Roberto Fico presidente della Camera: «M5S alleato con il Pd a Napoli ma l'obiettivo è il voto del 2023»

Roberto Fico presidente della Camera: «M5S alleato con il Pd a Napoli ma l'obiettivo è il voto del 2023»
di Valentino Di Giacomo
Giovedì 30 Settembre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 13:31
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«Il reddito di cittadinanza è uno strumento irrinunciabile. Se è stato possibile affrontare il periodo più buio della pandemia senza grandi fibrillazioni sociali è perché le fasce della popolazione più in difficoltà hanno potuto contare su questo sussidio. Poi se si vuole lavorare insieme per migliorare le politiche attive sul lavoro sicuramente si potrà fare, ma il reddito di cittadinanza rimane la base». Il presidente della Camera, Roberto Fico, rilancia uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle, quel reddito di cittadinanza così tanto avversato dagli altri partiti. Lo fa alla vigilia delle prossime elezioni comunali e dove proprio da Napoli a differenza di tante altre città al voto si registra un'alleanza organica tra il Movimento e il Pd, unite nel sostegno a Gaetano Manfredi. 

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Presidente, proprio nella sua Napoli c'è questa alleanza con il centrosinistra, eppure con il Pd ci sono stati scontri asprissimi in passato. In coalizione c'è pure la lista di Clemente Mastella per anni da voi messo all'indice, cosa è cambiato?
«Lo facciamo perché in questo momento la città è in tale difficoltà che deve essere unita per riuscire a migliorare le cose. Pensare di stare ognuno nel proprio steccato con la propria ideologia non farebbe bene ai cittadini napoletani, non è il momento di pensare alle divisioni o agli interessi di partito. Ora non deve interessarci il passato, ma il presente e il futuro».

Napoli, anche con la leadership di Conte a capo del Movimento, diventa un laboratorio anche per il futuro?
«È evidente che questo tipo di coalizione abbia già un riferimento parlamentare, governativo e regionale.

Quindi ora si può lavorare tutti assieme per far ripartire non solo Napoli, ma anche il Paese. Credo che l'obiettivo sia costruire questo laboratorio politico, ma anche sociale perché vedo grande entusiasmo, piazze piene e voglia di partecipazione con l'allargamento di una base che partecipa attivamente. Giuseppe è la persona perfetta per arrivare insieme alle elezioni del 2023. Questo è il percorso da costruire adesso».

Ci sta dando implicitamente una notizia: si vota nel 2023? E in che modo proseguirà l'attività di governo? Ancora con Draghi a Palazzo Chigi o con l'attuale premier al Quirinale?
«Sul prossimo Capo dello Stato, da presidente della Camera, mi astengo da ogni commento. Poi se me lo chiede io vedo le elezioni al termine naturale della legislatura».

Il percorso con il centrosinistra passa anche per un eventuale appoggio del Movimento 5 Stelle ai candidati del Pd che dovessero arrivare ai ballottaggi nelle città dove non vi siete presentati in coalizione? Su tutte c'è il caso Roma...
«Prematuro parlare ora dei ballottaggi quando c'è ancora il primo turno. A Roma Virginia Raggi ha fatto un ottimo lavoro, dopo aver ereditato una città in condizioni molto difficili. Il suo impegno per la città, a partire dai temi della legalità, è stato importante. Ho fiducia in lei e sono convinto possa raggiungere il secondo turno».

Sveliamo il cosiddetto segreto di Pulcinella: a lei l'alleanza con la Lega del primo governo Conte non andava giù, o sbaglio?
«Con il Pd sta andando bene, ormai è passato un periodo complesso, ma probabilmente anche grazie all'esperienza al governo con la Lega sulla base di un contratto il Movimento 5 Stelle ha potuto far tesoro di alcuni errori e acquisire quella maturità che sta esprimendo anche adesso in una fase difficile come la pandemia».

Lei sostiene che l'M5s ora è maturo, ma a molti è sembrato invece un segno di debolezza e l'assenza di idee e principi saldi questo allearsi prima con la destra, poi con la sinistra. In fondo siete finiti con l'assomigliare a quei partiti della prima Repubblica che agilmente si muovevano da una parte o dall'altra o è una ricostruzione ingiusta?
«Noi invece abbiamo un pensiero forte e lo dimostrano le idee e i provvedimenti che abbiamo portato nei governi di cui abbiamo fatto parte: il reddito di cittadinanza approvato dal primo governo Conte ne è un esempio così come l'ecobonus al 110% lo è ora. Il Movimento 5 Stelle è molto giovane e nessun partito ha avuto successo in così poco tempo».

Berlusconi ha creato un partito e ci ha vinto le elezioni in pochi mesi... Non è poi un caso così raro.
«Berlusconi ha potuto farlo con mezzi finanziari e mediatici incomparabili, noi siamo cresciuti diversamente e abbiamo dovuto fare i conti con un percorso interno alle istituzioni dove abbiamo fatto valere molte volte le nostre ragioni. Poi è chiaro che quando hai una maggioranza relativa e governi con altri possono crearsi degli elementi di contraddizione, ma intanto il Paese oggi sta cambiando».

A proposito di cambiamenti, che ne pensa della legalizzazione delle droghe leggere?
«In Parlamento se ne deve discutere approfonditamente, così come sull'eutanasia prima che arrivi la Corte Costituzionale ad obbligarci a legiferare. In Parlamento si vedranno poi gli equilibri che si formeranno secondo coscienza di ogni singolo deputato, così come decideranno i cittadini ove ci fosse un referendum che è la più alta forma di democrazia».

La sentenza sulla fantomatica trattativa Stato-mafia l'ha sorpresa?
«Le sentenze si rispettano, non posso certo commentarle».

Lei ha cominciato la sua avventura politica da attivista dei meetup di Beppe Grillo e lo ha fatto soprattutto puntando sui temi legati all'ambiente come in quel Monnezza Day del 2008 in piazza Dante in piena emergenza rifiuti. Ora in provincia di Napoli da un mese i cittadini non respirano a causa dei miasmi. É una sconfitta?
«Rimane una situazione ambientale che non è tollerabile, ho visto immagini agghiaccianti. C'è bisogno di aiuto della Regione e del governo per un piano rifiuti all'avanguardia. Certo, stiamo meglio di 30 anni fa perché il Parlamento si è fortemente interessato del dramma della Terra dei Fuochi. Ora bisogna chiudere il cerchio. Tra l'altro proprio alla Camera l'8 e il 9 ottobre abbiamo organizzato un riunione dei Parlamenti prima della Cop26 sull'ambiente che si svolgerà a Glasgow».

A Napoli, intanto, si torna a sparare: anche ieri un ordigno è esploso a Ponticelli. Ci sono sempre più ragazzini armati e alcuni di questi sono persino omaggiati con murales e altarini. Come si interviene?
«Non solo militarmente e con il lavoro delle forze dell'ordine, ma soprattutto con la cultura per cercare di interrompere sul nascere le storie già segnate di questi ragazzi. Scuole sempre aperte, biblioteche, campi sportivi, cinema e teatri, più insegnanti e figure professionali dedicate come psicologi, assistenti sociali e sociologi. Anche il Pnrr deve essere sfruttato per questo. Quanto a murales e altarini mi pare di dire l'ovvio che certi esempi non vanno in nessun modo esaltati, ma di quei ragazzini dobbiamo occuparci prima che delinquono».

Qualcosa si muove invece a Bagnoli: Draghi ha annunciato che il commissario sarà il nuovo sindaco. É una buona notizia?
«A Bagnoli potrei dire che ci sono nato, conosco benissimo il quartiere e conosco le difficoltà da quando è stata smantellata l'Italsider e non si è dato un progetto di ampio respiro per quell'area. Negli ultimi anni il commissario Floro Flores ha lavorato molto bene. Adesso il prossimo sindaco avrà possibilità continuità a quel lavoro e sarà investito del compito di far rinascere finalmente quella zona».

Lei è un grande tifoso del Napoli, quest'anno è scudetto?
«Faccio un appello solenne a tutti i napoletani: non parliamone e godiamoci il presente. In questi casi meglio la scaramanzia». 

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