Andrea Cozzolino anticipa l'Europarlamento: «Qatargate, rinuncio all'immunità»

«Non ho mai ricevuto direttamente o indirettamente né denaro contante né altre forme di sostentamento»

Andrea Cozzolino all'Europarlamento
Andrea Cozzolino all'Europarlamento
di Valerio Esca
Martedì 24 Gennaio 2023, 23:54 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 07:25
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«Non ho mai ricevuto direttamente o indirettamente né denaro contante né altre forme di sostentamento e sono totalmente all’oscuro delle attività realizzate da Giorgi e Panzeri». L’eurodeputato napoletano Andrea Cozzolino si difende davanti alla commissione Giustizia del parlamento europeo (Juri) e contesta tutte le accuse legate allo scandalo Qatargate: presunta corruzione volta ad influenzare i processi decisionali Ue. Annuncia quindi di «rinunciare all’immunità al fine di consentire l’accertamento della verità dei fatti», anticipando i tempi della Juri che a fine mese è chiamato ad avviare l’iter per la revoca da parte della plenaria non prima di metà febbraio. 

Cozzolino è arrivato ieri mattina al quinto piano di uno dei palazzi del Parlamento europeo a Bruxelles, accompagnato dagli avvocati Federico Conte, Dezio Ferraro e Dimitri de Beco, per discutere della rinuncia all’immunità chiesta dalla Procura federale belga nell’ambito dell’indagine Qatargate. L’eurodeputato eletto nel Pd, che ha aderito al gruppo parlamentare S&D e oggi risulta tra i “non iscritti” - una sorta di gruppo misto europeo -, ha confutato davanti alla commissione le ipotesi investigative «alquanto generiche» formulate a suo carico. Ha riferito alla Juri la sua «totale estraneità al cosiddetto Qatargate», trattandosi di «fatti notori e documentabili» riferiti ad una sua presa di posizione pro-Qatar rispetto ad alcune scelte politiche fatte dal paese arabo. Cozzolino ha sottolineato - come riporta il testo della dichiarazione letto in Aula - di aver posto al ministro del Lavoro del Qatar, lo scorso novembre, domande «specifiche e nient’affatto accondiscendenti» riguardanti «le condizioni di lavoro e i livelli salariali». E ha ricordato anche di aver votato, insieme ai colleghi del gruppo S&D, emendamenti «al testo della mozione che stigmatizzava la condotta per nulla positiva del Qatar». 

In un passaggio del suo intervento Cozzolino ha provato a chiarire la natura della mail del 24 novembre scorso finita sotto la luce dei riflettori, nella quale si invitava a votare contro una parte di risoluzione in cui si sosteneva che Doha aveva ottenuto la Coppa del Mondo grazie alla corruzione. «Il testo della mail inviata dal mio indirizzo di posta elettronica – ha spiegato -, prima dell’approvazione della mozione, avvenuta anche con il mio voto favorevole, è stato diffuso in totale autonomia e senza il mio preventivo assenso dal mio ex collaboratore Francesco Giorgi che disponeva di ampia autonomia operativa». Fatto che sarebbe «noto anche ai colleghi della mia delegazione ai quali lo dissi già in occasione della plenaria dello scorso dicembre a Strasburgo». Su Giorgi e Panzeri, Cozzolino torna più avanti dicendosi «del tutto all’oscuro» delle «altre attività e interessi, di qualunque natura fossero» dei due.

Il sospetto della Procura nei suoi confronti, ha rimarcato il parlamentare europeo, «è basato sul fatto che Giorgi lavorasse alle mie dipendenze, essendo stato in precedenza assistente di Panzeri». Una «prassi» - secondo Cozzolino – quella di «assumere nel Parlamento come propri collaboratori funzionari accreditati come collaboratori di altri deputati nelle precedenti legislature». 

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La richiesta di revoca dell’immunità della giustizia belga, secondo Cozzolino «sarebbe negata per la sua genericità» dal parlamento italiano. L’eurodeputato ha evidenziato anche «un dato che in Italia è stato obliterato dal clamore della vicenda, che però non tiene conto della profonda differenza tra il sistema giudiziario italiano e quello belga». Un appunto sul piano personale: «Da oltre un mese sono al centro di una violenta campagna di stampa, che sta devastando me e la mia famiglia sulla base di un mero sospetto. Un sospetto reso ancora più inquietante sul piano politico, del quale questo Parlamento dovrà prima o poi occuparsi in difesa della sua autonomia: le indagini traggono origine dall’attività dei servizi segreti di diversi Stati, soprattutto non europei». A margine uno degli avvocati, Dezio Ferraro, ha sostenuto che dalle deposizioni note di Panzeri nei confronti di Cozzolino «non sia uscito nulla che potesse andare oltre il “could be” o il “should be”, il “potrebbe essere” o “dovrebbe essere”». Bisognerà adesso attendere la votazione da parte della Juri sulla revoca dell’immunità dei due eurodeputati Cozzolino e Marc Tarabella, che avverrà in sessione straordinaria martedì 31 gennaio.

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