Recovery plan, la sfida dei governatori del Sud. Ma De Luca snobba il meeting

Recovery plan, la sfida dei governatori del Sud. Ma De Luca snobba il meeting
di Antonino Pane e Adolfo Pappalardo
Domenica 15 Maggio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 19:50
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Alla fine dal tavolo dei governatori di ieri mattina manca proprio quello della Campania. Niente: Vincenzo De Luca si mette assente per motivi familiari all'ultima giornata della kermesse di Sorrento. Presenti invece i colleghi delle regioni del Sud e il leader del suo partito, Enrico Letta. Assenza che scatena rumors e retroscena, rimbalzati proprio dagli azzurri che qui erano padroni di casa: «Non sarà venuto forse perché non sarebbe stato il protagonista...», ironizzano.

Eppure dal tavolo di ieri mattina nasce un ideale coordinamento delle Regioni del Sud per bilanciare quello nascosto tra le Regioni del Nord. I governatori di Sicilia, Calabria, Abruzzo, Molise e Puglia a Sorrento per parlare della collaborazione Stato-Regioni per far correre gli investimenti, non hanno risparmiato critiche al governo, alle difficoltà che incontrano nel gestire una macchina amministrativa vecchia e farraginosa. Incalzati dalle domande del direttore de Il Mattino, Federico Monga, i governatori hanno aperto diversi fronti di contrasto con il potere centrale e, con i colleghi del Nord; all'unanimità, hanno solo riconosciuto il grande lavoro che sta portando avanti il ministro per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna che anche con la due giorni di Sorrento, Verso Sud, ha dimostrato di aver tracciato una strada importante per tenere insieme tutto il Mediterraneo.

In primo piano la questione del personale e della distribuzione dei fondi nella sanità. Poi un altro carico da novanta messo in campo da Donato Toma, governatore del Molise e condiviso in modo evidente dai suoi colleghi: la questione dei funzionari. «Non è vero che non sappiamo spendere - ha detto Toma - è vero, invece, che ci troviamo spesso di fronte a funzionari bloccati dai timori di inchieste di Procure o della Corte dei Conti.

A volte passano anche 2/3 anni per attuare un indirizzo politico approvato dall'amministrazione. Tempi inaccettabili quando bisogna vincere le sfide proprio sui tempi come nel caso del Pnrr». 

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E i conti non sono tornati neanche sul ponte dello Stretto di Messina. Il governatore siciliano, Nello Musumeci ha avuto un botta e risposta con la Gelmini. «Siamo diventati una barzelletta nel mondo - ha detto Musumeci -. Il tema non è una o tre campate per realizzarlo, il tema è se c'è la volontà politica del Governo Draghi di realizzare finalmente questa grande infrastruttura. L'ho detto e lo ripeto, sono convinto che il Governo, ma non soltanto questo, subisca forti e condizionanti pressioni da parte di lobbies economiche del Nord». La replica del ministro Gelmini è arrivata a stretto giro. «Il ponte sullo Stretto è una priorità del Governo e stiamo lavorando ad una legge quadro sulle autonomie che sfata il luogo comune di un Nord contrapposto al Sud e di un'autonomia che danneggia il Sud. Non avrebbe senso in una stagione di straordinari investimenti come quelli che stiamo facendo».

Capacità di spesa e autonomie. Spunti su cui si è trovato a suo agio Michele Emiliano, governatore della Puglia. «Siamo la regione italiana - ha detto - che spende di più e meglio i fondi europei, ma voglio anche ricordare che quando abbiamo proposto un sistema condiviso tra le regioni del Sud siamo stati mitragliati. E poi la bordata al Pd: «Io mi sento più appartenente al mio territorio e al Sud piuttosto che al mio partito». 

 

«Ieri sera (venerdì, ndr) l'ha comunicato agli organizzatori. Se sono offesa? Ma no, non potrei perché non conosco i motivi della sua assenza», dice con un sorriso la ministra Mara Carfagna. Di certo già venerdì mattina De Luca non è apparso a suo agio a Sorrento dove i protagonisti erano altri: naturalmente il premier Draghi, il presidente Mattarella e ministri vari. Ma, soprattutto, non è passato inosservato (anche a lui) l'asse politico per eccellenza ora in Campania: quello tra Draghi e il sindaco di Napoli Manfredi che hanno avuto pure un fitto faccia a faccia riservato. E si sa come De Luca non ama le convention dove non è contemplato per lui un ruolo principale. Così come l'altro giorno all'assemblea degli industriali a Napoli dove con De Luca viene concordato un intervento di 20 minuti ma lui ne prende il doppio. «Se non è lui il protagonista non vuole esserci...», ironizzano i parlamentari azzurri Paolo Russo e Gigi Casciello mentre la collega Fi capogruppo in Regione difende l'ex sindaco di Salerno a spada tratta: «Aveva impegni personali...». Sarà ma alla convention di Sorrento i rumors raccontano del malessere deluchiano dell'altro giorno. Compreso l'arrivo in ritardo per il traffico e la presenza in platea giusto il tempo necessario e senza scambiare una parola o una stretta di mano con alcuno. Anche se, si racconta, De Luca avrebbe lanciato l'idea di portare altrove la convention, suscitando le ire dei sorrentini, parlandone direttamente con gli organizzatori. «Io lavoro da anni con la Campania e stimo De Luca», spiega Valerio De Molli, ceo di studio Ambrosetti che ha curato l'evento. E aggiunge: «Ieri (l'altro ieri, ndr) a causa del traffico è arrivato in ritardo e rischiava di non essere presente all'arrivo di Mattarella come prevede il protocollo. Si è lamentato del traffico e sbuffando mi dice: Ma in Campania non abbiamo altri luoghi? Quali gli chiedo. E mi propone Ravello». 

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