NapoliServizi a rischio crac, ecco il piano di salvataggio

NapoliServizi a rischio crac, ecco il piano di salvataggio
di Luigi Roano
Domenica 1 Luglio 2018, 08:30
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I guai finanziari al Comune sono come le ciliegie, uno tira l'altro. È il turno della NapoliServizi - sostanzialmente una multiservizi che eroga be 20 linee di produzione a Palazzo San Giacomo che vanno dalla gestione del patrimonio, al verde ai cimiteri - che funziona bene, rischia la crisi per un eccessivo costo del lavoro. Dovuto a un appesantimento per avere inglobato prima Napoli sociale con i suoi 314 dipendenti azienda fallita, e subito dopo la Elpis la società delle affissioni che in carico di dipendenti ne aveva 55 pure questa fallita. Così i dipendenti sono lievitati fino a 1750. Ora mancano all'appello almeno 10-14 milioni per trovare l'equilibrio finanziario altrimenti il banco rischia di saltare.

Come stanno dunque le cose? La NapoliServizi ha una convenzione con il Comune che garantisce più o meno 83 milioni l'anno. La convenzione è scaduta ieri e non sarà rinnovata perché il Comune non può garantire quella cifra ma appunto 10-14 milioni in meno. Palazzo San Giacomo aveva optato per una proroga in modo da potere mantenere inalterati i servizi che eroga la società affidandosi magari al credito bancario. Tuttavia, questa soluzione è impossibile da farsi in virtù della legge Madia. Per la Madia le società partecipate che l'Ente utilizza per erogare servizi devono avere un flusso garantito di soldi sì da essere autonome. Mancando all'appello molti milioni non è il caso della NapoliServizi. Palazzo San Giacomo quello che vuole fare adesso a stretto giro - dovrebbe varare il nuovo provvedimento già la prossima settimana - è dare in affidamento diretto alla NapoliServizi le linee di produzione, operazione che può valere al massimo per due anni. In questo modo si eviterebbero, almeno nel medio periodo. le tenaglie della Madia dato che i soldi mancanti li metterebbe direttamente il Comune attraverso altre formule, compreso l'indebitamento. Che a sua volta andrebbe però ad avvelenare ancora di più le già dissestate casse di Palazzo San Giacomo.
 
Il costo del lavoro della NapoliServizi arriva a 52 milioni rispetto agli 83 che garantisce il Comune per farla funzionare, insomma gli stipendi sono la principale voce dell'Azienda. Per alleggerire questa voce il Comune ha dato mandato agli amministratori Andrea De Giacomo e Ciro Turiello 4-6 mesi di tempo per dismettere un po' di rami d'azienda (le linee di produzione): quelli collegati al comparto del verde e dell'ambiente che andrebbero ad Asìa e chissà ad Abc. Tradotto, significherebbe dare ad Asìa più o meno 130 dipendenti il cui costo medio è di circa 30mila euro per ciascuno più di 5 milioni il risparmio, al quale vanno aggiunte quelle spese derivante dai servizi che la società affida all'esterno che valgano un altro paio di milioni. Perché Asìa può inglobare nuove maestranze e la Napoliservizi no? L'Azienda di igiene urbana incassa direttamente la tassa per i rifiuti e ha un flusso continuo, costante e garantito di soldi e addirittura ha la capacità di assumere e non può farlo. Con la mobilità interna tra aziende comunali verrebbe risolto un doppio problema, quello della NapoliServizi che non ce la fa più a pagare gli stipendi e di Asìa che potrebbe mettere in strada nuove forze per migliorare i servizi di igiene urbana. Ma non basta ancora per far quadrare i conti. La cura dimagrante deve essere più intensive.

Tecnicamente serve una «rimodulazione dei servizi» generalmente nei privati questa strategia fa rima con licenziamenti, al Comune non intendono mettere mano ai posti di lavoro. E puntano su due fattori. Il primo, «efficientare» la forza lavoro, nel mirino ci è finito il servizio della della guardiania, i custodi. Oggettivamente una categoria tenuta dentro la macchina comunale per evitare i licenziamenti. Spesso ce ne sono tre-quattro a fare i custodi negli stessi siti. Un po' di loro verrà riqualificato come bidello, altri verranno impiegati nella struttura della gestione del patrimonio in ruoli non di prima linea. Ma soprattutto, nell'orizzonte dei prossimi tre anni ci sono la bellezza di 30'0 pensionamento che farebbero scendere la NapoliServizi, a parità di produzione, a 1200 dipendenti dando la possibilità di addirittura rinnovare le professionalità interne assumendo un centinaio di giovani qualificati.
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