancio e Attività produttive. L'altra novità è relativa alla separazione delle due deleghe dell'assessorato guidato da Nino Daniele (Cultura e Turismo). In capo all'ex sindaco di Ercolano resteranno tutti i temi legati alla Cultura, al Turismo sarà delegata invece la consigliera comunale di demA, Eleonora De Majo, oggi presidente della commissione consiliare Politiche urbane.
 
Lo slittamento di cinque giorni della presentazione dei due nuovi assessori è figlio di una vera e propria guerra sulle deleghe, che si è aperta in Consiglio comunale. De Magistris vorrebbe coinvolgere la sua maggioranza utilizzando la formula del «consigliere delegato», già sperimentata dall'ex pm nella prima consiliatura. Con scarsi risultati. Il consigliere delegato in fin dei conti non ha alcun potere gestionale, non può proporre delibere, non può firmare atti. Il responsabile delle deleghe resta sempre e comunque il sindaco. Tanto che Nino Simeone di Agorà ci tiene a ribadire: «Non ho alcuna intenzione di fare lo staffista di nessuno. Tengo al mio ruolo di consigliere comunale. Gli staffisti a San Giacomo ci sono già». Al presidente della commissione Infrastrutture era stata offerta la delega alla Mobilità. Stesso discorso vale per i Verdi, che si sono visti defenestrare Maria D'Ambrosio (ormai ex assessore al Verde), dopo diciassette mesi dall'ingresso nella squadra di governo. Per i Verdi «ci si trova davanti ad un monocolore politico, dove non c'è più una coalizione». Difficile pensare ad un passaggio immediato all'opposizione, più probabile che si voti delibera per delibera, con una sorta di appoggio esterno. Almeno per i primi mesi. Una riflessione nei Verdi è comunque in atto, visto e considerato che in Regione siedono tra i banchi della maggioranza del governatore De Luca. Verso il sì alla delega invece il consigliere dei Riformisti Gabriele Mundo. Al netto di tutto ciò il sindaco dovrà tenere conto dei mal di pancia dei suoi: oltre ai Verdi, de Magistris rischia di perdere almeno due consiglieri di Agorà (Simeone e Ciro Langella), nonché il gruppo degli Sfasteriati. Conti alla mano, il primo cittadino rischia di non avere più controllo sulla sua maggioranza balcanizzata sin da subito, da gruppi e sottogruppi.

Alla finestra resta la sinistra, che aspetta le dimissioni dal Consiglio di Pietro Rinaldi (oggi in demA) per permettere a Rosaria Galiero (prima dei non eletti della sinistra) di rinfoltire le fila di «Napoli in Comune». Rinaldi era stato eletto nel 2016 con il gruppo di sinistra prima di aderire al movimento del sindaco. Adesso l'ex pm gli ha offerto il ruolo di capo di gabinetto in Città metropolitana, poltrona sulla quale siede Alessandro Nardi, dalla prima elezione di de Magistris tra i collaboratori più fidati del sindaco. Uno scenario che però pare non essere condiviso, non solo dai consiglieri comunali vicini a Nardi, ma anche da alcuni consiglieri metropolitani, e quindi potrebbe sfumare. «La Città metropolitana - questo l'umore raccolto nella ex Provincia - non può essere ridotta a dependance del Comune».
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