Sarracino: «Pd, basta scontri interni. I rivali? Nel centrodestra»

Prematuro parlare di terzo mandato

Marco Sarracino
Marco Sarracino
di Adolfo Pappalardo
Domenica 10 Dicembre 2023, 10:53 - Ultimo agg. 12:18
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«Basta tensioni interne: serve un fronte comune contro il governo che sta affossando definitivamente il Mezzogiorno», ragiona Marco Sarracino, deputato Pd e responsabile sud in segreteria nazionale.

A cosa si sta riferendo?
«Questa settimana è stato presentato il rapporto Svimez che certifica le condizioni complicate del Sud Italia, partendo dall'aumento del lavoro povero. E nello stesso giorno la destra decide di affossare il salario minimo: stanno lasciando crescere il divario del Mezzogiorno dal resto del Paese».

Non starà esagerando?
«Da quando si è insediata la Meloni è stato cancellato il reddito di cittadinanza, aumentanti i voucher, mentre il Pnrr da grande opportunità è diventato una grande incertezza.

Ma la vera pietra tombale è l'Autonomia differenziata che spaccherà l'Italia. A tutto questo si somma l'ordine del giorno approvato dalla Camera l'altra notte, presentato dalla Lega, che punta a reintrodurre le gabbie salariali per i dipendenti pubblici. Come se il lavoro di un medico, di un professore o di un qualsiasi impiegato del Mezzogiorno valesse di meno di un collega del Nord. Il tutto consumato nel totale silenzio dei parlamentari di centrodestra del Sud che stanno tradendo i loro territori. Mettiamo in fila tutte queste scelte, gli effetti per il sud sono devastanti».

La percezione è che il Pd concentri le sue energie solo sul salario minimo: non rischia di essere solo una bandiera?
«Parliamo di una battaglia che riguarda 4 milioni di italiani che, nonostante abbiano un lavoro, sono sotto la soglia di povertà. La questione è nevralgica, specie al Sud, dove un lavoratore dipendente privato su 4 guadagna meno di 9 euro l'ora: e sotto questa cifra parliamo di sfruttamento. La prossima battaglia sarà quella per la settimana corta, come sta avvenendo già altrove, ma sul lavoro il governo è totalmente assente».

Si spieghi.
«Manca una vera politica industriale come dimostrano sia il caso dell'Ilva di Taranto che quello di Stellantis. Manca un investimento serio sulla pubblica amministrazione. Noi abbiamo proposto un piano di assunzioni nella Pa proprio per dare sia una risposta sul piano occupazionale specie a quei giovani costretti ad emigrare in cerca di opportunità, ma anche per migliorare l'efficienza degli uffici pubblici che devono mettere a terra il Pnrr. Inoltre il governo è totalmente assente anche sulla transizione digitale, verso cui non ha una posizione se non quella di perdere tempo alimentando le paure».

Per il momento però, a guardare il Pd dalla Campania, si osserva un partito impegnato di più nelle liti interne.
«Da quando Elly Schlein è segretaria, il lavoro e la sua difesa, sono il principale tratto identitario del Pd: siamo tornati in luoghi dove eravamo scomparsi e lo raccontano anche le numerose vertenze che seguiamo in questo testo territorio anche con risultati positivi come per l'ex Whirlpool. Così come la battaglia in difesa del Sud e contro l'Autonomia differenziata dopo anni in cui il partito ha titubato. Dopodiché la segretaria è stata eletta anche per cambiare il Pd e per mettere fine ad episodi e pratiche incompatibili con la piattaforma politica con cui ha vinto le primarie. E questo può comportare scelte radicali e posizioni forti».

Per radicali intende anche il commissariamento del Pd campano?
«Anche. È stata una delle scelte prese subito dopo le primarie ed ha avuto, giustamente, il sostegno di tutto il gruppo dirigente nazionale. Anche di chi non l'ha votata».

La Schlein ha assicurato che si voterà. Quando?
«Certo che si voterà, ma qui non c'è solo un tema di date: occorre sciogliere prima tutti i nodi che hanno portato al commissariamento. Per i fatti verificatisi a Caserta ma che hanno rischiato di verificarsi in altri territori. All'epoca ero segretario di Napoli e, assieme al presidente della commissione congresso Gino Cimmino, decidemmo di cancellare oltre 900 tessere irregolari. Ma restano le domande: che facciamo con chi ha inquinato il tesseramento? Si riscrive al Pd come se nulla fosse?».

Risponda lei.
«In alcune zone sono stati acquistati pacchi di 50 tessere con una sola carta di credito quando tutti sapevano che il limite massimo era di 3. Che facciamo con loro? Chiudiamo gli occhi? Affrontare questi ed altri problemi, che non hanno riguardato solo la provincia di Caserta, significa svolgere un congresso regionale sereno».

L'altro nodo è il terzo mandato del governatore De Luca.
«Iniziamo a finire prima il secondo che è alla metà. Affrontiamo i problemi dei cittadini campani partendo dalle condizioni del trasporto pubblico. Mi riferisco alla Circum, sulla quale ricevo quotidianamente lamentele da parte di sindaci e semplici utenti e pendolari. E, ancora, sulla sanità, sulle cui risorse che spettano alla Campania, il partito sta conducendo una battaglia a livello nazionale».

Nel libro di De Luca sono diverse le critiche al Pd: su qualche punto è d'accordo con lui?
«Non ho letto il libro, ma dai resoconti di stampa sono contento del suo cambio di rotta rispetto al rapporto con l'M5s: evidentemente significa che ogni tanto qualcosa di intelligente siamo ancora in grado di dirla...».

Intanto siete divisi.
«A Napoli no. Dopodiché Giorgia Meloni non ha vinto elezioni da sola ma è riuscita a unire la coalizione di centrodestra che, posso assicurarvi, sui temi è divisa molto di più del centrosinistra. Elly Schlein lavora quotidianamente ad unire il campo delle opposizioni su temi e battaglie concrete e i risultati arriveranno».

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