La posizione degli astri, per una volta, appare favorevole. Il Patto per Napoli infatti coincide con la partenza della consiliatura Manfredi (2021-26), con il varo del Pnrr (2021-26) e con il ciclo di Fondi Ue (2021-27 con spesa entro il 2029). La scommessa è passare da un elenco magari lungo di progetti a un piano di rigenerazione urbana che porti simultaneamente a migliorare sia livello di servizi e qualità urbana sia capacità amministrativa e riscossione dei tributi. Un piano, insomma, per una metropoli attrattiva in cui tutti - cittadini compresi - facciano la propria parte e che tuttavia per il momento è soltanto abbozzato perché i tempi stretti per presentare i progetti del Pnrr hanno favorito le iniziative già avviate. Ecco quindi, in attesa di un disegno strategico, alcune delle iniziative in campo per Napoli.
Napoli è l'unica grande città italiana nella quale continua a crescere il numero di automobili, arrivato a 605 ogni mille abitanti contro i 497 di Milano.
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Il Comune ha presentato per i bandi del Pnrr 70 progetti di edilizia scolastica: uno per una scuola nuova (a Soccavo), 4 per palestre, 20 per asili nido e poli per l'infanzia e 45 per ristrutturazioni di edifici esistenti. Sui nidi si punta a 600 posti e ci si aspetta che tutte le domande siano accolte vista la insufficiente partecipazione dei Comuni campani, con richieste per appena 119 milioni sui 328 milioni disponibili. Addirittura meno di un quarto dei 92 municipi della Città metropolitana ha presentato un progetto. Per gli altri bandi, non tutte le domande di Napoli saranno accolte però quelle fuori graduatoria potranno essere ripresentate su altri finanziamenti.
Il Porto di Napoli è stato escluso dai 136 milioni di finanziamenti per la Zes Campania, tuttavia riceve 241 milioni dal Fondo complementare al Pnrr: 150 milioni per il prolungamento e il rafforzamento della diga Duca d'Aosta, 26 milioni per potenziamento e riqualificazione delle infrastrutture dell'area monumentale, 20 milioni per il completamento della darsena di Levante, 20 milioni per il riassetto dei collegamenti ferroviari di ultimo miglio e della rete viaria portuale, 25 milioni per interventi infrastrutturali per elettrificare le banchine del porto e abbattere le emissioni inquinanti delle grandi navi.
Al Real Albergo dei Poveri, l'edificio più esteso della città, è destinato un finanziamento specifico di 100 milioni, che appaiono tanti ma non lo sono rispetto ai 103.000 metri quadrati di superficie. Sono state raccolte grazie a una consultazione pubblica oltre duecento idee per l'utilizzo dell'edificio. Prevalgono le destinazioni museali, spesso intrecciate alla valorizzazione di arti, mestieri e prodotti locali, e quelle che in forma contemporanea recuperano l'originale destinazione di accoglienza e solidarietà. Tra le idee originali, c'è chi ha invitato a fare di Palazzo Fuga la sede del ministero del Sud e chi ha proposto di «concentrare nell'Albergo dei Poveri il massimo numero di scuole, di ogni ordine e grado, del quartiere e di quelli adiacenti del Comune di Napoli. L'obiettivo è di collocare tra i 10 e i 20 istituti scolastici per una popolazione scolastica tra i 5000/10000 studenti a cui offrire la frequentazione a tempo prolungato».